Car Week, le inglesi da sogno all’asta

Car Week, le inglesi da sogno all’asta

Siete pronti a sognare a occhi aperti? Ecco alcuni dei gioielli che andranno all’incanto alla Monterey Car Week.

JAGUAR XJR 15. Nel 1986 Jaguar formò una partnership con Tom Walkinshaw Racing, chiamata JaguarSport, con l’obiettivo di competere, e vincere, in quel World Sportscar Championship (WSC) in cui Jaguar aveva costruito la sua fama agonistica con le sue C-Type e D-Type. La Jaguar realizzò in quel periodo le XJR-9 e XJR-12, che vinsero le edizioni 1988 e 1990 della 24 Ore di Le Mans. La richiesta di una versione stradale della XJR-9 era evidente e così nacque la rivoluzionaria XJR-15, sviluppata da JaguarSport.

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Utilizzando una versione profondamente messa a punto del V12 6 litri da corsa, qui con 450 CV, la XJR-15 vantava un rapporto potenza/peso da corsa che surclassava tutte le supercar dell’epoca. Tuttavia, i paragoni con la XJR-9 non finiscono qui. La XJR-15 utilizzava un telaio monoscocca centrale di concezione simile a quello della XJR-9, vincitrice di Le Mans e progettata da Tony Southgate, anche se questa nuova vasca, progettata da Jim Router e Dave Fullerton, presentava alcune differenze nelle dimensioni. La carrozzeria fu progettata da Peter Stevens, responsabile anche della McLaren F1, ed è stata costruita con un esclusivo composito di fibra di carbonio e Kevlar. In particolare, questa è stata la prima vettura stradale al mondo a utilizzare la fibra di carbonio per la costruzione della carrozzeria e della vasca. I freni a disco con pinze AP Racing a 4 pistoncini assicuravano la corretta forza d’arresto.

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In una produzione che sarebbe durata fino al 1992, Jaguar Sport avrebbe costruito 50 esemplari di serie della XJR-15. Di questi, solo 27 usciranno dalla fabbrica in versione stradale, mentre gli altri seguiranno direttamente la linea delle precedenti XJR da corsa e saranno costruiti appositamente per la pista. Il numero di serie 008, in vendita a Monterey, è una delle 27 XJR-15 costruite per uso stradale e dotate di cambio a 5 marce anziché di quello a 6 rapporti messo a punto per le gare. L’auto al momento della catalogazione aveva percorso appena 83 miglia (130 km). Venduta nuova in Giappone al collezionista Miura Shoji, l’auto è stata mantenuta in uno stato di conservazione meticolosa fino all’acquisto da parte di un collezionista americano nel 2018 prima di passar di mano senza però mai viaggiare su strada ricevendo però ugualmente tutta la manutenzione necessaria. 

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RM Sotheby’s
Venerdì 16 agosto, Monterey
Stima d’asta: da 900.000 a 1,1 milioni US$

ROLSS-ROYCE SILVER SILVER CLOUD III 1965. Sembra incredibile ma le vetture di serie degli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta della marca automobilistica più prestigiosa del mondo si acquistano all’asta per il corrispettivo occorrente per una Volkswagen Golf nuova di fabbrica. Ne è un perfetto esempio questa Silver Cloud III, espressione finale di un modello entrato in produzione nel 1955 come il riferimento assoluto per le automobili di lusso del suo tempo. La vettura rappresentò un enorme balzo in avanti in termini di costruzione moderna per l’azienda. La Rolls-Royce non era più solo un costruttore di telai e, grazie alle lezioni apprese dalla Silver Dawn/Mk VI, la nuova Silver Cloud fu venduta come un’auto completa, con carrozzerie costruite in fabbrica, relegando le carrozzerie personalizzate a essere l’eccezione piuttosto che la regola. La Silver Cloud II del 1959 segnò l’arrivo del tanto atteso motore V8 interamente in lega, mentre la Silver Cloud III rappresentò l’evoluzione definitiva di questo modello rivoluzionario. Ulteriori miglioramenti arrivarono con la Silver Cloud III del 1963, che includeva un significativo aggiornamento stilistico, con l’aggiunta di fari doppi per affiancare l’iconica calotta del radiatore e il cambio automatico a 4 marce. Con il suo peso contenuto e la maggiore potenza, la Cloud III rimane la scelta migliore tra i collezionisti.

