Car Week, le Ferrari da sogno all’asta
Se avete un debole per le classiche del Cavallino, il nostro consiglio è di prendervi cinque minuti e rifarvi gli occhi con le più belle Ferrari d’epoca che passeranno di mano nelle aste della Monterey Car Week.
FERRARI 250 GT CALIFORNIA SWB 1960. La Ferrari California Spider SWB è uno dei pochi modelli Ferrari d’epoca in grado di trascendere l’interesse delle generazioni. Con una bellezza senza età, la splendida carrozzeria di Scaglietti cattura gli sguardi anche dei più giovani e una volta provato per la prima volta l’iconico motore Vh12 della Tipo 168, vorrà trovare il modo di possederne una. Il telaio numero 1795 GT è stato il primo delle 56 California Spider SWB prodotte e riccamente equipaggiato: motore Tipo 168 da competizione, specificamente indicato come “Motore competizione” nella pagina del Foglio Montaggio Motore dei fogli di costruzione della fabbrica, fari coperti e tetto rigido rimovibile dalla fabbrica. Inizialmente rifinita in grigio con interni in pelle rossa, fu esposta dalla Ferrari al Salone di Ginevra nel marzo 1960. In seguito tornò a Maranello e fu dotata di interni neri prima di essere consegnata tramite la Sociéte Italauto di Losanna al proprietario originale, John Gordon Bennett, un pilota da corsa di origine britannica, allora residente a Ginevra.
Lo storico della Ferrari Marcel Massini riporta che la 1795 GT ha effettivamente avuto modo di scendere in pista, anche se non a livello agonistico; è stata guidata nella Scuola Internazionale di Guida per Auto Sportive della Scuderia Hanseat al Nürburgring, da Jivko Stoikovitch o Roland Marmoud, alla fine di settembre del 1960. Nel 1963 l’auto fu trasferita oltreoceano e fu acquistata da Bob Grossman di Nyack, New York, un prolifico pilota e rivenditore di Ferrari in quell’epoca. Grossman rivendette la 1795 GT a Chandler Kibbee, un alto dirigente della Philip Morris, che la tenne nella sua proprietà di Sheridan, nel Wyoming. Dopo una lunga serie di passaggi di proprietà l’auto è divenuta una presenza costante nei concorsi della West Coast, a Rodeo Drive, al Concorso Italiano di Monterey e a vari raduni del Ferrari Club of America e di appassionati. È stata anche esposta nell’ambito della mostra 50 Year Ferrari al Petersen Automotive Museum nel 1997 ed è stata protagonista di un articolo di Ken Gross nell’edizione di settembre 2005 della rivista Playboy, prima di tornare in Europa, dove è apparsa anche ai Ferrari Racing Days al Nürburgring nel 2008 e alla Le Mans Classic nel 2014.
RM Sotheby’s
Sabato 17 agosto
Stima: da 16 a 18 milioni US$
FERRARI 275 GTB/4 NART 1967. Secondo la relazione storica dell’esperto del marchio Marcel Massini, questa Ferrari è nata come una delle rarissime 16 berlinette 275 GTB/4 con carrozzeria in lega leggera. Lussuosamente equipaggiata con alzacristalli elettrici, doppi poggiatesta e consolle radio, questa 275 era rifinita in vernice Avorio con interni in pelle rossa, una combinazione di colori sorprendente e molto rara, apparsa solo su un’altra 275 GTB/4 da nuova. Uscita dalla fabbrica di Maranello nell’agosto 1967, fu esportata alla Luigi Chinetti Motors per conto del primo proprietario ufficiale, Jan de Vroom, banchiere di New York e cliente di lunga data di Chinetti. Il proprietario tenne la GTB/4 solo per un breve periodo prima di riconsegnarla all’importatore USA della Ferrari; a quel punto la sua storia prese una piega molto propizia.
