GMA T.50s Niki Lauda: per la pista, a 12mila giri
A sei mesi di distanza dal lancio della T.50 (qui per saperne di più), in occasione di quello che sarebbe il 72esimo compleanno di Niki Lauda, Gordon Murray Automotive ha presentato la versione da pista del loro gioiello supremo. Fu proprio il pilota austriaco, infatti, a guidare verso la vittoria la Brabham BT46B, una delle monoposto di Formula 1 su cui lavorò il giovane Murray, caratterizzata dall’ormai celebre ventola posteriore che ne migliorava superlativamente l’aderenza in ogni curva.
LEGGERISSIMA. La T.50s Niki Lauda, già sulla carta, soddisfa tutti i requisiti necessari per rappresentare un’inedita pietra miliare nella storia dell’automobilismo: motore V12 aspirato Cosworth da 3,9 litri che passa da 663 a 711 cavalli, regime di rotazione massimo incrementato fino a 12100 giri e massa complessiva scesa da 986 a 852 chilogrammi. Il suo rapporto peso potenza arriva così ad 1,2 kg/cv: per fare un esempio, quello di una Bugatti Chiron è intorno a 1,33 kg/cv. Tra le altre peculiarità riprogettate dal team anglosassone ci sono aspirazione, scarico in Inconel e una nuova trasmissione sequenziale a sei marce a sostituire il manuale della T.50 che Gordon Murray in persona ci aveva raccontato qui. E non è finita qui. I 25 fortunati possessori di questo gioiello di tecnica su quattro ruote potranno scegliere tra due differenti set up per il cambio con comandi al volante: da un lato uno con i rapporti ottimizzati per accelerazione e ripresa, dall’altro per la velocità estrema. In virtù della configurazione scelta, la velocità di punta varierà da un minimo di 272 km/h ad un massimo di 336 km/h.
1500 KG DI DOWNFORCE. Per aumentare l’efficienza aerodinamica alle alte velocità, la T.50s Niki Lauda sfoggia una pinna dorsale longitudinale – simile a quella delle monoposto di Formula 1 attuali – e un alettone posteriore di grandi dimensioni. Entrambi i dispositivi lavoreranno in simbiosi con la ventola da 40 centimetri di diametro, aumentando il carico fino a 1500 chilogrammi. Il pacchetto aerodinamico comprende anche un nuovo diffusore, uno splitter frontale rivisto e alcune alette superbamente ingegnerizzate ai lati del paraurti anteriore. Il telaio monoscocca è quello della T.50 da cui deriva, mentre le sospensioni regolabili hanno un’altezza di 87 mm sull’asse anteriore e 116 mm su quello opposto. Naturalmente, i clienti potranno avvalersi dell’esperienza della Gordon Murray Automotive per modificare l’assetto della vettura a seconda delle proprie velleità e dei propri desideri.
TUTTO CIÒ CHE SERVE… E NIENTE ALTRO. L’abitacolo, con il posto di guida centrale come la tradizione di Murray vuole, è ancora più minimal se paragonato a quello della T.50 standard ed è punteggiato esclusivamente dai comandi utili ad affrontare la pista. Qualsiasi essa sia. Il sedile alla destra del pilota è stato rimosso e al suo posto è stato installato un estintore; a sinistra, invece, potrà accomodarsi un’indomito passeggero — a meno che il proprietario, decida di far rimuovere anche quel guscio per ridurre ulteriormente il peso della sua track day car.
COME LEI, NESSUNA. A detta di Murray — che come sempre s’esprime in maniera molto schietta e senza mezze misure — l’insieme delle caratteristiche tecnico-ingegneristiche di cui la T.50s Niki Lauda è farcita, porterà questo unicum automotive ad offrire prestazioni e sensazioni di guida non raggiungibili da alcuna super/hypercar sul mercato. Nè oggi, né mai. Si parla di un livello prestazionale e dinamico paragonabile solo a quelli di LMP1 e Formula 1. Ogni unità – 25 e non di più, come accennato poc’anzi – recherà una firma strizza l’occhio alle venticinque vittorie ottenute dalle vetture progettate da Murray per il Campionato Mondiale di Formula 1. La prima T.50s sarà dedicata al Gran Premio del Sudafrica di Kyalami, anno 1974 vinto da Carlos Reutmann — primo podio iridato per il campione argentino — con la Brabham BT44. Non ultimo, ogni vettura porterà in dote un libro in cui si racconterà la gara a cui è stata associata, con testimonianza personale del baffuto e geniale ingegnere inglese. Prezzo? Con il cambio attuale siamo a 3,6 milioni di euro. Forse è arrivata l’ora di rompere i vostri salvadanai, quelli grossi.