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Questo esemplare con telaio LSKP299 si presenta in nero Masons Black bicolore con superfici superiori in Shell Gray su un grazioso abitacolo in pelle rossa Scarlet Connolly appartiene al momento della vendita a un collezionista della marca dal 2007. Secondo i fogli di accompagnamento forniti dalla Rolls-Royce Foundation, questa vettura ha lasciato Crewe rifinita in Shell Gray su finiture Scarlet, con optional quali finestrini elettrici, aria condizionata, radio, vetri Sundym, pneumatici Dunlop e antenna elettrica. Questo esemplare, fermo da anni, richiederà una revisione prima di tornare in circolazione.

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Bonhams
Venerdì 16 agosto, Carmel
Stima d’asta: da 30.000 a 50.000 US$

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ASTON MARTIN DB ZAGATO. Per celebrare il 50° anniversario dell’Aston Martin DB4 GT Zagato, la prima collaborazione tra la Casa automobilistica britannica e il carrozziere italiano, l’Aston Martin ha presentato al pubblico la V12 Zagato al Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2011. Con una carrozzeria in alluminio lavorata a mano che emana un’eleganza muscolosa insieme al caratteristico tetto “double bubble” di Zagato, la V12 Zagato si è aggiudicata il premio di design dell’evento per le concept car e i prototipi. E con ciò è diventata immediatamente l’auto più desiderabile della gamma Aston Martin.

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Sotto il cofano della V12 Zagato c’è un motore da 6 litri atmosferico che scarica a terra i suoi 510 CV attraverso un cambio manuale a 6 marce. Come per la DB4 GT Zagato, leggera e aerodinamica, questa nuova offerta è stata sviluppata pensando agli sport motoristici. L’aspetto più interessante è che i dirigenti Aston Martin hanno dichiarato che queste gare sono state il più importante esperimento di sviluppo della V12 Zagato, con l’amministratore delegato, il direttore dei test e l’ingegnere capo di Aston Martin tutti indicati come piloti ufficiali per la coppia di vetture di serie.

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Ogni V12 Zagato stradale doveva essere personalizzata per il proprietario; per ognuna di esse sono state impiegate 2000 ore di lavoro. Aston Martin ha escluso il mercato nordamericano da questa offerta e, sebbene ne fossero previsti 150, ne sono stati completati solo 61 esemplari. Questa estrema esclusività rispecchia la DB4 GT Zagato originale, la cui produzione è stata anch’essa inferiore alle previsioni iniziali. La V12 Zagato numero di serie 037 colore Verde Alloro, in vendita da RM Sotheby’s, presenta molti elementi in fibra di carbonio a vista, dall’alettone posteriore agli specchietti retrovisori e ai montanti A. Gli interni, riccamente rivestiti in nero ossidiana, presentano pellami in pelle con cuciture verdi a contrasto per i sedili, i pannelli delle porte e il cielo. Altre caratteristiche sono i cerchi da 19 pollici diamantati, l’impianto audio Bang & Olufsen da 1000 Watt e i sedili sportivi in fibra di carbonio leggera riscaldati e regolabili elettricamente.

RM Sotheby’s
Venerdì 16 agosto, Monterey
Stima d’asta: da 500.000 a 650.000 US$

BENTLEY AZURE T CONVERTIBLE 2010. In quanto proprietaria di Bentley Motors dal 1998, Volkswagen ha mantenuto in produzione l’attuale Azure cabriolet su base Continental R fino al 2003, ma ha ritardato l’introduzione del suo successore per altri tre anni. La produzione della nuova Azure iniziò quindi per l’anno modello 2006 ed era basata sulla più moderna piattaforma della Arnage. Quest’ultima era stata costruita in due forme: Green Label (con motorizzazione BMW) e Red Label con il longevo V8 pushrod da 6,75 litri Rolls-Royce/Bentley.

