Direttamente dagli anni ’60, torna la Ginetta G10

Direttamente dagli anni ’60, torna la Ginetta G10

Non è un restomod, non fa parte di una saga “Continuation” e non è nemmeno un restauro conservativo. La nuova Ginetta G10 è del 1965, ma… è nuova.

S’ISPIRA AL PASSATO MA È NATA DA UN FOGLIO BIANCO. Facciamo un po’ di chiarezza. Il marchio inglese Ginetta ha recentemente solleticato il palato degli appassionati con la supercar Akula, ma nel mentre stava lavorando anche a qualcosa di molto più nostalgico. Il progetto in questione si chiama G10, proprio come la Ginetta G10 degli anni ’60, e ha tutto e niente in comune con l’antenata: in pratica specifiche tecniche, telaio e carrozzeria sono molto simili al passato, rifatti però da zero, senza una vettura donatrice di partenza.

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NATA PER LA PISTA. La Ginetta G10 era una bestiolina da 900 kg mossa da un 4.7 V8 di derivazione Ford Mustang e in grado di sprigionare 350 cavalli. Una macchina pensata per le competizioni, e in grado di vincere già al debutto avvenuto a Brands Hatch. Le sospensioni erano indipendenti con freni a disco anche sulle ruote posteriori, telaio tubolare, alberi a camme dal profilo più aggressivo, quattro carburatori a doppio corpo e una presa d’aria sul cofano più grande di una cassetta delle lettere. La linea era simile a quella della Shelby Cobra, nel senso che mescolava una certa sinuosità inglese ai muscoli americani, facendo della G10 un’inquietante presenza negli specchietti retrovisori.

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MEGLIO NON DARLE DEL TU. La nuova Ginetta G10 racchiuderà tutte queste caratteristiche in un guscio e un motore nuovi, ma senza troppe diavolerie moderne; la casa promette che sarete solo voi e la macchina. Il motore sarà un V8 quasi certamente imparentato con quello della Akula, quindi un 6.2 litri con circa 450 cavalli, abbinato a un differenziale autobloccante e a un cambio manuale a sei marce. I freni saranno moderni e le sospensioni regolabili.

ANCHE SENZA TETTO. Il telaio, rifatto da zero, avrà una struttura tubolare, come da tradizione, e verrà nascosto alla vista da una carrozzeria in vetroresina ricavata utilizzando gli stampi originali degli anni ’60. Le modifiche rispetto all’auto del passato sono minime: sparisce l’immensa presa d’aria sul cofano e qualche dettaglio cambia, ma resta l’aspetto minaccioso e acquattato, sottolineato dai piccoli cerchi annegati in gomme paffute. Il tetto rigido potrà essere rimosso lasciando a vista gli interni dall’inconfondibile sapore rétro: moquette, pelle, volante in legno e infinite possibilità di personalizzazione da parte del cliente. La Ginetta G10 peserà 950 kg, solo una cinquantina in più dell’antenata, e promette sensazioni di guida esilaranti. Non vediamo l’ora di saperne di più.

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