La nuova Ducati Monster e le altre (naked)
È ancora qui, più nuda (e leggera) che mai: dopo una tendenza allo svacco che l’aveva vista metter su un po’ di zavorra, come tutte le dive baciate dal successo che si rispettino, la nuova Ducati Monster (fresca di presentazione) torna alla carica dopo una bella cura dimagrante. Guardala: compatta, corta, sembra la prima serie. Anzi no, perché questa è figlia di computer e software e dove una volta bastava una linea, un dettaglio magari riciclato da qualche altra due ruote (anche se non necessariamente Ducati), oggi ce ne vogliono almeno tre. A cominciare da quel fanale che sembra un saggio di fine anno di uno studente di Autocad. Del resto, in questi anni ’20 overdesigned (leggi troppo arzigogolato) è diventato un vero e proprio stile, come lo sono stati barocco e rococò. Quindi l’estetica giudicatela da te: perché non è questione di gusto, ma di moda.
PIÙ LEGGERA, PIÙ COMODA. Sotto quel telaio, non più così a vista come fu un tempo, dato che è tipo quello della Panigale V4, c’è il Testastretta bicilindrico di 937 cc con l’immancabile distribuzione desmodromica. Propulsore che cresce in tutto, ma non nel peso. La potenza massima di 111 cv arriva poco sopra i 9000 giri, mentre il picco di coppia di 93 Nm è già lì a 6500. Ma in Ducati non si sono limitati a motore e meccanica, una sportiva che sapeva essere anche versatile doveva essere rivista anche nella posizione di guida: il manubrio è stato quindi avvicinato al centauro di 7 cm (che adesso può guidarla stando seduto con la schiena più dritta), mentre le pedane sono state distanziate per ridurre la piega delle gambe.
UN PO’ DI STORIA. Oggi se vuoi una moto sexy la vuoi proprio naked, ma non è sempre stato così: quando uscì, la Ducati Monster era davvero un mostro, di nome e di fatto. Già perché negli Anni ’90, la Ducati Monster era una moto controcorrente, visto che naked era una cosa che non avresti detto neanche al tuo peggior nemico e il mondo delle moto si divideva in carenate o scarenate. Per questo motivo i centauri (e le pupe al seguito) sognavano solo quelle che sembravano repliche fedeli, e stradali, dei bolidi da pista. Gli anni delle nude d’assalto, come la Norton Commando e la Triumph Trident erano passati da un po’ e il ritorno di fiamma che innescò la Four si esaurì presto anche lui. Insomma, sportiva faceva rima solo con vestita da capo a cupolino. Eccoti spiegato l’effetto dirompente di questa rossa che, uscita da una mecca della velocità come Borgo Panigale, e per di più col motore della mitica Supersport e il telaio derivato dalla 851, andava in giro come designer l’ha fatta. Ma da allora ne sono passate di catene sui pignoni e proprio in occasione del lancio di questa nuova Monster abbiamo deciso di riscoprire in poche righe le origini, i successi e i flop più famosi delle moto nude per eccellenza. Lo facciamo qui sotto nella Gallery+.