Colonnine di ricarica in Italia: il punto, in breve
È proprio così. Anche nel nostro Bel Paese spesso e volentieri legato alla tradizione, anche in un periodo drammatico per il mercato automotive, le vetture elettriche proseguono nel loro percorso: un’opera di avvicinamento e convincimento di clienti potenziali nel presente o nel futuro più prossimo (leggi qui per saperne di più). Visti i prezzi delle quattro ruote a emissioni zero oggi in listino e la (chiamiamola così) sobrietà di infrastrutture dedicate alla ricarica sul territorio, è un lavoro alquanto arduo. Nel frattempo le immatricolazioni di elettriche sono cresciute del 48,9 percento raggiungendo il 3,2 per cento del volume complessivo di vendite in Italia (fonte Unrae). Sono sempre più numerosi gli automobilisti italiani che stanno comprendendo il valore aggiunto della mobilità green e che decidono di sposare la colonnina di ricarica dopo un comunque oneroso divorzio dalla pompa di benzina.
COME SIAMO MESSI. A che punto siamo con le infrastrutture per ripristinare le autonomie degli accumulatori su cui siamo seduti durante i nostri viaggi? Innanzitutto, in Italia, va risolto il problema della disomogeneità tra nord, centro e sud. Se la Lombardia vanta quasi 2500 punti di ricarica, in Toscana se ne contano mille in meno, così come in Piemonte dove ce ne sono 1330 oppure in Lazio o in Veneto dove si supera di poco quota 1100. Sempre numeri alla mano, in Puglia siamo a 617 e in Sicilia a 350 (dati Motus-E). Ciò detto, va osservato che negli ultimi quattro mesi del 2019 si è registrato un aumento totale dei punti di ricarica pari al 29 per cento, arrivando a quasi 14mila unità. Un bel passo avanti rispetto all’anno precedente. Facendo però un paragone con l’Olanda, il paese europee dove l’elettrico è maggiormente diffuso, siamo parecchio indietro: lì siamo a quota 50mila, 1200 circa della quali assicurano la carica veloce. Analizzando i dati relativi al nostro paese si scopre subito che solo il tre per cento delle colonnine ha una potenza compresa tra 44 e 100 kW, mentre il 71 per cento s’attesta tra i 21 ed i 43 kW e il 23 per cento è addirittura sotto i 3,7 kW.
COSA SIGNIFICA. Prendiamo come esempio una Tesla Model 3 Dual Motor da 75 kWh: utilizzando corrente a 3,7 kW ricaricherete ad ogni ora l’energia utile per viaggiare 22 chilometri, mentre per un ‘pieno’ servirebbero oltre 20 ore. A 7,4 kW i tempi si dimezzano e così via. Fra le maggiori preoccupazioni di chi sceglie la mobilità elettrica c’è propri la carenza di stazioni di ricarica lungo la rete autostradale, dove invece avere punti di ricarica ad alta potenza – 100 kW almeno – renderebbe più facili gli spostamenti a medio e lungo raggio. Su una rete autostradale complessiva di 6943 chilometri i punti di ricarica fast presenti risulterebbero 13 ogni 100 chilometri. Ionity, la joint venture – che raccoglie BMW, Daimler, Ford, Volkswagen Group, Hyundai e Kia – con il compito di costruire un network di stazioni per la ricarica veloce che faciliti le lunghe percorrenze nel Vecchio Continente, porterà entro la fine dell’anno venti nuove stazioni a 350 kW, con un obiettivo di 60 stazioni per il rifornimenti rapido di energia nei prossimi due anni.
ANCHE IN AUTORSTRADA. Nei piani di Autostrade per l’Italia è prevista una prima fase in cui saranno istallate fino a sei stazioni di ricarica da 350 kW in 67 aree di servizio – pari al 31 per cento del totale – con il non facile obiettivo finale dichiarato di servire l’intera rete autostradale. Così facendo sarà possibile effettuare una sosta per ricaricare le batterie della propria EV con la medesima facilità di una per fare un pieno di benzina oggi, azzerando (o quasi) le problematiche connesse all’eccessiva lentezza della maggior parte delle colonnine attualmente in funzione.
UN PO’ D’ITALIA ALL’ESTERO. E poi c’è Enel X che, grazie a una collaborazione stipulata con Allego, Bosch e Innogy, sta triplicando la propria rete di ricarica passando da 10mila a 30mila punti di ricarica disponibili in Europa. Gli utenti dell’app JuicePass di Enel X avranno la possibilità di ricaricare i loro veicoli nelle 15mila stazioni gestite da Allego, nelle 550 di Bosch e nelle 4000 di Innogy senza dover stipulare alcun contratto. L’app fornirà informazioni sulla posizione delle colonnine di ricarica, sulla potenza disponibile, sul tipo di connettore, sulla disponibilità in tempo reale e i prezzi del roaming.