Jaguar C-Type, Continuation Series da batticuore
Il suo grande giorno è arrivato: la Jaguar C-Type Continuation Series è stata svelata sul prato verde rasato di tutto punto dell’Hampton Court Palace, a East Molesey, nel Surrey, dove si è svolto il tradizionale défilé di 60 rarissime automobili di ieri e di oggi, alcune delle quali mai viste prima in Gran Bretagna. Ma gli appassionati più curiosi e sognatori saranno senz’altro felici di sapere che non serve andare oltre la Manica per sognarla: collegandosi a un mini-sito dedicato, con pochi, semplici click possono già configurarla virtualmente, scegliendo il colore della carrozzeria, degli interni e persino se far mettere o no sul cofano e sulle fiancate il tondo bianco in cui disegnare il proprio numero di gara preferito.
IDENTICA ALL’ORIGINALE GRAZIE AL CAD 3D. Nell’intramontabile British Racing Green o nel quasi onirico Pastel Blue, passando per molte altre tinte pastello e metallizzate, rinasce, letteralmente da zero, un autentico mito della produzione automobilistica della Jaguar: la C-Type identica a quella che nel 1953 Tony Rolt e Duncan Hamilton portarono alla vittoria nella ventiduesima edizione della 24 Ore di Le Mans. A cinquant’anni tondi dal primo, storico trionfo della casa del giaguaro nella corsa di durata più famosa al mondo (nel 1951 furono Peter Walker e Peter Whitehead, sempre con una C-Type, a dominare la corsa), prende l’avvio una Continuation Series che per Jaguar Classic – la divisione del gruppo specializzata nel restauro e nella riproduzione dei modelli del passato – ha rappresentato una sfida senza precedenti. Per la prima volta, infatti, i maestri artigiani di Coventry, abilissimi nel riprodurre le tecniche dei battilastra del passato, si sono serviti di avanzati software di CAD 3D che hanno consentito di ottenere una modellazione fedelissima del bolide concepito mezzo secolo fa da Malcom Sayer, vessillo di un connubio di eleganza formale e rigore tecnico che conosce pochi eguali nella storia dell’automobile.
TESTATA PER ANDARE AL MASSIMO. La C-Type dei giorni nostri nasce con il beneficio delle più moderne tecnologie di prototipazione, ma in buona parte è costruita a mano con materiali che il team di esperti della Jaguar ha preso direttamente dai vecchi depositi dell’azienda. Il processo di omologazione non ha fatto sconti, perché l’obiettivo era realizzare un’auto d’epoca nuova di zecca da spingere alla massima velocità in piena sicurezza. Va detto che non sarà certo un divertissement alla portata di tutti, perché i 220 cv sprigionati dal sei cilindri in linea di 3,4 litri – complice anche l’alimentazione singola, garantita da 3 carburatori Weber a doppio corpo – promettono sonori calci nella schiena a ogni affondo del pedale del gas, ma i gentlemen drivers con il piede pesante che l’acquisteranno saranno più sereni nello spingere al massimo il loro gioiello sapendo che i collaudatori hanno mantenuto la lancetta del tachimetro a fondo scala per ben 1600 chilometri non riscontrando alcun tipo di problema. Tradotto, significa che la nuova Jaguar C-Type potrebbe macinare a tutto gas l’intero percorso della Mille Miglia, Brescia-Roma e ritorno, senza il minimo affanno. Peccato solo che, da regolamento, sia troppo moderna per partecipare…