Datsun 240 Z, un restomod da applausi

Datsun 240 Z, un restomod da applausi

Compatta, con la dose giusta di cavalli sotto il cofano e una linea un po’ giapponese e un po’ europea che a fine anni ’60 fece furore: la Datsun 240 Z siglata S30 non ha bisogno di presentazioni. La sua fama globale si deve all’accoppiata vincente tra un grintoso sei cilindri in linea da 2,4 litri e 150 cavalli, chiamato a muovere un’auto che ferma l’ago della bilancia intorno ai 1.000 kg, circa una tonnellata, e uno stile che cattura lo sguardo, oggi come allora, con alcuni vaghi rimandi alla Jaguar E-Type e alle Ferrari dell’epoca.

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TROVARNE UNA ORIGINALE È UN’IMPRESA. Oggi ricercatissima e amata da collezionisti e appassionati, questa sportiva d’oriente con la trazione posteriore e il cambio manuale (c’era bisogno di specificarlo?) da sempre solletica la fantasia dei suoi proprietari, che l’hanno spesso e volentieri modificata, più o meno a fondo, e in ogni caso molto, molto tempo prima che i restomod diventassero di moda.

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IL GIUSTO EQUILIBRIO. Poco dopo la presentazione della S30 la Datsun le affiancò la 240 Z 432, con la distribuzione del motore bialbero a 4 valvole per cilindro e tre carburatori. Un’auto più raffinata anche grazie al differenziale autobloccante e ai cerchi in magnesio, e che, con 160 CV, offriva prestazioni ancora più entusiasmanti. Ma l’auto di cui vi parliamo oggi è ancora più “cattiva”, e pur non chiamandosi ufficialmente Datsun, ricalca lo “spirito” della coupé anni ’60.  Il suo nome è MZR Sport-Design 240 Z ed è stata costruita in Inghilterra sulla base di una 240 Z. 

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RINVIGORITA. Portata a nuda lamiera, privata di eventuali punti di ruggine e rinforzata, la scocca viene ridipinta con vernici di qualità e i fondi protetti con una cera speciale. Insomma, potete dormire sonni tranquilli anche se doveste fare i tondi nella neve a dicembre sulle strade cosparse di antighiaccio. Migliora anche la meccanica, e non di poco: potete scegliere se aumentare la cilindrata del motore a 2,8 litri (con 240 cavalli) oppure a 3,1 litri (con oltre 280 cavalli), il tutto a braccetto con un cambio sei marce e un differenziale autobloccante più moderni.

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DETTAGLI SOPRAFFINI. L’impianto elettrico della MZR Sport-Design 240 Z viene rifatto da cima a fondo, le sospensioni sono regolabili, c’è un bello scarico centrale a doppia uscita nuovo di zecca e un serbatoio costruito su misura. I freni sono più grandi e performanti, con i dischi che fanno capolino dai cerchi, ispirati ai classici Watanabe, immancabili su una 240 Z. Le modifiche si concludono con un semi-rollbar di sicurezza e dei raffinatissimi interni con moquette prodotta in Svizzera, sedili in pelle Nappa, un pomello in legno che fa tanto Carrera GT e piccoli comfort come il “clima” e l’hi-fi. Il prezzo? Su richiesta, ergo stellare. Ciò non toglie che la Sport-Design della MZR, per gli amanti dei restauri non conservativi, sia il Graal delle Z, il perfetto restomod a misura di strade tortuose.

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