Il sogno di Aehra comincia a prendere forma
INIZIATIVA GIOVANE. Le suggestioni per tenere monitorata l’iniziativa con molto interesse ci sono tutte. La sostanza vera e propria, invece, manca ancora. Però c’è un passo in più rispetto alla presentazione, risalente allo scorso luglio scorso, della start-up italoamericana Aehra: sono stati diffusi i bozzetti di quello che dovrebbe essere il primo modello ad essere lanciato nel 2025. Si tratta di suv dalle linee molto filanti, con sbalzi ridottissimi permessi dalla meccanica ovviamente elettrica, un abitacolo molto esteso in rapporto alle dimensioni esterne e portiere ad “ali di gabbiano”. Ma l’Aehra ha annunciato che entro il mese di ottobre mostrerà la vettura in “carne e ossa” e ne annuncerà anche il nome.
DESIGN ITALIANO. Sicuramente tra gli aspetti interessanti dell’iniziativa ci sono la paternità parzialmente italiana (i responsabili dell’operazione, che si basa su capitali privati, sono l’americano Hazim Nada e il nostro connazionale Sandro Andreotti), l’internazionalità dello staff di progettazione (con l’obiettivo di garantire “il meglio dei materiali e dell’ingegneria globali, per portare un cambio di paradigma nell’esperienza del cliente”) e la direzione stilistica di Filippo Perini (nella foro sopra), che ha disegnato per Lamborghini dal 2004 al 2015, ma è passato anche da Alfa Romeo, Audi e Italdesign.
GRANDI AMBIZIONI. E incuriosiscono molto i piani aziendali: produzione compresa tra le 15 e le 25 mila vetture all’anno, un line-up destinato ad ampliarsi praticamente da subito anche con una berlina (che verrà presentata a febbraio e condividerà il 70% degli elementi con il suv) e, come “territorio di caccia”, lo stesso mercato della Porsche Taycan, dal momento che sono stati anticipati per i primi due modelli prezzi di 160/180 mila euro. E anche le premesse tecniche intrigano: 800 km di autonomia e un peso che, grazie all’impiego di materiali compositi inediti, “sarà inferiore di una percentuale in doppia cifra rispetto a quello dei modelli elettrici di pari categoria della concorrenza”.
DUBBI DA CHIARIRE. Per contro suscitano qualche perplessità le tempistiche, dal momento che a tre anni dall’inizio teorico delle consegne non esiste ancora un impianto produttivo e non è stato neppure annunciato dove potrebbe sorgere. Anche se forse sarebbe meglio parlare di “assemblaggio”, più che di “produzione”, dal momento che la strategia di Aehra è quella di avvalersi di fornitori esterni per tutti i componenti, approvvigionandosi soprattutto in Asia per quanto riguarda la parte elettrica). E anche la costituzione, da qui al 2025, di canali di distribuzione mondiali per alimentare da subito “mercati chiave tra cui il Nord America, l’Europa, la Cina e gli Stati Arabi del Golfo” pare un obiettivo piuttosto complicato.
Ma, ovviamente, tifiamo per Aehra perché un nuovo player di mercato con un po’ di tricolore sarebbe un motivo di orgoglio nazionale.