Isotta Fraschini: chi c’è dietro a questa rinascita?
La Isotta Fraschini torna a rappresentare l’automobile sportiva italiana con la hypercar Tipo 6 LMH, nata attorno al regolamento del World Endurance Championship che ha preso il via pochi giorni fa. Il rinato marchio milanese (anche se con un Presidente veneto, Alessandro Fassina, campione del mondo rally Gruppo N nel 1993) ha annunciato la partecipazione alle gare del Campionato Mondiale Endurance 2023 (auspicabilmente a partire dalla 6 Ore di Monza di luglio) con la Tipo 6 LMH Competizione affidata al Team Victor e il successivo debutto di una variante per i track-day, la Pista, in arrivo a fine anno. Ci sarà poi un modello per la circolazione sulla pubblica via, la Strada, atteso per il 2026, targabile come esemplare unico ripetibile nei Paesi che ammettono questo tipo di omologazione e riconoscibile per l’assenza dell’ala posteriore.
100% ITALIANA. Per la Tipo 6 LMH Pista è prevista una produzione di 50 esemplari in 5 anni, mentre per la Strada si parla di 30-40 vetture all’anno. Ogni esemplare, prodotto nella factory Michelotto Engineering di Padova (dove sono nate alcune delle Ferrari granturismo e da rally più gloriose e vincenti degli ultimi 45 anni) sarà in vendita a 2,75 milioni di euro, più tasse locali. Questa espressione, una e trina, dell’orgoglio tecnologico italiano, è un concentrato di “made in Italy” difficilmente riscontrabile su altre autovetture, hypercar comprese. Motore, telaio, freni (Brembo), sospensioni, pneumatici (Pirelli) sono tutti prodotti in Italia.
VA FORTISSIMO. La Tipo 6 LMH adotta la stessa impostazione tecnica con sistema di propulsione ibrido e trazione integrale elettrica per le tre configurazioni: motore turbo centrale-posteriore a 6 cilindri e 3 litri di cilindrata per oltre 700 CV (in versione Competizione) e unità elettrica anteriore da 200 kW (272 CV) per una potenza di sistema di circa 1000 CV. Il cambio è sequenziale a sette rapporti. Il peso è nell’ordine della tonnellata, da cui un rapporto peso-potenza nell’ordine di 0,98 kg/CV. Sempre in tema di numeri, alcuni dati appaiono impressionanti: il carico aerodinamico è di oltre 700 kg a 200 km/h e l’accelerazione da 0 a 100 km/h richiede 2,2 secondi, per raggiungere i 200 km/h dopo soli altri 4,5 secondi.
SU MISURA PER IL CLIENTE. Per la versione Pista è previsto un programma di assistenza on-track che permetterà ai piloti-gentleman di beneficiare dell’intervento del personale della Michelotto Engineering sui circuiti dove intenderanno utilizzare la propria Tipo 6 LMH, tanto in Europa quanto, per esempio, negli Stati Uniti, dell’esperienza e della competenza di piloti professionisti per scoprire i limiti della vettura e di una logistica a 360 gradi on-demand che arriverà a comprendere anche il servizio di custodia, gestione e trasporto dell’auto.
UN TEAM DI ALTO LIVELLO. La compagine societaria è ai massimi livelli, con nomi che costituiscono una garanzia di serietà per il successo del programma. Al vertice di Isotta Fraschini Milano c’è Alessandro Fassina, Campione del Mondo Rally Gruppo N nel 1993 su Mazda 323 GT-R e Presidente del nuovo sodalizio milanese, mentre nel consiglio di amministrazione figurano Enzo Panacci nel ruolo di Amministratore Delegato, Giuliano Michelotto e il direttore sportivo Claudio Berro. L’investimento complessivo è nell’ordine dei 100 milioni di euro, di cui un terzo circa già impegnato per avviare l’attività e mettere in pista il primo esemplare della Tipo 6 LMH Competizione. Quest’ultima è apparsa – in occasione della presentazione alla stampa avvenuta nei locali dell’Automobil Club Milano a sottolineare l’origine meneghina del marchio – nell’iconica livrea bianco-rosso-blu della gloriosa Casa che venne fondata nel 1904 (staccando la prima licenza di Costruttore automobilistico). Per pilotarla in gara si auspica il contributo di un pilota professionista del settore endurance ma i vertici societari non si sono sbilanciati su eventuali nomi.
STRADA. Attesa al debutto nel 2026, per una produzione di circa 50 esemplari all’anno, è riconoscibile per l’assenza dell’ala posteriore, cui corrisponde una deportanza meno esasperata. Dotata di controlli elettronici di trazione e stabilità, riprende l’impostazione ibrida con trazione integrale elettrica ottenuta con il motore anteriore elettrico da 200 kW per oltre 900 CV di potenza di sistema. Raggiunge i 370 km/h, passa da 0 a 200 km/h in meno di 6 secondi e dispone di ammortizzatori regolabili su 5 posizioni.
PISTA. La variante dalle prestazioni estreme riprende l’impostazione della Competizione senza i limiti regolamentari di quest’ultima. Ai 750 CV del motore turbo 6 cilindri da 3 litri di cilindrata si aggiungono i 200 kW dell’unità elettrica anteriore (alimentata da una batteria agli ioni di litio da 900 V) per oltre 1020 CV di potenza combinata e soli 1000 kg di peso. Le sospensioni sono a doppio braccio oscillante con barre di torsione e i freni presentano dischi in carbonio Brembo da 380 mm di diametro sull’avantreno e da 355 mm sul retrotreno.
COMPETIZIONE. Chiamata a rispettare le regole FIA per la categoria WEC LMH, ha un peso minimo di 1030 kg e oltre 970 CV di potenza massima di sistema, con 700 CV espressi dal propulsore 6 cilindri 3 litri turbo. Il cambio è trasversale a 7 marce, sequenziale. Lunga 500 cm, larga 200 cm e alta 126 cm, poggia a terra su cerchi da 12,5 pollici davanti e da 14 pollici dietro con pneumatici rispettivamente 29/71-18 e 34/71-18. L’impianto frenante è di tipo “brake-by-wire” con dischi in carbonio e pinze a 6 pistoncini davanti e a 4 dietro.