Da un polo all’altro con una Nissan Ariya? Fatto!
Le auto elettriche possono affrontare senza patemi i lunghi viaggi? Per scoprirlo, nei primi mesi del 2023 una coppia britannica ha deciso di intraprendere una maratona che li avrebbe portati dal Polo Nord al Polo Sud a bordo di una Nissan Ariya opportunamente modificata.
30.000 KM IN DIECI MESI. Un’impresa, denominata “Pole to Pole”, che nessun altro veicolo aveva mai tentato, e in cui Chris e Julie Ramsey si sono imbarcati anche per sottolineare un tema quanto mai attuale come l’emergenza climatica. Il viaggio è iniziato lo scorso 30 marzo dal Polo Nord Magnetico del 1823 e si è concluso dopo quasi dieci mesi e 30.000 km percorsi tra Nord, Centro e Sud America nel continente più remoto e meno abitato della terra, l’Antartide.
GOMME “XL”. Per affrontare il viaggio, la Nissan Ariya con trazione 4×4 non ha necessitato di modifiche alla batteria o ai motori, ma la vettura protagonista dell’impresa appare decisamente diversa dalla suv elettrica di serie. Impossibile non notare gli enormi pneumatici BF Goodrich da 39 pollici, fondamentali per affrontare le lande ghiacciate dei poli, che hanno obbligato anche a modificare le sospensioni e ad allargare i passaruota. Per avere energia “pulita” sempre a disposizione, anche nelle regioni più isolate del mondo, un’unità trainabile includeva una turbina eolica compatta e dei pannelli solari pieghevoli per sfruttare al massimo i forti venti e le tante ore di luce durante l’estate. E per dare la carica all’equipaggio, a bordo della Ariya è stata installata anche una macchina per il caffè.
A GALLA SUI GHIACCI. Campi ghiacciati, massi, neve profonda e persino un paio di orsi polari sono state le difficoltà che hanno subito dovuto affrontare i coniugi Ramsey e la Nissan Ariya. Come nel deserto, anche su neve e ghiaccio l’abbassamento della pressione delle gomme ha permesso alla vettura di “galleggiare”, mentre la trazione integrale ha permesso di affrontare con sicurezza il fondo artico irregolare e scivoloso. A -39°C, la suv elettrica giapponese ha attraversato la Baia di Cambridge per poi affrontare una corsa contro il tempo per percorrere la strada ghiacciata verso Yellowknife prima del suo scioglimento.
CLIMA ROVENTE. Più facile è stato il ritorno sull’asfalto e l’attraversamento di Canada e Stati Uniti: partendo da Vancouver, Chris e Julie hanno costeggiato l’Oceano Pacifico da Portland (in occasione del gran premio di Formula E) fino a Los Angeles, per poi dirigersi verso l’entroterra e arrivare in Texas. Facile dal punto di vista delle strade, decisamente meno per le temperature affrontate, con picchi che hanno sfiorato i 50°C e hanno messo a dura prova il “clima” della Ariya. Da qui in Messico, per poi attraversare Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama.
OLTRE L’EQUATORE. Senza strade che collegano Panama alla Colombia, la coppia ha dovuto separarsi per qualche giorno dalla suv elettrica, che a bordo di una nave portacontainer ha salutato l’America Centrale per arrivare in quella del Sud, l’ultimo continente che la separava dal traguardo finale. A Quito, in Equador, l’equipaggio ha superato l’equatore, passando dall’emisfero boreale a quello australe. Proprio il viaggio che ha attraversato le montagne mozzafiato dell’Equador verso il confine peruviano ha rappresentato la tappa più lunga dell’intero viaggio: 327 km, un risultato degno di nota, considerando che la vettura viaggiava con i 260 kg della tenda sul tetto e che gli enormi pneumatici non hanno certo giocato a favore dell’aerodinamica.
SBARCO AL POLO SUD. Dopo aver affrontato il deserto di Atacama, in Cile, proseguendo sulla mitica carretera Panamericana, la coppia è giunta in Patagonia, sfrecciando lungo la famosa e meravigliosa Ruta 40. Il ritorno a climi decisamente più rigidi ha rappresentato una sorta di antipasto del traguardo finale: il Polo Sud. “Ho sempre avuto piena fiducia nelle straordinarie capacità dei veicoli elettrici e sapevo che la nostra Nissan Ariya avrebbe affrontato qualsiasi sfida. Ma è stata molto più dura di quanto mi aspettassi”, ha ammesso Chris. Julie è d’accordo con lui, e pone l’accento sull’aspetto umano di un’esperienza che porterà sempre con sé: “È stato un viaggio incredibile, con le persone che abbiamo incontrato, gli amici che abbiamo conosciuto e il sostegno che abbiamo ricevuto”.