
La Tesla Model 3 passa da Manhart e diventa TM3 510
CUPAMENTE CATTIVA. La Tesla Model 3 Performance è tra le berline più potenti sul mercato ma l’estetica non rispecchia la sua vera anima. Ecco, allora, che a dargli un aspetto più “cattivo” ci ha pensato il tuner tedesco Manhart, che per l’occasione le ha anche cambiato nome in TM3 510. Il look “total black” enfatizza le forme ora spigolose, ora raccordate della berlina ideata da Elon Musk, genio, miliardario e filantropo a capo di Tesla. Una sorta di Tony Stark, ma reale.
La linea diventa certamente meno anonima grazie all’aggiunta delle strisce rosse e grigie che solcano il cofano e si rivedono in coda. Lateralmente compaiono anche “pennellate” rosse sotto le portiere e sulle calotte degli specchietti. E per non lasciare dubbi sull’origine della trasformazione, la firma dell’autore è in caratteri cubitali sul parabrezza.
Ma gli occhi più attenti avranno senza dubbio scorto l’aggiunta dello splitter anteriore in carbonio e dell’adesivo che simula la presenza di una griglia nido d’ape sul muso. I cerchi in lega specifici da 21 pollici, hanno un disegno denominato Barracuda, sono in tinta Platinum Gray e vengono calzati da pneumatici 235/30 R21.
LA POTENZA ERA GIÀ GIUSTA. A questo punto vi aspetterete di sapere a quale mirabolante preparazione è stato sottoposto il motore. Anzi: i motori, perché la Tesla Model 3 Performance ne ha uno davanti e uno dietro, quindi è anche 4×4. Invece non c’è nessuna modifica al powetrain. Questo per due ragioni. Primo: la vettura, con i suoi 513 CV totali è già superpotente, tanto è vero che brucia lo 0 a 100 in 3,3 secondi, per poi lanciarsi fino a 261 km/h. Secondo: c’è un blocco imposto da Tesla al suo software di gestione per evitare che mani diverse da quelle degli ingegneri assunti da Musk possano apportare modifiche di alcuna sorta.