La MST MK1 è tutta un’altra Ford Escort RS

La MST MK1 è tutta un’altra Ford Escort RS

Linea anni ’60, un grintoso motore bialbero, trazione posteriore, un eccellente bilanciamento dei pesi, il tutto condito da un ricco palmares nelle competizioni. Parliamo dell’Alfa Romeo Giulia GTA? Nossignori, della Ford Escort prima serie, una  “belva” in incognito anglo-americana capace di suscitare le stesse, fortissime emozioni della rivale italiana.

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CON I RALLY NEL DNA. I freschi di patente l’avranno vista in Fast and Furious 7 in livrea blu e bianca, mentre i più stagionati la ricorderanno, sempre di traverso, nelle prove speciali del Mondiale rally. La versione stradale più aggressiva era la RS1600, 115 cavalli e appena 800 kg di peso a vuoto.

UN RESTOMOD COI FIOCCHI. La Ford Escort ritratta in queste immagini è ancora più aggressiva e potente. A realizzarla è la MST, acronimo che sta per Motorsport Tools. Si tratta di un’azienda gallese che realizza reinterpretazioni moderne di Escort Mk1 o Mk2 sia per la strada che per i rally. La MST, tuttavia, fa una cosa che nessuno – nemmeno Singer, Amos o Alfaholics – fa: parte letteralmente da zero, fornendo un nuovo motore, trasmissione e persino scocca e carrozzeria; il lavoro è così maniacale che non troverete scritto da nessuna parte Ford o Escort, perché la MST Mk1 è una vettura nuova, approvata dalla Individual Vechicle Approval inglese. 

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DECIDI TU COSA METTERE SOTTO IL COFANO. La linea resta praticamente invariata, diventa solo più “acquattata”; la meccanica, invece, è a discrezione del cliente: potete scegliere tra un 2.0 da circa 200 CV (quello dell’auto da rally originale), abbinato a un cambio manuale a cinque marce della Tracsport, oppure potete optare per un più moderno 2.5 Duratec con 200, 225, 250 o 270 CV, in tutti i casi accoppiato a una trasmissione a sei marce di derivazione Mazda Mx-5. L’ultimo, estremo, step è il “Millington Diamon”, con il 2.5 che arriva a quota 330 CV oppure con un 2.7 con 20 cavalli in più.

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NON È REGALATA, MA NON COSTA UNA FOLLIA. La Mk1 (ma vale anche per la Mk2) della Motorsport Tools non è solo potenza senza controllo: il telaio è molto più rigido dell’originale, le sospensioni sono Bilstein, l’impianto elettrico è rifatto da zero (e no, nessun aiuto elettronico verrà a salvarvi), i freni arrivano dalla AP Racing e gli adorabili cerchi Minilite da 13’’ sono avvolti in Kumho Ecsta V70A. Gli interni, tra Alcantara, pelle e computerino di bordo, sono piuttosto accoglienti per essere di impostazione rallystica, pur restando spartani. Ora, la notizia ancora migliore: nonostante l’immane lavoro della MST la Mk1 costa… tanto, ma non tanto quanto altri restomod, con cifre che variano dai 90.000 ai 160.000 euro. Contando che una Mk1 del genere lanciata lungo una B-Road inglese equivale a una sorta di nirvana motoristico, potremmo anche accettare il cartellino del prezzo.

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