La Mille Miglia 2020 si svela in rete
È stata presentata questa mattina, in diretta streaming a Brescia – e non, come inizialmente previsto, al Salone di Ginevra, cancellato a causa del Coronavirus -, l’edizione 2020 della Mille Miglia. Con le porte della kermesse ginevrina sbarrate, i contenuti della trentottesima rievocazione storica della celebre corsa della Freccia Rossa sono stati trasmessi in rete sul sito internet della corsa, del Giornale di Brescia e del Salone di Ginevra.
CONFERENZA STAMPA IN RETE. Chissà quante e quali sorprese avrebbe riservato agli appassionati della ‘corsa più bella del mondo’ lo stand allestito al padiglione 6, che con il percorso multimediale ‘Crossing the Future’ prometteva di accompagnare i visitatori in un viaggio interattivo attraverso la storia e le innovazioni dell’automobile dagli inizi del secolo scorso ai giorni nostri. Ma tant’è. Il Coronavirus è riuscito dove, dal dopoguerra a oggi, avevano fallito le crisi energetiche, la paura per gli attentati terroristici dei primi Anni 2000 e lo scoppio del dieselgate nel 2015, fermando il salone dell’auto più prestigioso del mondo a poche ore dall’apertura alla stampa internazionale. Mossa obbligata, quindi, ripiegare sulle presentazioni online, trasmesse da ieri sui siti internet delle case automobilistiche. Scelta condivisa dagli organizzatori della Mille Miglia, che stamattina, a partire dalle 11.00, hanno avviato da Brescia un collegamento in diretta streaming per presentare ai giornalisti e agli appassionati di tutto il mondo le novità dell’edizione 2020 della classica Brescia-Roma-Brescia, in programma dal 13 al 16 maggio.
PATRIMONIO UNIVERSALE. Dopo il saluto di benvenuto di Paolo Mazzetti, direttore dei Servizi Storici ed Editoriali della Mille Miglia e presidente del Registro 1000 Miglia (l’ente istituito nel 2018 che si occupa di censire, classificare e certificare le vetture che hanno partecipato ad almeno una delle 24 edizioni della gara di velocità disputate dal 1927 al 1957, ndr), a prendere la parola è il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono. “La Mille Miglia è quel momento dell’anno in cui la nostra città si apre al mondo – spiega il primo cittadino -: Brescia si fa bella, i musei e i siti archeologici accolgono turisti da ogni parte del mondo e raccontano tremila anni di storia”. Anche Aldo Bonomi, presidente dell’Automobile Club di Brescia, sottolinea l’importanza che la corsa riveste per la città e per l’intero paese: “La Mille Miglia porta Brescia in Italia e l’Italia nel mondo – afferma il presidente dell’ente cittadino che dal 1927 detiene il marchio della corsa -. Il prossimo step sarà l’iscrizione alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell’Unesco. Il processo di candidatura è già stato avviato”.
LA VITTORIA ALATA E I 110 ANNI DELL’ALFA. L’edizione 2020 della più importante gara di regolarità per auto storiche al mondo mette al centro, a partire dal logo della manifestazione, la Vittoria alata, uno dei simboli di Brescia. La celebre scultura di bronzo, realizzata con ogni probabilità nel secondo quarto del I secolo d.C., è da poco tornata in città dopo un lungo intervento di restauro effettuato nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. L’altro leitmotiv della trentottesima rievocazione storica della gara bresciana sarà l’anniversario tondo dell’Alfa Romeo, che quest’anno festeggia i suoi primi 110 anni di storia. Con ben undici successi ottenuti tra il 1927 e il 1957, la casa del Biscione detiene il record di vittorie alla Mille Miglia: un primato che ha reso il marchio milanese famoso in tutto il mondo, consentendogli di scalare i vertici dello sport automobilistico internazionale. “D’intesa con il gruppo FCA – svela il presidente di 1000 Miglia S.r.l., Franco Gussalli Beretta – per i 110 anni dell’Alfa Romeo abbiamo progettato un’area interamente dedicata alla storia e ai successi del Biscione”.
DA TUTTO IL MONDO MA A NUMERO CHIUSO. Per garantire maggior sicurezza e qualità dei servizi ai concorrenti in gara, ai nastri di partenza ci saranno 400 vetture, trenta in meno dello scorso anno. “Sono automobili di altissimo livello, provenienti da tutti e cinque i continenti. Delle auto che prenderanno parte alla corsa, ben 85 hanno partecipato a un’edizione della gara di velocità andata in scena per 24 volte nel trentennio 1927-1957”, chiosa Beretta, sottolineando come “la nazione più rappresentata, con il 30 percento degli equipaggi, rimane l’Italia”. Seguono i Paesi Bassi (17%), la Germania (11%) e il Regno Unito (9%). Italianissimo anche il podio dei marchi più rappresentati: prima Alfa Romeo con 53 vetture, seconda Lancia (32) e terza Fiat (31). Chiudono la classifica Jaguar (29), Mercedes-Benz (21), Bugatti e Ferrari (19), Porsche (18), Austin Healey (15) e Aston Martin (14).
