Com’è fatta la Mercedes 190E da un milione di euro
Vi ricordate della Mercedes 190E Evo II portata nel nuovo millennio grazie alla HWA? Ne avevamo parlato qui all’inizio dell’anno, ma in quel momento i dettagli erano ancora piuttosto misteriosi. Ora però è stato spiegato come nasce quello che la stessa azienda definisce come “molto più di un semplice resomod”. Qualcosa che vale oltre almeno 714.000 euro (Iva esclusa), come annunciato dall’HWA, ma è probabile che facendosi un attimo prendere la mano il milione di euro sia raggiungibile in un amen.
RIMANE POCO DI ORIGINALE. Partiamo col dire che sebbene sia ispirata alla mitica 190E 2.5 Evo II, la HWA EVO non si basa su nessuna delle 502 vetture originali, ma nemmeno su una delle più comuni 190 E 2.5-16. La base di partenza è ancora più umile, una normalissima Mercedes 190, anche se dopo il trattamento della HWA della vettura d’origine rimane ben poco. L’auto donatrice viene infatti ridotta all’essenziale, con le parti anteriore e posteriore che vengono rimosse e sostituite da telai ausiliari in alluminio e acciaio ad alta resistenza di tipo motorsport, permettendo così di montare le sospensioni direttamente sul telaio per una migliore precisione di guida. La struttura centrale che rimane intatta viene comunque rinforzata e l’intero telaio viene poi elettrorivestito per aumentarne la resistenza alla corrosione. Alla fine, l’azienda fondata da Hans Werner Aufrecht assicura che il 75% della vettura originale viene sostituito e alla fine la vettura ha una rigidità torsionale due volte superiore.
DTM PER LA STRADA. L’asse anteriore è stato spostato in avanti di 50 mm, consentendo di riposizionare il cambio manuale a 6 rapporti sull’asse posteriore e incastrando il V6 biturbo di 3,0 litri da almeno 500 cavalli all’interno dell’interasse, per una perfetta distribuzione dei pesi. La configurazione delle sospensioni prevede bracci trasversali derivati dal DTM, mozzi billet, barre antirollio H&R e ammortizzatori KW, ordinabili con regolazione manuale o elettronica. È anche possibile scegliere tra dischi freno in acciaio o in carbonio, entrambi forniti dalla Bosch, che ha anche contribuito allo sviluppo del sistema ESP.