La Koenigsegg CCGT cerca casa…
Al mondo esistono vetture da corsa estremamente rare: McLaren F1 GTR, Nissan R390, Ford GT40 MkI, Lotus Elise GT1, e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Ma nessuna sarà mai rara come questa, perché la Koenigsegg CCGT protagonista del nostro articolo non è solo rara: è unica. Correva l’anno 2003, chi scrive era un bambino, la Bugatti Veyron non era stata ancora ufficialmente presentata e Christian Von Koenigsegg, il futuro svedese più veloce del mondo (piloti esclusi, s’intende…), ce la stava mettendo tutta ma era ancora lontano dal diventare un punto di riferimento nel panorama delle hypercar.
MECCANICA RAFFINATISSIMA. Mentre portava avanti lo sviluppo della CCR, una belva da 806 cavalli e 388 km/h il cui debutto era ormai imminente, Koenigsegg si concentrò sul programma corse in modo da far parlare ancor più di sé. E come biglietto da visita, quattro anni dopo presentò la Koenigsegg CCGT. Un’auto dalle prestazioni a dir poco eccezionali: motore 5.0 V8 (rigorosamente aspirato) da 600 CV, 600 kg di deportanza, peso a secco inferiore alla tonnellata, schema transaxle con cambio sequenziale e dischi freno in materiale composito da 362 mm di diametro.
FORGIATA DA UN PIEDE MOLTO PESANTE. Dello sviluppo della Koenigsegg CCGT si occupò Loris Bicocchi, un vero mago dei collaudi (in Lamborghini dal 1974 al 1989, dove ha imparato i trucchi del mestiere domando la Countach, si è in seguito unito al team Bugatti, dedicandosi alla messa a punto della EB110). L’idea era quella di prendere parte al campionato FIA GT nella classe GT1, la categoria forse più spettacolare in assoluto tra quelle dedicate alle auto stradali e animata da bolidi del calibro di Aston Martin DBR9, Lamborghini Murciélago R-GT, Dodge Viper GTS-R, Ferrari 550 GTS, Maserati MC12 GT1 e Saleen S7-R. Insomma, una concorrenza spietata. Peccato solo che la Koenigsegg CCGT non poté mai dimostrare il proprio valore in pista…
CAMBIO DI PROGRAMMA. Dopo due soli mesi di test, infatti, la FIA cambiò i regolamenti, cestinando le monoscocche in carbonio ed elevando il numero di esemplari stradali richiesti per l’omologazione da 20 a ben 350. Impensabile, per una fabbrica tanto rinomata quanto piccola, sfornare così tante Koenigsegg CCGT (e per di più in così poco tempo). A ogni modo, quest’auto un pezzetto di storia del motorsport che vale la pena di essere ricordato l’ha scritto ugualmente e la CCGT è un unicorno svedese che regala un’angolazione inconsueta da cui scrutare un panorama affascinante come quello dei motori da corsa. E pazienza se non ha avuto alcuna chance concreta di dimostrare di che pasta era fatta nel suo habitat naturale: la pista. Ma che ne è stato di lei, in questi ultimi 15 anni? È stata di proprietà di un facoltoso pilota di motoscafi, che ora ha deciso di separarsene…
TEMPO DI RISCATTO. Nonostante non abbia mai corso, la Koenigsegg CCGT di tanto in tanto ha lasciato il garage a temperatura e umidità controllate dov’era gelosamente custodita per presenziare a eventi e raduni occasionali, naturalmente soltanto dopo un scrupoloso controllo della meccanica. D’accordo, non farla scatenare tra i cordoli di un circuito sembra quasi un delitto, ma chi all’asta Bonhams in programma la prossima settimana al Festival Of Speed di Goodwood è pronto a staccare un assegno tra i 3 e i 6 milioni di euro sarà solo contento di mettere le mani su un’auto praticamente come nuova. A quel punto, starà al suo nuovo, fortunato proprietario decidere cosa fare, se conservarla come una reliquia sotto una campana di vetro, oppure dare fiato al V8 fino alla zona rossa del contagiri. Inutile dirvi che noi non avremmo dubbi…