Ferrari Daytona: uno dei tre prototipi presto all’asta
VALE MILIONI. Sabato 20 agosto la casa d’aste canadese RM Sotheby’s cercherà un nuovo proprietario per il prototipo della Ferrari Daytona, nell’ambito della vendita all’incanto di Monterey, dove sono attese più di duecento vetture sotto il martelletto del banditore. Proposta con una stima d’asta da 2,25 a 3 milioni di dollari, più del triplo del valore attuale di una 365 GTB/4 Daytona Coupé stradale in condizioni da concorso. Il nome Daytona non è mai stato una designazione ufficiale per il modello di serie, e da tempo si dice che Enzo Ferrari abbia cancellato la nomenclatura in segno di disgusto dopo che era trapelata alla stampa. Ma il prototipo Ferrari Daytona in mostra, numero di telaio 11001, non solo conferisce credibilità all’idea che Daytona fosse un nome originale della fabbrica, ma è anche un’affascinante visione dell’evoluzione del celebre design di Leonardo Fioravanti.
IL SECONDO DI DUE PROTOTIPI. La prima berlinetta Ferrari Daytona completa in forma di produzione, numero di telaio 11929, fu presentata al pubblico al Salone di Parigi nell’ottobre 1968. Ma quell’auto fu preceduta da tre prototipi che dimostrano l’evoluzione del modello rispetto alla Ferrari 275 GTB/4 uscente. Il lotto in questione, numero di telaio 11001, era il secondo di questi tre prototipi. Secondo le ricerche dell’esperto del marchio Marcel Massini, la vettura è stata costruita nel gennaio 1968, 12 mesi dopo che le auto da corsa della categoria Prototipi di Maranello avevano ottenuto una clamorosa tripletta alla 24 Ore di Daytona vinta da Lorenzo Bandini e Chris Amon.
FRONTALE 275, CODA INEDITA. Come esercizio di design per esplorare la carrozzeria del futuro modello, quest’auto fu costruita su un telaio Ferrari 275 GTB/4 ed equipaggiata con il motore 275 da 3,3 litri a quattro camme di tipo 226. L’esterno è una sapiente combinazione di caratteristiche precedenti della 275 e di spunti di design futuri che sarebbero emersi nella 365 di serie, con una linea del tetto più bassa e un muso più lungo rispetto alla Ferrari Daytona standard. Mentre la parte posteriore è quasi identica al design finale della Daytona, con la sua coda discendente squadrata e i 4 elementi luminosi posteriori, il frontale è ancora saldamente ancorato alla 275, con la classica griglia ovale a forma di uovo e i fari coperti.
HA MANTENUTO IL COLORE D’ORIGINE. È interessante notare che le coperture dei fari non sono a filo con i bordi inferiori dell’apertura, ma sono invece incassate nell’apertura sul bordo anteriore di qualche centimetro, con il risultato di una posizione meno inclinata. Anche gli interni rispecchiano un punto intermedio tra i due modelli, in quanto il quadro strumenti (nel caso specifico con indicatori in unità di misura anglosassoni) è essenzialmente un’anteprima dell’imminente Ferrari Daytona, mentre la console centrale consiste piuttosto in una superficie piatta con interruttori a levetta. Il volante in legno, con una foggia a tre razze non traforate e sottili tacche per i pollici, proviene direttamente dalla 275, ma i sedili alti mostrano caratteristiche transitorie di entrambi i modelli, in particolare l’assenza di poggiatesta. Per completare ulteriormente le linee, questo prototipo Daytona è stato verniciato in Argento Metallizzato (le iniziali maiuscole perché è il nome ufficiale indicato nei documenti Ferrari) e dotato di interni in pelle nera, gli stessi colori che conserva oggi.
DAYTONA DI NOME E DI FATTO. Sebbene la Ferrari fosse classificata internamente come 275 GTB/4, la sua identità di prototipo Daytona non solo è inconfondibile nel design della carrozzeria, ma è anche chiarita nei documenti della Luigi Chinetti Motors, che acquistò la vettura poco dopo il suo completamento. Secondo Massini, tali carte si riferiscono alternativamente alla vettura come Ferrari 275 GTB/4 e come “Daitona” (notare l’errore nell’indicazione del nome dell’auto), dimostrando l’uso della terminologia almeno sei mesi prima della prima apparizione del modello al Salone di Parigi.
QUANTI PASSAGGI DI PROPRIETÀ! Nel 1969 la Ferrari Daytona fu venduta al suo primo proprietario, Greg Young di Wilton, Connecticut, che però la tenne solo per poco tempo prima di restituirla a Chinetti. Nell’aprile del 1970 Chinetti espose la vettura al New York Auto Show e successivamente la vendette a Paul Least di Buffalo, New York, proprietario del Least Auto Group. La berlinetta fu poi immatricolata con la targhetta di New York con la scritta “GTB 4”. Nel 1975 Least commissionò alcuni lavori di restauro a Don Fong di Atlanta, Georgia, e quando mise in vendita l’auto nel 1987, concluse un impressionante periodo di cura durato 17 anni.
Acquistata da Least dal noto concessionario Joe Alphabet, con sede nella California meridionale, la Ferrari fu presto rivenduta all’appassionato svizzero Engelbert Stieger, che la inserì con orgoglio nella sua apprezzata Turning Wheels Collection. Negli anni successivi la Daytona è stata sottoposta a manutenzione da parte di diversi concessionari ufficiali Ferrari, tra cui due visite al Garage Fritz Leirer in Svizzera e un viaggio nel 1992 al Garage Broder in Liechtenstein. Nel maggio 1993 Stieger espose il prototipo in occasione di un raduno privato che ospitò sul circuito del Mugello.
Dopo quasi 10 anni di proprietà, nel 1996 Stieger ha ceduto la Daytona al concessionario Symbolic Motor Car Company della California meridionale e l’auto è stata presentata alle gare storiche di Monterey nell’agosto 1996. Un anno dopo, l’insolita GTB/4 fu acquistata da Bernie Glieberman e poco dopo fu presentata al Meadow Brook Concours d’Elegance.
Alla fine del 1997 la Ferrari fu ceduta all’attuale proprietario-venditore, che possiede una delle più belle collezioni di auto sportive di rilevanza storica. Quasi un decennio dopo, il raro prototipo è stato descritto in un articolo del giornalista automotive Winston Goodfellow pubblicato nel numero di giugno 2006 della rivista Forza. Sulla base del suo test drive, Goodfellow osserva che, grazie al motore più leggero da 3,3 litri, il prototipo è più agile rispetto a una Daytona standard ed esalta in particolare il cambio dell’auto.
CERTIFICATA FERRARI CLASSICHE. La certificazione Ferrari Classiche è stata completata poco prima della vendita e il Libretto Rosso sarà fornito al nuovo proprietario una volta stampato dalla Ferrari. Questo pezzo unico di storia della Ferrari rappresenta anche una splendida aggiunta a qualsiasi collezione Ferrari, in grado com’è di affascinare gli ammiratori con i suoi ammalianti spunti di design. L’opera fornisce una rara spiegazione visiva dello sviluppo del grande modello Daytona che affascinerà gli appassionati di Ferrari e gli aficionados di Pininfarina.
Come riassume Goodfellow: “Anche se non sarà veloce come una Daytona, la s/n 11001 ha aiutato Ferrari e Pininfarina a creare la leggenda e questa è semplicemente la ciliegina sulla torta”.
A questo punto resta solo da chiedersi fin dove gli appassionati del Cavallino Rampante saranno disposti a esporsi per acquistare questa autentica rarità.
Foto: RM Sotheby’s