Il ritorno di K.I.T.T.: su Prime Video c’è Supercar
Per tutta quella generazione di car maniac che oggi s’avvicina alla fatidica soglia dei quarant’anni, uno dei piaceri infantil-mattutini più immensi – quando non c’era scuola o quando si riusciva a trovare un’ottima scusa per non andarci – consisteva nel piazzarsi per almeno due ore davanti ad uno schermo con un tubo catodico sul retro. Standosene comodamente a letto, magari in pigiama, ci poteva avvalere – grazie alle allora reti Fininvest – del meglio che l’America offriva in termini di serie TV. Tra le innumerevoli sequenze telefilmiche che nella seconda metà degli Anni ’80 popolavano il palinsesto diurno di Italia 1, la più avvincente era quella composta dal trio Hazzard – A-Team – Supercar. I cugini Duke guidavano la loro Charger del 1969 – bella, ma povera di ‘contenuti’ – mentre lo scapestrato manipolo comandato da Hannibal Smith, generalmente, si spostava utilizzando il GMC Vandura dell’eccentrico P.E. Baracus – comodo e cool, ma non certo entusiasmante. Il più fortunato del lotto, apparentemente, era lo statuario Michael Knight – al secolo David Hasselhoff, poi capitan/bagnino in Baywatch – che scorrazzava per gli States al volante della sbalorditiva auto K.I.T.T., acronimo di Knight Industries Two Thousand.
NESSUNA COME LEI. Tra il 1984 e il 1987 – periodo in cui fu trasmessa la serie in prima TV sui nostri schermi – niente poteva esserle paragonato quanto a tecnologia di bordo. Era una vettura nera dalla linea filante, indistruttibile, controllata da un’intelligenza artificiale parlante, oltremodo saccente e in grado d’esperire stati d’animo diversi. Non mancavano: un potente scanner frontale capace d’analizzare e radiografare la qualunque, un sistema Turbo Boost per spingere la vettura al di là di ogni ostacolo, lo Ski-Mode con cui viaggiare in bilico su due ruote grazie alla pressione di un tasto, un navigatore satellitare multifunzione d’antan, una connessione ‘in rete’ con database altrui – FBI, polizia e quant’altro – e molto altro ancora. Una chicca che forse non sapevate: la luce rossa anteriore, che rimbalzava da un lato all’altro della feritoia sul muso, era modellata sull’occhio dei Cylon di Battlestar Galactica, da cui prese in prestito anche lo stesso effetto sonoro. La vettura era anfibia, dotata di guida autonoma che oggi definiremmo di Livello 5 e – grazie alla modalità Super Pursuit – sofisticata al punto di modificare la propria aerodinamica per spingersi fino a velocità prossime ai 480 km/h. Roba da restare a bocca aperta.
RITORNA IN STREAMING. Peccato che, nella realtà, K.I.T.T. non fosse altro che il parruccamento ben riuscito di una banale Pontiac Firebird Trans Am del 1982, customizzata con 100mila dollari di props realizzate sotto la supervisione del designer Michael Scheffe. Sotto al cofano aveva un V8 da 5.0 litri in grado di erogare appena 145 cavalli. La Casa automobilistica di Detroit, ai tempi, venne letteralmente subissata dalle richieste dei clienti che bramavano una Trans Am nera, con interni color marrone e luce rossa sul paraurti anteriore, proprio come la Supercar guidata dall’affabile David Hasselhoff sul piccolo schermo. Ebbene, per la gioia di tutti i nostalgici, Supercar è disponibile da qualche giorno in streaming su Amazon Prime Video. Noi di Veloce abbiamo già programmato la visione di tutte e quattro le stagioni e voi?