La UE “salva” i produttori di supercar fino al 2040
TEMPO FINO AL 2040. La sinfonia dei pistoni delle supercar continuerà a esistere fino al 2040: i produttori di auto di nicchia con volumi di produzione sotto le 10.000 unità l’anno hanno infatti ottenuto una deroga di altri 5 anni prima di adattarsi ai propulsori ad emissioni zero. La proroga concessa dall’Unione Europea ai marchi di lusso come Ferrari, Lamborghini, Pagani e McLaren esclude quindi questi costruttori dal bando dei motori termici del 2035, data che comunque dovranno rispettare per raggiungere importanti obiettivi di decarbonizzazione della produzione (mentre per le Case generaliste è il 2030).
ALCUNI PERCHÉ DELLA PROROGA. Sono diversi i motivi che hanno convito Bruxelles a regalare altri 5 anni di vita alla costruzione delle vetture basate su motori V8, V10 o V12. Partendo dal punto di vista tecnologico, i costruttori non riescono a eguagliare il livello prestazionale delle supercar oggi in commercio: il peso della batteria è ancora uno scoglio da superare, le cui dimensioni determinano un forte deficit nella dinamica di guida. A questo si aggiunge anche un mercato ancora acerbo alla transizione: i clienti dei marchi blasonati non sono ancora pronti a sostituire le caratteristiche sinfonie degli scarichi con il silenzioso sibilio delle auto elettriche.
VISIONE A 360 GRADI. Ma oltre ai “fattori emotivi” e tecnologici, sono stati i cicli di vita più lunghi, l’utilizzo limitato delle supercar e le risorse contenute dei marchi di lusso a convincere l’Unione Europea verso l’applicazione di misure speciali. Infatti, considerando i primi due fattori, il valore complessivo di emissioni di CO2 è limitato se confrontato a quello di un’auto generalista, mentre la definizione di un mercato così ristretto riduce le possibilità di investimenti di ampia portata verso la transizione energetica, una tendenza che sta oggi caratterizzando i grandi gruppi automotive.
SI APRE AD ALTRE SOLUZIONI. Oltre alla proroga della durata di 5 anni, la UE ha anche aperto a un’inziale neutralità tecnologica, vagliando altre soluzioni all’ottenimento delle emissioni zero da parte degli autoveicoli. Bruxelles ha infatti concesso alle case di sviluppare sistemi ibridi e biocarburanti (oltre all’elettrico) che possano determinare un abbattimento delle soglie di CO2 nell’aria. Tuttavia, i costruttori avranno tempo fino al 2026 per dimostrare l’efficacia e la validità di forme energetiche alternative nella lotta all’inquinamento. Un compromesso tra la parti, in cui festeggia l’European Small Volume Car Manufacturers Alliance (ESCA) ossia l’ente che rappresenta nel nostro continente gli interessi di alcuni produttori di punta del settore come McLaren, Aston Martin, Bugatti, Pagani, Koenigsegg, Ineos Automotive e Rimac (ma non Ferrari o Lamborghini).
E LA MOTOR VALLEY? Nonostante le deroghe e le mediazioni, il 2040 resta attualmente il termine ultimo in cui attuare la completa transizione energetica della mobilità. Un punto che i massimi esponenti della Motor Valley (Lamborghini e Ferrari) non hanno certo dimenticato, così come dimostrano i prossimi piani industriali dei due marchi. La Casa di Sant’Agata bolognese ha infatti dichiarato che investirà 1,8 miliardi di euro (il più grande nella storia del marchio) nell’elettrificazione e nella realizzazione in questo decennio di supercar ibride plug-in, con l’arrivo nel 2028 della prima vettura 100% elettrica. Fa da eco alla strategia del Toro anche Maranello, che svelerà la sua prima supersportiva a batteria nel 2025.