Cent’anni di Moto Guzzi in un francobollo
È vero, quest’anno le aspettative erano altissime. Ci avevano promesso una rimpatriata post pandemia di quelle coi fiocchi, roba che succede una volta ogni secolo. Non a caso sono i primi cent’anni dell’aquila di Mandello. Ma purtroppo questa maledetta pandemia ha costretto Moto Guzzi a posticipare ricchi premi e cotillion. Per fortuna che c’è un’altra sorpresa. Che non è un premio di consolazione. Ma un francobollo celebrativo. Tirato in un milione di esemplari, fa parte della serie ‘Le eccellenze del sistema produttivo ed economico’. Dentro, come vedi, un riassunto per immagini della storia della Guzzi. Dalla Normale del 1921 alla V7 (nella sua livrea celebrativa Centenario), passando per l’iconico bicilindrico a V di 90°.
IL FRANCOBOLLO, QUESTO SCONOSCIUTO. Una cosa che sembra démodée, questo quadratino di carta è ancora capace di scatenare passioni e collezioni. Ultimo residuato di un mondo che comunicava coi suoi tempi, il francobollo non è una macchina da scrivere, che si è evoluta in computer, ma l’ultimo esemplare della sua specie. Per questo è un simbolo perfetto, un sigillo azzeccato, un’affrancatura più che adeguata per questi cent’anni di memorie. E di moto che hanno fatto l’Italia in pace e in guerra, motorizzando eserciti e cantanti, poliziotti e manici alla Omobono Tenni. Bella scelta, Guzzi. Così domani quando sarà tutto elettrico e ci sarà quel black out che tutti teniamo, anziché rimanere con lo smartphone in mano ad aspettare che torni Internet coi suoi Facebook e WhatsApp, e tutte le altre memorie digitali che siamo destinati a perdere, potremo tirar fuori da un cassetto almeno una cosa. Questo francobollo. Che ci ricorderà di un mondo in cui anche le parole viaggiavano su strada. E te le portava a casa il postino, magari proprio in sella al suo Galletto.
