Impatto Zero: il protocollo green per le classiche
Si sa, il recente piano di transizione energetica sta facendo storcere il naso ai petrolhead. Toccando particolarmente nel profondo quelli della vecchia scuola, amanti delle sonorità roche dello scarico e dei lucenti cerchioni a raggi con serraggio a galletto. Caratteristiche che solo un veicolo storico può vantare e sfoggiare. Quindi, se il titolo vi avesse spaventato niente panico, perché il protocollo ‘Impatto Zero’ di ASI, non andrà a toccare l’oggetto dell’evento – ossia il veicolo storico, ma segnerà la strategia per rendere più sostenibile l’organizzazione degli eventi e dei raduni.
UN ATTEGGIAMENTO VIRTUOSO. Sì, perché il panorama delle ruote classiche è un ecosistema. Costituito principalmente da gentleman e collezionisti che vogliono mantenere viva la tradizione e il legame con il passato, incoraggiando sia il culto per la storia dell’auto che atteggiamenti di valore, con ideali mirati e significativi. Un concetto racchiuso nel progetto “Impatto Zero”, che supera l’idea di mera normativa, per incentivare le pratiche di sostenibilità negli eventi dell’Automotoclub Storico Italiano.
UNA NORMA ORGANIZZATIVA. Con ‘Impatto Zero’ i raduni storici rispetteranno la norma ISO 20121, il recente standard di carattere internazionale che certifica le sostenibilità delle procedure di organizzazione e gestione degli eventi. È importante segnalare, che l’applicazione di ‘Impatto Zero’ non riguarderà l’oggetto della manifestazione, cioè il veicolo storico, bensì l’intero sistema organizzativo, se capace di minimizzare l’impatto ambientale.
I PUNTI CARDINE. Per ottenere la certificazione ISO 20121, si partirà proprio dal protocollo regolamentare. Una normativa, in questo caso, elaborata dall’ASI, che pone particolare attenzione all’ottimizzazione delle risorse idriche ed energetiche, alla produzione di rifiuti, al riciclo e riuso di materiale utilizzato nei raduni. Ci sarà anche un occhio di riguardo all’informatizzazione nella gestione dell’evento, per evitare l’utilizzo della carta. Ultimo punto, ma non per importanza (anzi), i raduni storici vedranno partenze scaglionate e la limitazione del chilometraggio giornaliero, che consenta l’abbattimento delle emissioni di CO2 dei veicoli partecipanti.
IMPATTO ZERO. È il caso di dirlo, infatti, ASI ha più volte evidenziato l’irrisoria incidenza ambientale dei veicoli storici certificati. Mezzi che in Italia rappresentano solo lo 0,13 percento del parco circolante totale e che hanno una media annua di percorrenza chilometrica di appena 1000 km per singola unità. Tuttavia, l’Automotoclub Storico Italiano non si ferma solo ai numeri, e introduce il programma di piantumazione, compensando le emissioni di CO2 degli eventi e ottenendo con i nuovi alberi piantati il bilancio zero della CO2. E non si tratta di un progetto ancora sulla carta: il recente Giro Motociclistico di Sicilia (inserito nel calendario della serie ASI Circuito Tricolore) è stata una delle prime manifestazioni a rispettare la norma ISO 20121. (Testo: Federico Giavardi)