UNA FIABA PER AMATRICE. Come da tradizione il road-book, diviso in quattro tappe, presenta alcune importanti modifiche. Se i passaggi sul lago di Garda (Desenzano e Sirmione) sono una conferma, una novità assoluta è la cena del 13 maggio, che si svolgerà a circa metà della prima tappa al Castello Estense di Ferrara. Per la prima volta gli equipaggi attraverseranno anche Amatrice e Viareggio, due luoghi che regaleranno suggestionimolto forti e opposte tra loro. Il primo, ripartendo da ricchezze del territorio come la natura, la gastronomia e la cultura, sta rinascendo tassello dopo tassello dopo essere stato distrutto dal terremoto che colpì il Centro Italia nel 2016. Il secondo, perla della Versilia nonché capitale del Carnevale, quest’anno oltre alle famose opere di carta pesta accoglierà la coloratissima carovanadella Mille Miglia. Un motivo in più per indossare un bel sorriso, godendosi lo spettacolo di quello che Enzo Ferrari – un uomo che sapeva scegliere molto bene le parole per descrivere le emozioni – amava definire ’un museo viaggiante unico al mondo’.
Sarebbe una ventata di levita’ e di ottimismo per tutti vedere quest’anno sfrecciare la Mille Miglia Storica.
Una competizione leggendaria, intimamente legata alla passione ed alle gesta dell’intrepido Conte Volante.
Franco Mazzotti Biancinelli Faglia, l’intrepido Conte, nacque a Chiari, figlio di Lodovico e della contessa Lucrezia Faglia, divise la sua terrena esistenza tra corse automobilistiche, calcio, barche a motore e aeroplani.
Nel 1922 l’Automobile Club di Milano realizzò il tempio della velocità, l’Autodromo Nazionale di Monza e i rivali bresciani perdono definitivamente ogni possibilità di alternanza.
Non si perdono d’animo, Mazzotti e gli amici nobiluomini. Studiano un’alternativa in grado di rivaleggiare con Monza, la vogliono ancora più popolare, si ispirano alla 24 ore di Le Mans.
Definita l’idea, il Conte Franco con gli amici Aymo Maggi, Giovanni Canestrini e Renzo Castagneto, devono ora convincere il governo fascista a consentire una corsa su strada per le auto sportive su un percorso di 1000 miglia di strade pubbliche chiuse al traffico da Brescia a Roma.
Una follia che viene condivisa.
La prima Mille Miglia ebbe luogo nel 1927, con Maggi che finì sesto alla guida di una Isotta Fraschini 8A SS con Alfieri Maserati.
L’anno dopo, il Conte Franco con maggior esperienza finisce secondo con l’OM 665 SMM, dividendo la guida con Archimede Rosa.
Ripete l’impresa nel 1930 finendo ottavo con Aymo Maggi.
L’intrepido Conte è diviso dalla passione delle corse e del volo.
Nel 1930 volò da Città del Capo a Roma con Carlo Francesco Lombardi “Francis” l’intrepido asso dannunziano e carrozziere.
Nel 1934 circumnavigò l’Africa coprendo 30.000 Km in 40 tappe.
Nel 1934 fece un volo da solista in un Aereo Postale S71 dall’Italia al Brasile.
Nel 1938 partecipò al Raduno Sahariano, un raid di affidabilità aerea in Libia organizzato da Italo Balbo.
Sparisce nel deserto libico tra Brak e Cufra insieme ai suoi amici Giulio Binda e Roberto Foligno. Viene in loro soccorso il Maresciallo dell’Aria, il Governatore della Libia Balbo che non solo organizza e dirige la loro ricerca, li ritrova personalmente il terzo giorno.
Nel 1942, si arruola nella Regia Aeronautica Militare Italiana, ma il destino infame è in agguato, l’intrepido Conte viene abbattuto sul suo Savoia-Marchetti SM75 da trasporto a lungo raggio dalla caccia inglese sullo Stretto di Sicilia poco dopo essere decollato da Tunisi con civili e militari italiani in procinto di lasciare la Libia.
Scompare così a 37 anni l’intrepido Conte volante.