La Noble è tornata! Ecco la nuova M500

La Noble Automotive Ltd. è stata fondata nel 1999 da Lee Noble a Barwell, Leicestershire, con un unico obiettivo ovvero produrre vetture ad alte prestazioni con motore centrale, trazione posteriore e, last but not least, ad un prezzo relativamente onesto. L’imprenditore si occupava di supercar già dagli Anni ’80, quando progettò e spedì in pista le kit car Ultima Mk1, Mk2 e Mk3 — due delle quali furono peraltro acquistate dalla McLaren di Woking per lo sviluppo della mitologica F1. Aveva collaborato anche con Ascari Cars, progettando per loro la Ascari FGT del 1996, ma la visione di Noble era differente. Secondo la sua filosofia, infatti, il goal era quello di realizzare una vera e propria supercar, che fosse leggera, veloce, costruttivamente semplice e, come accennato poc’anzi, non troppo dispendiosa.

Noble M12 GTC

ALLA VECCHIA MANIERA. Nel 1999 arrivò la M10, nel 2000 toccò alla M12, quattro anni dopo alla M400 — versione più cattiva della M12 — per arrivare alle one-off M14 ed M15. Nel 2014, infine, arrivò la M600, costruita interamente a mano, dotata di un telaio in acciaio e fibra di carbonio, spinta da un V8 biturbo con potenza variabile — in base alla pressione di sovralimentazione — da 450 a 650 cavalli. 

Noble M600

DOWNGRADE. La neonata M500 è la naturale evoluzione di quest’ultima, introdotta nell’ormai lontano 2009. Il concept venne presentato per la prima volta al Festival of Speed ​​di Goodwood del 2018 e sviluppata proprio partendo da quel prototipo funzionante. È una supercar meno potente e meno costosa rispetto al modello che sostituisce: ha sempre due posti secchi, il motore centrale e due turbocompressori, ma a spingere, invece di un V8 Volvo, c’è un V6 EcoBoost da 3,5 litri molto simile a quello che equipaggia le Ford GT di seconda generazione.

GIOCARE ANALOGICO. Si parla di 558 cavalli su circa 1250 chilogrammi di peso, i numeri giusti per giocarsela da vicino con Corvette C8 e con le Porsche più performanti. Il costruttore d’oltremanica, fedele alla propria storia, ha optato per una configurazione molto conservatrice: telaio tubolare in alluminio, sospensioni a doppio triangolo, cambio manuale, carrozzeria in fibra di vetro e materiali compositi. Bandito ogni aiuto elettronico alla guida, per un’esperienza non filtrata e analogica al 100 percento.