Riconoscendo il potenziale agonistico della berlinetta, Chinetti decise di trasformarla in un’auto da corsa per la classe GT e i tecnici della NART svilupparono una serie di modifiche per le competizioni. L’impianto di alimentazione fu potenziato con due pompe elettriche Bendix e il serbatoio fu modificato con un tappo esterno che passava attraverso il bagagliaio. I paraurti furono rimossi, fu installato un roll-bar e furono montate ruote Borrani maggiorate, da 15 pollici. Nel luglio del 1968, la 275 partecipò alla 6 Ore di Watkins Glen, dove il pilota e importatore di auto sportive Bob Grossman, in coppia con Ronnie Bucknum, ottenne il 9° posto assoluto. Poco dopo Chinetti vendette la GTB/4 a Richard Wynn, anche se continuò a correre sotto la bandiera della NART. Nel settembre 1968 la Ferrari fu iscritta alla 24 Ore di Le Mans ma non superò l’ispezione dei commissari a causa di ruote non omologate.
La 275 fu quindi riportata negli Stati Uniti e lo sviluppo continuò fino alla 24 Ore di Daytona del 1969, dove Sam Posey e Ricardo Rodriguez ottennero il primo posto di classe e il 23° assoluto. Al termine di una lunga serie di passaggi di proprietà, nel 2024 la berlinetta – oggi fornita di certificazione Ferrari Classiche – è stata sottoposta agli esperti del marchio Motion Products Inc. per una riverniciatura della livrea Daytona del 1969, nell’originale Avorio (con le decalcomanie della gara #41 e NART) su un nuovo interno in pelle rossa. Questo ritorno allo schema di colori originale scelto dalla fabbrica rafforza indiscutibilmente lo stato di presentazione estremamente autentico della vettura.
RM Sotheby’s
Sabato 17 agosto
Stima: da 5 a 7 milioni US$
FERRARI 400 SUPERAMERICA PASSO CORTO 1960. La produzione della 400 Superamerica può essere suddivisa in due gruppi, basati su telai a passo lungo o corto. Il primo lotto di vetture prodotte presentava un interasse da 242 cm, mentre il secondo vantava un passo di 260 cm. Delle vetture a passo corto sono stati prodotti solo 25 esemplari, di cui solo 7 carrozzati cabriolet. Il telaio numero 1945 SA fu costruito a metà del 1960 come la terza delle 7 cabriolet a passo corto, in configurazione con guida a sinistra e fari aperti. Era rifinita in Verde Bottiglia (MM 16364) su Rosso (VM 3171) ed era equipaggiata da nuova con una serie di tre carburatori Weber 46 DCF, come su una 250 SWB “SEFAC Hot Rod”. La carrozzeria fu completata da Pinin Farina nel luglio del 1960 e fu venduta nuova a Helmut Horton, un imprenditore tedesco basato in Svizzera. Nel gennaio dell’anno successivo, la vettura fu immatricolata a Milano sotto la proprietà di Horton. Nel 1985 l’auto, allora bianca, fu acquistata da Bernard Pfister di Ginevra che nel 1989 la ridipinse di rosso. Completamente restaurata a regola d’arte dagli specialisti Ferrari Classic Coach e Greg Jones, con sede negli Stati Uniti, è sempre stata ben manutenuta da Autofficina Omega nella sua attuale proprietà. Certificata Ferrari Classiche, rifinita nella sua straordinaria combinazione, corretta dalla fabbrica, di Verde Bottiglia e con interni in pelle rossa, raramente è stata esposta dopo l’ultimo restauro e rappresenta un’interessante opportunità per chi ambisse a vincere i concorsi d’eleganza per auto storiche. Non a caso, nelle foto è ritratta a Villa d’Este.
RM Sotheby’s
Venerdì 16 agosto
Stima: da 6 a 7 milioni US$
FERRARI 625 TRC SPIDER SCAGLIETTI 1957. Ecco uno dei due soli esemplari equipaggiati in fabbrica con il motore più grande da 2,5 litri, la versione più avanzata delle prime Testa Rossa. Ampiamente considerata una delle più belle carrozzerie mai realizzate, è stata originariamente posseduta e guidata in gara dall’influente distributore Ferrari e imprenditore sportivo John von Neumann. Completato il 26 giugno 1957, il telaio 0680 MDTR era l’ultimo dei 625 TRC di von Neumann e, a differenza della vettura precedente (0672 MDTR), fu consegnato in Europa con l’intenzione di disputare alcune gare del Campionato Europeo della Montagna. Al debutto alla salita di Gaisberg, nella natia Austria, il 15 agosto, il tempo di von Neumann di 10 minuti e 29,2 secondi fu sufficiente per il 7° posto assoluto, mentre 10 giorni dopo a Lenzerheide, nel Grosser Bergpreis der Schweiz, von Neumann ottenne il 2° posto di classe con un tempo di 7 minuti e 23,6 secondi. Le immagini d’epoca di entrambi gli eventi confermano che la 0680 correva con lo stesso parabrezza omologato nell’Appendice C e installato su tutte le TRC; la 625 si distingue dalle sue sorelle da 2 litri per la presenza di due gobbe sul cofano per ospitare il motore più grande.
