Brabus Rocket 1000 “1 of 25”: l’ammazza-supercar
Bodo Buschmann e Klaus Brackmann, fondatori del marchio Brabus, non sono mai stati due tipi timidi. Fin dalla fondazione dell’azienda, specializzata nel trasformare le Mercedes sportive in vere “saette”, creare le berline più veloci del mondo è stata per loro una missione, ma anche una minaccia nei confronti dei proprietari delle più esotiche supercar. Giusto per rendere meglio il concetto: provate a immaginarvi spaparanzati sul divano della vostra Classe E, mentre il vostro maggiordomo ce la mette tutta per far mangiare la polvere alla Ferrari che attende con trepidazione la luce verde del semaforo.
PROFESSIONE: CREATORI DI BERLINE AMMAZZA-SUPERCAR. Dopo la morte di Bodo Buschmann, nel 2018, sul ponte di comando della Brabus è salito il figlio, che ha avuto il non scontato merito di mantenere intatto lo “spirito” che ha sempre animato l’azienda di famiglia. E dalla quale, per la gioia degli appassionati, continuano a uscire bolidi con la faccia “cattiva” e cavalli a non finire sotto il cofano. L’ultima creatura del preparatore tedesco non fa eccezione: si chiama Brabus Rocket 1000 “1 of 25”, ed è la più potente Rocket mai realizzata dalla casa. Anzi, è la Brabus più potente mai realizzata.
VELOCE DA FAR PAURA. La base di partenza è la Mercedes-AMG GT 63 S E Performance, una maxi berlina filante come una coupé che, in configurazione di fabbrica, può già contare su 800 CV e nel 2020 al Nürburgring ha girato in 7’23’’, soffiando sul collo di mostri sacri della velocità come la Pagani Zonda F e la Porsche 911 siglata 997 nella versione più “esagerata” di tutte, ossia la GT2 RS.
SOTTO IL COFANO (E DALLO SCARICO) È TUTTA UN’ALTRA MUSICA. Nella trasformazione da Mercedes-AMG GT 63 S E Performance a Brabus Rocket 1000 “1 of 25” il 4.0 V8 biturbo ha visto un incremento di cilindrata fino a 4.5 litri. Tra i numerosi componenti creati o modificati ad hoc figurano pistoni, bielle, albero motore, centralina, turbo, valvole, impianto di scarico (con terminali in carbonio e titanio).
REGGETEVI FORTE, ANZI FORTISSIMO. Il risultato? Mille cavalli tondi tondi tra V8 e motore elettrico e 1.820 Nm di coppia combinati, limitati a 1.620 Nm (comunque più di quelli forniti dal motore di una Bugatti Chiron…) per non “tritare” gli ingranaggi del cambio automatico a nove marce. Ma per evitare che il guidatore medio di Porsche non resti completamente spiazzato al semaforo, avvolto in una nuvola di polvere a forma di grossa B, la Brabus ha lavorato anche sul lato estetico, dando alla AMG GT un che di… diabolico. Un bodykit in carbonio discreto quanto una Lamborghini arancione in mezzo al traffico allarga la GT 63 S di 6,7 centimetri. E che dire, a livello di impatto visivo, dei cerchi monodado aerodinamici a cinque razze?
IMPOSSIBILE NON NOTARLA. Rispetto all’auto di partenza, il muso della Brabus Rocket 1000 “1 of 25” guadagna un massiccio paraurti in carbonio, una retroilluminazione rossa ed è così affilato che potrebbe essere utilizzato come motozappa: inquietante trovarselo negli specchietti. Completano il look, rendendolo ancora più minaccioso, le due ampie minigonne e un ampio diffusore in carbonio, uno spoiler gigantesco e loghi Brabus ovunque. Gli interni sono neri come la carrozzeria, e sono un trionfo di pelle e carbonio, con qualche inserto rosso qua e là.
UNA “SAETTA”, SOLO PER 25. E le prestazioni? Da capogiro: la casa promette uno “0-100” in 2,6 secondi e uno “0-200” in 9,7 secondi, con una punta massima (limitata elettronicamente) di 316 km/h. La Rocket 1000 è davvero impressionante, ma servirà davvero a qualcosa? Per 25 persone la risposta sarà sicuramente affermativa.
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