Brembo e Ohlins, liaison al profumo di corse
La Brembo non è un’azienda che ha bisogno di prestazioni. Non tutti però forse sanno che il colosso globale del mondo dei freni, vanto italiano sinonimo di qualità e gomme lasciate sull’asfalto nelle staccate più dure, fa parte di un gruppo con una struttura piuttosto complessa. La multinazionale bergamasca annovera tra le sue fila l’inglese AP Racing, la SBS Friction, la Petroceramics, tante altre aziende e un milione di succursali sparse tra Polonia, Svizzera, India, America, Cina, Spagna, eccetera eccetera. L’azienda nasce nel 1961 e in poco più di 60 anni la sua fama esplode, passando da una manciata di dipendenti a più di 15.000, con un fatturato di quasi 4 miliardi di euro.
UN NUOVO RAMO. La grande famiglia della Brembo, notizia fresca, si è appena allargata con l’acquisizione al 100% della Ohlins, per una cifra di 370 milioni di euro. Sì, avete capito bene, proprio la celebre azienda svedese specializzata in sospensioni per auto e moto sportive, supercar e veicoli da competizione. Il fatturato non è paragonabile a quello del gigante italiano, ma l’utile è ottimo (si prevedono oltre 140 milioni per il 2024), specialmente in rapporto alle dimensioni relativamente piccole dell’azienda, il che è una fantastica notizia per la neo proprietaria.
VISIONE COMUNE. Ma perché la Brembo ha scelto proprio Ohlins? Fondamentalmente per due motivi: il primo è sicuramente il desiderio di ampliare la propria offerta al mondo delle sospensioni; il secondo è perché, dovendo lanciarsi in un nuovo settore, la cosa più naturale era assorbire la realtà con la miglior reputazione sulla piazza. L’azienda svedese, inoltre, come la Brembo ha una grande tradizione nel mondo delle competizioni, dalla Formula 1 alla Nascar, dalla Moto GP alla Superbike. Insomma, si preannuncia un matrimonio molto felice.
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