Italdesign, la fabbrica del futuro

Italdesign, la fabbrica del futuro

Un filo tiene unita la Lamborghini Calà alla bottiglia S. Bernardo con le gocce. Un leit motive collega la progettazione della macchina da caffè Uno Capsule System alla Lotus Esprit degli anni Settanta. Una stessa chiave di lettura accomuna la Fiat Panda e il cronografo Astron GPS Solar. All’Italdesign di Moncalieri, alle porte di Torino, passato, presente e futuro s’intrecciano in un’armonia di forme e volumi unica. Progetti applicati ai settori più disparati dell’industrial design e destinati a cambiare il nostro tempo, il nostro modo di pensare e di agire.

LO SGUARDO È AL FUTURO. Il traguardo del primo mezzo secolo di attività dell’Italdesign – festeggiato lo scorso giugno in occasione dell’ormai ex salone dell’auto di Torino (oggi Milano – Monza Open Air Motor Show, ndr) – ha rimarcato i successi del passato e, contestualmente, proiettato l’azienda verso i suoi prossimi cinquant’anni. Quei ‘Next 50’ – per usare le parole dello slogan coniato in via Achille Grandi – che vedono l’Italdesign come uno dei principali attori mondiali delle trasformazioni e dei cambiamenti che investiranno la la mobilità e, più in generale, l’intero comparto della produzione industriale.

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UN CONNUBIO UNICO DI STILE E FUNZIONE. L’evento di oggi, disegnato in primo luogo per le aziende partner e i clienti (sono a decine, sparsi in tutto il mondo), ha offerto uno sguardo su un futuro tutto da scrivere, ma che qui appare concreto, tangibile, a portata di mano. Come se immaginare il domani dell’auto, delle smart city e di tutto quello che concerne la mobilità 2.0 fosse la cosa più facile del mondo. L’Italdesign è un’eccellenza a livello mondiale e basta fare una passeggiata nei corridoi per rendersene conto. Una porta socchiusa lascia intravedere una parete su cui è appeso il disegno tecnico della prima Volkswagen Golf, mentre poco più avanti una lunga serie di vetrinette illuminate mostra le creazioni più disparate, dai caschi ai bicchieri, dalle macchine fotografiche ai palloni da basket. Tutti oggetti in cui stile e funzione si fondono per offrire un’esperienza sensoriale e di utilizzo unica.

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ISPIRAZIONE E FORMAZIONE. Dopo un caffè di benvenuto, cominciamo a visitare le aree di più recente costruzione, sorte per aumentare il (già amplissimo) raggio d’azione dell’azienda, una delle poche al mondo, se non l’unica, a offrire una competenza progettuale e produttiva a 360 gradi. Si parte dal Learning Lab, un luogo di grande ispirazione e formazione per i giovani che muovono i primi passi in azienda e, in generale, per i neoassunti. Quarantuno negli ultimi nove mesi, buona parte dei quali ha trovato un posto nell’e-mobility, un settore in cui lavorano ben 93 dei 926 dipendenti totali.

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EMISSIONI SOTTO CONTROLLO. Una misura tangibile dell’ultimo piano d’investimenti attuato, pari a circa 24 milioni di euro, è resa dall’obiettivo 1000 lavoratori fissato per la fine del 2020, ma anche dal nuovo Powertrain Emissions Lab. Si tratta di un reparto specializzato nei test sulle emissioni costato 10 milioni di euro e sviluppato in sinergia con diversi partner, tra cui la tedesca FEV, il cui personale opera ventiquattro ore su ventiquattro, cinque giorni alla settimana – per un totale di cinquemila cicli di lavoro all’anno – sull’innovativo banco a rulli istallato nella Roller Bench Climatic Room e collegato ai centri d’analisi e controllo dei dati. I test, che beneficiano di metodologie in continuo aggiornamento, includono anche prove su strada, realizzate grazie ad appositi dispositivi di misurazione applicati direttamente sulle vetture.

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REALTÀ VIRTUALE: COME CAMBIA LA VITA A BORDO. Gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore della realtà aumentata si concentrano tutti nello Human-Machine Interface Lab, una sorta di “stanza dei miracoli” dove i tecnici dell’Italdesign sono in grado di riprodurre con un realismo impressionante il rapporto quotidiano uomo-macchina. Agendo fisicamente su una struttura che replica l’abitacolo e la carrozzeria, i tester sono in grado di visualizzare in simultanea su uno schermo il comportamento delle parti e, quindi, di valutare con estrema precisione il grado di conformità ai criteri ergonomici prestabiliti. Nello stesso laboratorio, la Italdesign sviluppa il proprio sistema di Infotainment, basato sulla piattaforma Android e in grado di riconoscere l’utente attraverso una telecamera.

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IL FUTURO È GIÀ QUI. Ultimo fiore all’occhiello, a circa un chilometro dalla sede di via Achille Grandi, lo stabilimento di Vadò. Un unico, arioso edificio dove il magazzino e i reparti di produzione comunicano direttamente per garantire un flusso dei materiali più rapido ed efficiente. In una fabbrica avvolta da un silenzio surreale, deserta per l’assenza degli operai in pausa pranzo, i presenti sono stati raggiunti dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino. Non è un volto nuovo, da queste parti, la prima cittadina torinese, che con la Italdesign sta portando avanti con profitto una collaborazione articolata su diversi fronti per quel che riguarda la mobilità futura della città. Sistemi integrati per trasformare Torino in una smart city e migliorare il rapporto tra cittadini e mezzi di trasporto. Ne è un esempio InTO, tecnologia installata su tutti i treni della metropolitana che unisce un sistema di misurazione dei flussi dei passeggeri a una segnaletica luminosa che indica le carrozze meno affollate su cui salire. In attesa di vedere volare nel cielo sopra Torino ‘All in One’, airbus metà drone e metà auto che sembra sceso dallo spazio, il futuro della mobilità cittadina comincia da qui. Con l’Italdesign a fare da apripista, in testa a tutti.

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