La 911 finisce fuoristrada, ma non c’è da preoccuparsi
PRONTA AL DEBUTTO. Più di mezzo milione di chilometri in giro per il mondo, di cui oltre 10.000 in fuoristrada. Naturalmente, senza mai alzare il piede dall’acceleratore. La Porsche ha messo in campo i suoi uomini migliori per sviluppare la nuova 911 Dakar, che verrà presentata il prossimo 16 novembre al salone di Los Angeles e sarà la prima “Elfer” stradale della storia con una vocazione prettamente off-road. E, quando sarà il momento, sarà anche interessante confrontarla con la “cugina” Lamborghini Huracán Sterrato che si ispira più o meno alla stessa filosofia.
DUE DAKAR NEL PALMARÉS. Non che la 911 non si sia mai avventurata fuoristrada, s’intende. Anzi. Ha disputato rally e maratone ma, soprattutto, ha vinto due volte la Parigi-Dakar: nel 1984 con una 911 e due anni dopo con la straordinaria 959, che della 911 era una derivazione estremizzata. Ma si trattava di due prototipi che avevano poco in comune con le corrispettive versioni stradali. La 911 Dakar, invece, sarà un modello di serie, dal quale eventualmente si potrà partire per sviluppare preparazioni destinate alle competizioni. Di quest’auto, per ora, si sa pochissimo. A parte il fatto che avrà sospensioni rialzate, pneumatici specifici, rinforzi dove serve per consentire di abbandonare l’asfalto senza patemi d’animo e, ovviamente, la trazione integrale.
MOTORE ANCORA TOP SECRET. Non si sa nulla invece sul motore, ma è verosimile che si tratti del 3 litri biturbo boxer da 450 CV della Carrera 4S e non è neppure da escludere che possa avere le sospensioni pneumatiche ad altezza variabile, visto che i prototipi camuffati intercettati finora avevano distanze da terra un po’ diverse. Ma facciamo anche l’ipotesi suggestiva che la Porsche possa far debuttare su questa 911 “di rottura” anche il motore full-hybrid, del quale si vocifera da qualche tempo, che sembrerebbe ormai prossimo alla presentazione. Nel frattempo, però, la casa tedesca, per creare ad arte ulteriore curiosità, ha mostrato alcuni prototipi impegnati nei test di sviluppo in condizioni diametralmente opposte: dal deserto alla neve. E ha lasciato anche che i collaudatori ne parlassero. Dicendone più che bene, ovviamente, essendo sul libro paga. Ma vale comunque la pena di “ascoltarli”, anche perché tra loro c’è un certo Walter Röhrl, le cui opinioni valgono sempre quanto l’oro colato.
ALLENAMENTO MASSACRANTE CON DUMAS. Per non far rimpiangere nemmeno un bullone della mitica antenata a cui s’ispira, ovvero la 911 in assetto off-road con cui la Porsche si aggiudicò la Parigi-Dakar nel 1984, a Zuffenhausen hanno pianificato un programma di test davvero massacrante per la loro nuova belva. Sarebbe stato troppo “facile” macinare ammortizzatori e semiassi sulle piste sterrate del centro prove di Weissach, a due passi da casa, e così nel piano di allenamenti sono state inserite alcune delle piste più ostiche al mondo. A cominciare dal celebre circuito di prova di Chateau de Lastours, nel sud della Francia, dove da sempre tutti i costruttori mettono alla frusta le loro vetture destinata alla Dakar. “Sapevo che la 911 poteva fare cose miracolose sull’asfalto – ha detto Romain Dumas, che con la Porsche corre come pilota ufficiale e in carriera, nelle competizioni per vetture a ruote coperte, ha vinto praticamente tutto – ma sono rimasto sbalordito per come si è comportata su un terreno così difficile”.
CON LA BENEDIZIONE DI RE WALTER. La 911 Dakar ha superato a pieni voti anche l’esame di Walter Röhrl, vero artista del volante e ambasciatore nel mondo della cavallina di Stoccarda. Il settantacinquenne pilota tedesco, due volte Campione del mondo di rally, l’ha guidata a lungo sulle strade innevate e ghiacciate di Arjeplog, in Svezia: “È divertentissima da guidare, gira come un orologio e non ti mette mai in crisi. È capace di tutto”.
VOLA SULLE DUNE. Non solo ghiaia e neve: la nuova 911 Dakar ha dovuto dimostrare di che pasta è fatta anche sulle piste sabbiose del deserto. Su e giù per ripidissime dune di sabbia finissima, con dislivelli fino a 50 metri e temperature spesso superiori ai 40°C, i collaudatori l’hanno spinta senza pietà, trovandola al contempo eccezionale anche sull’asfalto, nonostante un’altezza da terra notevole per un’auto sportiva e le gomme tassellate. “All’inizio non avevo il coraggio di spingerla al limite – ha confessato il collaudatore Lars Kern -, ma quando ho cominciato a farlo sono rimasto sorpreso da quanto sia agile e maneggevole. L’ABS è stato studiato per migliorare le frenate sulla ghiaia e i pneumatici da fuoristrada garantiscono una trazione eccezionale. Questa macchina è davvero uno spasso da guidare”.