Harley Davidson Pan America, custom a chi?

La prossima volta che uno mi dice che il mondo va alla rovescia mi tocca dargli ragione. Era già successo negli Anni ’90, quando la bicilindrica più sognata da rapper, allora ancora Jovanotti, ma anche da colletti bianchi e incalliti, era quella di Milwaukee. A tal punto che in BMW avevano provato a correre ai ripari inventandosi una custom boxer munita, che piazzarono pure sotto il sedere di uno 007 con la faccia da Brosnan. L’esperimento, poco credibile, non venne premiato dai centauri. A trent’anni di distanza i ruoli si sono invertiti. E così, adesso che i due cilindri più bramati sono quelli bavaresi messi di traverso su tourer travestite da enduro, gli yankee dell’Harley vengono fuori con la Pan America.

UNA SBIRCIATINA. Per ora circolano queste foto, trattasi di una manciata di pre serie che scorrazza tra le Sierre della California. Look decisamente a stelle e strisce, hanno linee pulite e decise. Con un cupolino, col faro integrato, che si rifà alle musclecar degli Anni ’70 (passando anche per quel cupolone della sorellona, la Road Glide Special). E che piace al pubblico giusto di questo modello. Già perché chi compra le endurone, di solito è un automobilista che alle due ruote di grossa cilindrata è arrivato via scooterone. E quindi è più contento se circondato da cose che non lo facciano sentire un pilota fuor d’abitacolo (tipo un bel marchio automobilistico sempre in vista sul serbatoio, o perché no, qualche richiamo estetico a coupé che furono).

BIG TWIN FOREVER. Il motorone che si vede sotto il serbatoio è sempre lui (anche se debitamente rivisto e corretto), e cioè il classico bicilindrico a V di 45 gradi. Una delle cifre del motorismo d’oltreoceano. Raffreddato ad acqua, il Revolution Max ha una cilindrata di 1250 cc e sguinzaglia 145 cavalli (la coppia massima è di 122 Nm). Da quel che si sa avrà paraurti laterali che si integrano perfettamente con la linea della fiancata e che, per massimizzare l’effetto protezione, al suo interno avrà le luci supplementari. Aspettati un kit di borse rigide in alluminio, se ti ispiri a qualcuno devi ispirarti ai migliori (no?). L’impianto frenante, rigorosamente Brembo, ha le pinze radiali, mentre la trasmissione finale è a catena (niente cinghia, ahimè). Vuoi saperne di più? Devi aspettare febbraio, quando finalmente la promessa diventerà realtà (ma questa volta per davvero, visto che il lancio è già stato rinviato di un anno…). Per ora accontentati di girarci intorno, sfogliando le foto qui sotto. Non ti bastano? Allora guardati il video ufficiale qui sotto.