Arrivata in California poco dopo, la 0680 fu configurata con l’iconica livrea di von Neumann, argento scuro con banda centrale rossa, parabrezza aerodinamico lato guida e tonneau passeggero, e inizialmente portava la targa italiana provvisoria (BO 84689), eredità del suo soggiorno europeo. L’auto era inoltre dotata di sedili in pelle rossa con i classici profili bianchi, un marchio di fabbrica per molte vetture clienti della 250 Testa Rossa. Al suo debutto in Nord America, in occasione del meeting inaugurale tenutosi a Laguna Seca nel novembre 1957, la 0680 fu tenuta di riserva per la gara preliminare, ma von Neumann la guidò con grande efficacia nell’evento principale, conducendo la maggior parte della gara fino a quando un problema al cambio lo costrinse a rallentare a pochi giri dal termine.
Von Neumann corse a lungo con la 625 TRC ma concesse il volante anche a Richie Ginther e alla figlia Josie, che partecipava spesso alle Ladies Race e si aggiudicò la vittoria al volante della 0680 a Vaca Valley. Una vera icona della scena agonistica californiana, venduta con una famosa livrea originale, è attualmente equipaggiata con un ruggente motore Colombo a blocco corto V12 da 3 litri di cilindrata; accompagnata dal suo motore originale con numeri corrispondenti alla specifica 625. Ad aumentare il valore dell’auto, una storia di proprietà ben nota, compreso un periodo di 30 anni di cura scrupolosa da parte di un unico proprietario, documentata con foto d’epoca, copie di lettere e altra documentazione.
RM Sotheby’s
Venerdì 16 agosto
stima: da 9 a 11 milioni US$
FERRARI F40 “MINTY FORTY” 1991. Dopo tante vetture del Cavallino Rampante degli Anni ’60, ecco un modello tanto moderno quanto insolito nella livrea. La sua vernice è un chiaro omaggio al telaio Ferrari 3505 GT, la famosa 250 GTO in verde pallido costruita per Sir Stirling Moss e poi fatta correre alla 24 Ore di Le Mans del 1962 da Innes Ireland e Masten Gregory. La livrea unica del telaio 3505 GT la distingue immediatamente dalle altre vetture, e la splendida tonalità di verde chiaro ha ispirato i colori di verniciatura dei modelli Ferrari successivi. Per completare il colore esterno, gli interni sono stati sapientemente ridisegnati in blu da uno dei più talentuosi rifinitori della regione, più abituato a rivestire gli interni degli aerei che delle auto. Il suo lavoro è eccezionale e conferisce una nuova coerenza al concetto di “Minty”.
A parte il contesto storico, basta uno sguardo per capire come questa macchina abbia ottenuto il suo duraturo soprannome: “Minty Forty”. Il telaio 88538 è stato a tutti gli effetti un one-car show sin dal suo debutto in questa forma, facendo girare la testa e comparendo in innumerevoli post sui social media. È stato persino onorato con un prodotto ufficiale su licenza Ferrari, riprodotto in scala 1:8 e 1:18 dal rinomato modellista Amalgam (il modello Amalgam in scala 1:18 accompagna la vendita). Un dettaglio, infine: se vi piace la F40 in questo colore e non vi sarete aggiudicati l’asta comprendente anche il modellino, sappiate che la giapponese Kyosho uscirà tra breve con una riproduzione completamente apribile della F40 in questa combinazione cromatica. A meno di 400 euro.
RM Sotheby’s
Sabato 17 agosto
Stima d’asta: da 1,9 a 2.5 milioni US$