Il 2021 dell’auto: tante EV, ma molti ‘segni meno’
L’elettrico si conferma anche in questo inizio 2021 il baluardo del mercato dell’auto per evitare l’ecatombe da pandemia. Non solo in Italia e in quei paesi che hanno adottato robuste misure di incintivi per la transizione all’elettrico, ma un po’ dappertutto. È l’aspetto più evidente, oltre alla sofferenza complessiva del settore, che emerge dai dati di febbraio scorso sulle immatricolazioni in Europa, diffusi dall’ACEA, l’associazione che riunisce i produttori di auto del Vecchio continente. A contenere il tracollo delle vendite, infatti, sono soprattutto i mercati dove i sostegni governativi sono più corposi o con restrizioni anti-pandemia più generose.
UNA SFLIZA DI ‘MENO’. A febbraio di quest’anno le immatricolazioni dell’area che include l’Unione europea, più il Regno Unito e i Paesi Efta, hanno fatto registrare un calo complessivo del 20,3 percento, a quota 850.170 unità. A febbraio 2020, per fare un confronto, erano state immatricolate 1.066.172 auto. Nella sola Unione Europea le immatricolazioni sono calate del 19,3 percento a quota 771.486 auto. L’andamento fortemente negativo ha caratterizzato tutta l’area con la sola eccezione di due mercati sostanzialmente marginali anche se ricchi, come la Svezia (+5,3 percento) e la Norvegia (+3,3 percento), che finora hanno adottato misure anti-Covid meno rigorose di altri. Nell’ambito dei cinque maggiori mercati dell’Europa Occidentale, gli incentivi alle vetture tradizionali hanno permesso all’Italia di contenere il calo al 12,3 percento a febbraio contro le flessioni del 19 percento in Germania, del 20,9 percento in Francia, del 35,5 per cento nel Regno Unito e del 38,4 percento in Spagna.
TRA EV E INCENTIVI. Ovviamente, le associazioni della filiera levano le loro grida di dolore e lanciano l’allarme. “Le misure restrittive dovute alla terza ondata pandemica e l’incertezza del quadro economico continuano a pesare sul mercato auto europeo che, dopo un’apertura dell’anno in pesante ribasso (-25,7 percento), conferma un trend negativo anche a febbraio (-20,3 percento), il peggior febbraio in termini di volumi dal 2013”, ha rilevato Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia. Dal Centro studi Promotor (Csp) hanno sottolineato l’unica nota positiva, ovvero che in tutti i Paesi europei si assiste a una crescita delle immatricolazioni di auto elettriche o ibride. In particolare, “è un effetto dei forti incentivi per queste auto in vigore in quasi tutti questi paesi con stanziamenti generalmente molto superiori alla capacità del mercato di usufruirne per le carenze infrastrutturali che ancora penalizzano la diffusione delle auto elettriche”, spiegano al Csp. Ma per quanto ancora l’elettrico e gli incentivi potranno contenere il bagno di sangue? A rischio c’è l’intera filiera automotive che in Italia, fornitore anche dei tedeschi, vale decine di miliardi.