Lamborghini Huracán: Tecnica sopraffina
DOPPIA ANIMA. Immaginate una Lamborghini capace di scatenarsi in pista con la grinta e l’esuberanza di una vera macchina da corsa, ma che per presentarsi sulla linea di partenza non ha nemmeno lontanamente bisogno di essere caricata su un carrello, perché all’autodromo ci arriva sulle sue ruote, e senza la minima angoscia da traffico. L’identikit calza a pennello con l’anima insieme selvaggia e delicata della nuova supercar made in Sant’Agata Bolognese, che è un tributo alla stirpe Huracán e si chiama Tecnica, a sottolineare la connotazione spiccatamente specialistica del progetto. Che non è un semplice restyling, bensì un profondo e sapiente lavoro di cesello a 360 gradi, frutto dell’esperienza maturata dalla casa nelle competizioni.
TANTE SUPERCAR IN UNA. Pur mantenendo la fisionomia classica della Lamborghini Huracán, la Tecnica si concede un cambio di look importante, introducendo numerosi spunti derivati dalle ultime fuoriserie e one-off della casa emiliana. Contraddistinto da un affilato motivo a Y, il paraurti anteriore ricorda quello della Terzo Millennio, inglobando – per la prima volta su una Lamborghini con il motore a 10 cilindri – una presa d’aria cosiddetta “air curtain”, il cui scopo è incanalare l’aria nel sottoscocca per ridurre al minimo le turbolenze. Grazie a un incremento di 6,1 centimetri in lunghezza, la silhouette appare più bassa e slanciata, con un cenno evidente all’Essenza SCV12 nella zona del montante posteriore. Dalla Vision GT sono ripresi i cerchi in lega a sei razze, il cui motivo esagonale si ritrova anche nei due grandi cannoni posteriori, fiore all’occhiello di un impianto di scarico riprogettato per rendere il rombo del V10 ancora più profondo e accattivante.
IL V10 È AL TOP. Ogni singolo dettaglio della Lamborghini Huracán Tecnica si sposa con precise esigenze aerodinamiche. L’alettone fisso, per esempio, genera il 35% di deportanza in più nella zona posteriore, contribuendo, insieme a un’ottimizzazione della sezione frontale, a ridurre del 20% la resistenza dell’aria rispetto alla Huracán Evo. Il pezzo forte, però, visibile attraverso il cristallo del cofano (ridisegnato e, a richiesta, tutto in fibra di carbonio), è il 10 cilindri a V di 90° da 5,2 litri e 640 CV. È la stessa, prodigiosa unità della Huracán STO, la versione stradale del bolide che dal 2014 anima il campionato Lamborghini Super Trofeo. Dal modello più estremo della famiglia la nuova Huracán Tecnica eredita anche il velocissimo cambio elettroattuato a sette rapporti con doppia frizione e i freni, in materiale carboceramico e migliorati con condotti delle pinze specifici e deflettori che, inviando più aria ai dischi, ne velocizzando il raffreddamento, riducendo inoltre l’esclusione del pedale.
L’ELETTRONICA DÀ UNA GROSSA MANO. Pur essendo meno estrema della STO, la Lamborghini Huracán Tecnica ne replica praticamente tutte le sfumature, reinterpretate però ad hoc grazie a una taratura specifica del sistema LDVI (Lamborghini Dinamica Veicolo Integrata), che modifica l’assetto della vettura in base alla modalità di guida prescelta – Strada, Sport, Corsa – e lavora insieme all’assale posteriore sterzante e al controllo elettronico della trazione P-TCS. Dispositivi progettati per massimizzare l’efficacia dell’auto nella guida veloce, rendendola alla portata anche di chi, per mestiere, non fa il pilota, ma in un trackday, volendo, può provare a sfiorare i limiti di una macchina che brucia lo 0-100 km/h in 3,2 secondi e corre fino a 325 km/h.