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A seguito della battaglia per l’acquisizione di Rolls-Royce/Bentley da parte di BMW, l’utilizzo da parte di Volkswagen dei motori della rivale tedesca non poteva che essere una misura temporanea, per cui fu richiamato in servizio il “vecchio” V8 Bentley, opportunamente potenziato con doppi turbocompressori per la nuova Azure cabrio. Oltre ai doppi turbocompressori, che sostituiscono l’unità singola utilizzata in precedenza, questo venerabile motore è stato ampiamente rielaborato e Bentley ha dichiarato che più della metà delle parti erano nuove. In questa forma produceva 450 CV gestiti da un nuovo cambio automatico ZF a 6 velocità che trasferisce la coppia alle ruote posteriori. Bentley ha dichiarato un’accelerazione da 0 a 97 km/h in 5,6 secondi e una velocità massima di 270 km/h, leggermente più alta del modello precedente e comunque incredibile per un veicolo di dimensioni e peso così elevati. Ma Bentley non aveva ancora finito con la Azure. Nel 2009 debuttò la Azure T, con 50 CV in più che portavano la potenza totale a 500 CV, mentre la coppia saliva addirittura a 1000 Nm, in grado di spingere la massiccia cabriolet a quattro posti a un’incredibile velocità di punta di 290  km/h. L’Azure T in vendita da Bonhams ha percorso appena 10.612 miglia al momento della catalogazione, supportata da un rapporto Carfax da cui non risultano incidenti; l’auto ha sempre vissuto negli USA.

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Bonhams
Venerdì 16 agosto, Carmel
Stima d’asta: da 150.000 a 200.000 US$

LOTUS ESPRIT V8 FINAL EDITION. Protagonista della gamma Lotus per circa tre decenni, l’Esprit si è trasformata, attraverso le varie serie, da semplice e leggera auto sportiva con motore centrale a quattro cilindri a macchina da velocità con motore a V-8 che sputava fuoco. Un modello, tuttavia, si distingue come l’Esprit più desiderabile di tutti. Costruita per l’ultimo anno del modello, la Final Edition rappresenta il massimo sviluppo di questa leggendaria Lotus. Utilizzando la piattaforma della Serie 4 V8 turbocompressa, le prestazioni dell’auto furono aumentate grazie a una serie di modifiche. Gli ammortizzatori Bilstein regolabili sono stati abbinati alle molle Eibach e ai freni AP Racing. Il motore centrale V8 da 3,5 litri produce 350 CV con un peso di soli 220 kg, un’impresa che avrebbe fatto la gioia del fondatore dell’azienda Colin Chapman. Questa combinazione si traduce in un tempo da 0 a 100 km/h in 4 secondi, ancora oggi impressionante.

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Inoltre, l’esterno ha ricevuto una serie di modifiche estetiche. Le griglie anteriori sono state dotate di inserti in acciaio con finitura argentata, abbinati nella parte posteriore al bordo inferiore con finitura argentata. Gli interni sono forse i più lussuosi di tutte le Esprit. I sedili in pelle trapuntata sono completati da pelle traforata sulle portiere e la plancia è dotata di manopole in alluminio per il controllo del clima. Infine, un pomello del cambio più corto in alluminio spazzolato offre al guidatore un collegamento meravigliosamente tattile con la trasmissione. Solo 79 Esprit V8 Final Edition sono state costruite, il che le rende molto rare e desiderabili. L’esemplare in offerta è stato completato nel settembre 2003 ed è la terza delle quattro Final Edition nere  per questo anno modello, secondo il Certificato di provenienza del veicolo Lotus. Il documento conferma inoltre che l’auto ha originariamente lasciato la fabbrica con interni pelle Magnolia con profili neri e include il tetto in vetro opzionale per accompagnare il tetto standard in tinta. L’auto ha percorso poco più di 12mila miglia al momento della vendita.

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RM Sotheby’s
Venerdì 16 agosto, Monterey
Stima d’asta: da 120.000 a 160.000 US$

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