L’Alfa Romeo 155 TS D2 di Tarquini va all’asta
Dai GP di Formula 1 alla Mille Miglia, passando per la Targa Florio e la 24 Ore di Le Mans, i successi dell’Alfa Romeo nelle corse hanno scritto interi capitoli della storia del motorsport. Più recentemente – siamo negli Anni ’90 – nei campionati turismo la squadra corse Alfa Romeo ha vissuto l’ultima epoca d’oro e per certi versi anche una delle più emozionanti: ormai assorbita dall’universo Fiat, l’Alfa Romeo aveva fatto storcere il naso ai puristi con i suoi nuovi modelli, ma la 155, la berlina media del Biscione (a trazione anteriore) venne presto trasformata in un’arma con cui sfidare – ma sopratutto battere – ogni concorrente, inglese o tedesca che fosse. E mentre in Germania, piloti del calibro di Nannini e Larini si battevano contro la Mercedes nel DTM, un altro grande campione del Bel Paese sbaragliava la concorrenza in Gran Bretagna, conquistandone il campionato turismo nel 1994. Stiamo parlando di Gabriele Tarquini e dell’Alfa Romeo 155 TS D2, l’auto da corsa guidata quell’anno dal pilota abruzzese e successivamente donatagli dall’Alfa Romeo come premio per il risultato ottenuto.
IN CERCA DI UNA NUOVA CASA. Sono passati 27 anni da quell’importante vittoria e Tarquini, ancora oggi ai vertici del motorsport e del mondiale turismo con la Hyundai, ha deciso di trovare un nuovo proprietario alla sua amata auto da corsa. Sarà battuta all’asta a Milano il 15 giugno da RM Sotheby’s e le quotazioni potrebbero tranquillamente superare i 300mila euro, o forse più. Indipendentemente dal prezzo, quel che è certo è che chiunque farà l’offerta vincente si porterà a casa una pietra miliare del Biscione, oltre che una dimostrazione di come anche nei periodi più difficili, all’Alfa Romeo siano sempre riusciti a emozionare gli appassionati. Se poi ci mettiamo che è la stessa auto con cui Tarquini – letteralmente – curvò su due ruote a Donington, be’ non c’è altro da aggiungere… basta guardare il video! (Foto: RM Sotheby’s)
https://www.youtube.com/watch?v=2_gzlNy7-Hw
155
Ancora fa scandalo tra gli Alfisti la seconda piattaforma condivisa, dopo la 164, Croma e Saab 9000.
Venne il tempo di progettare le berline medie Fiat, Lancia e Alfa Romeo.
Fiat introdusse, per contenere i costi di produzione, la logica della standardizzazione e della semplificazione. Il paradigma Fiat della semplificazione era il 128, tuttoavanti, tutto semplificato, tutto Dante Giacosa.
Un’unica piattaforma in comune per tre diversi marchi.
Uno scandalo.
La noblesse oblige Lancia e la sportività Alfa Romeo negate da una piattaforma comune con motore trasversale a trazione anteriore.
Gli alfisti indignati si tennero le loro 75 turbo con motore longitudinale, trazione posteriore, cambio e differenziale in blocco al retrotreno e ponte rigido de dion che venivano umiliate dalle MW M3 anche a Monza.
I lancisti non avevano da lamentarsi rinunciando al baule potevano prendersi la Delta 4WD e dopo, l’Integrale al posto della Dedra.
Per lanciare l’opera di standardizzazione vennero richiamati all’ordine gli uomini di Torino, i piemontesi di Lancia Corse per intenderci, l’ing. Lombardi il genio alessandrino e l’ing. Limone. Ad essi fu dato mandato di far vincere l’Alfa Romeo che non vinceva, nell’emblema del nuovo modello 155.
Limone lesse e rilesse il regolamento, tolse la lamiera parafiamma, porto il bialbero Alfa trasversale all’interno dell’abitacolo, così anche gli scarichi per ripartire il peso e nobilitò la piattaforma con sospensioni da corsa e gabbia roll bar.
Si presentarono al Campionato Italiano Superturismo contro Audi Quattro e BMW sotto gli occhi indignati degli alfisti.
L’Alfa Romeo 155 Made in Torino conquistò subito il titolo CIVT nel 1992 con Nicola Larini e presenziò i primi 4 posti in classifica frutto di 17 vittorie ottenute dai suoi piloti nell’arco delle 20 manche disputate.
Il dato era tratto, l’Alfa Romeo Fiat 155 Tempra vinceva. La piattaforma comune Fiat, Alfa Romeo, Lancia era nobilitata dai risultati nelle corse.
Ma gli alfisti gridarono ancora allo scandalo, per loro l’ultima vera Alfa Romeo fu la 75, quella che veniva sbranata a Monza nelle curve di Lesmo e in Variante Ascari dalla BMW M3. La 155 che anni dopo, batteva Audi e BMW no. Quella non era un’Alfa Romeo, quella era una miserrima Fiat Tempra con il marchio Alfa Romeo.
Oggi il gruppo Volkswagen allestisce decine di modelli di tre diversi segmenti sull’unica piattaforma MOB Audi, Seat, Skoda, Volkswagen, tutte consorelle, di prezzo diverso naturalmente.