Il mondo auto è in panne: mancano i micro-chip
Playstation contro suv, smartphone contro citycars. Ve lo avevamo già preannunciato che questo sarebbe stato a breve lo scenario nell’industria dell’auto, sempre più alle prese con la penuria sul mercato di semiconduttori. Una crisi legata po’ al Covid che ha fatto impennare la produzione e le vendite dei device elettronici, dai computer alle consolle; un po’ al costante aumento del peso dell’elettronica nell’auto, soprattutto a causa dei veicoli elettrici e dello sviluppo dei sistemi di guida autonoma, compresi quelli non evidenti e spettacolari, ma iper-funzionali e già in adozione come la piattaforma Car-to-X dell’Audi. A lanciare nuovamente l’allarme per il settore auto è stato in questi giorni il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, durante la conference call sui conti 2020 del gruppo. “Vedo due ostacoli nel 2021 – ha detto il super-manager – le materie prime e i chip. Stiamo cercando alternative per compensare i fornitori in difficoltà”.
UNA LOTTA QUOTIDIANA. L’impatto che la carenza di chip può avere sull’industria dell’auto non è facilmente quantificabile, tenuto anche conto del fatto che la crisi interessa soprattutto alcuni optional, ma il dossier chip è ormai sul tavolo di tutti i numeri uno del mondo dell’auto. Pochi giorni fa il CEO di Renault, Luca De Meo, aveva parlato di una “lotta quotidiana” per accaparrarsi i chip, tanto che sono scesi nell’arena anche i governi. È il caso di Germania e Stati Uniti che hanno chiesto un intervento al ministro dell’Economia di Taiwan per fare pressioni sulla Tsmc che produce circa il 50 percento dei microchip contesi tra colossi dell’auto e quelli dell’elettronica. Gli altri big del settore sono Infineon, l’italiana Stm, Nxp e Renesas, ma è a Taiwan che si concentra il grosso della produzione dei minuscoli ‘controllori’ essenziali per gestire funzioni complesse, come radar, Adas, sensori, airbag e sistemi di infotainment.
LE ‘BIG’ SI MUOVONO. Tsmc ha promesso di metterci una pezza e di aumentare la sua capacità produttiva, che però sarebbe già ai massimi. Per l’azienda taiwanese il mondo dell’auto conta solo il 3 percento del fatturato al momento, ma è destinato a crescere rapidamente, tanto che hanno previsto un investimento gigante da 25 miliardi di dollari per aumentare la capacità produttiva di chip negli stabilimenti attuali e costruirne uno nuovo a Phoenix, in Arizona. Anche Stm che rifornisce colossi come Bosch e Continental ha deciso di investire quest’anno fino a 1,8-2 miliardi di cui 1,1-1,2 mliard iper nuova capacità di chip nelle sedi di Agrate, Catania, Crolles, Singapore). Ma queste misure non bastano. Anche i fornitori di microchip devono fare i conti con la penuria di materie prime e di macchinari adatti a quelle particolari produzioni, che una volta trovate vanno messe in funzione, cosa che non prende meno di sei mesi.
DANNI PER 60 MILIARDI. Intanto, l’effetto sulle case automobilistiche si sta già facendo sentire, mettendo a rischio la ripresa di un mercato già sofferente e alle prese con un cambio di paradigma produttivo – dal termico all’elettrico – costoso e tecnologicamente impegnativo, che a sua volta aumenta il fabbisogno di semiconduttori per le vetture. Attualmente i ritardi – che hanno pesantemente colpito Gm, Ford e Tesla in America e il gruppo Volkswagen in Europa – arrivano per alcuni modelli fino a 30 settimane, ma le cose potrebbero aggravarsi. Secondo le stime di alcuni analisti di mercato, solo nei primi tre mesi dell’anno potrebbero andare in fumo un milione di veicoli in tutto il mondo e la crisi potrebbe estendersi a tutto il primo semestre. Un danno, si calcola, di circa 61 miliardi di dollari sull’industria, con una perdita a fine anno fino a 5 milioni di auto prodotte. Una montagna: nel 2020 le vetture vendute in tutto il mondo sono state 64 milioni circa. Come andrà è difficile prevederlo, ma qualcuno già parla di chip prodotti in casa dai costruttori automobilistici, sul modello dei giganti della Silicon Valley. Insomma, sempre meno motori e puzza di benzina e sempre più circuiti prestampati e intelligenza artificiale nel futuro dell’auto. Che mai avrebbe pensato di contendersi il mercato con una smart-tv.