BMW M3 E30 o Alpina B3, questo è il dilemma…

Due facce della stessa medaglia, due modi di interpretare lo stesso concetto di berlina pratica, accattivante e con prestazioni elevatissime. Una è l’originale, l’altra una sua rivisitazione – se vogliamo – ancor più esclusiva. Ci riferiamo alle due versioni super sportive più famose della Bmw Serie 3 della famiglia E30, ossia la M3 e l’Alpina B3 2.7.

LA BASE È LA STESSA, MA… Le immagini a corredo del nostro articolo, in particolare, raffigurano due esemplari spuntati recentemente online sul sito della casa d’aste Bring a Trailer. Sia la BMW M3 sia l’Alpina B3 sono del 1988, e il prezzo a cui sono state stimate dagli esperti è quasi identico. D’altronde si tratta di due modelli quasi gemelli, almeno a un primo sguardo, visto che, in realtà, a differenziarle ci sono tantissimi dettagli. Scopriamoli insieme per cercare di capire se davvero una è meglio dell’altra.

BMW M3 E30 (1988)

Alpina B3 (1988)

MODIFICATA DA MANI SAPIENTI. L’Alpina B3 2.7 non è neanche lontanamente famosa in confronto alla M3 E30 da cui deriva, ma snobbarla o dimenticarla sarebbe un grave torto. L’azienda di Buchloe, per chi non lo sapesse, elabora BMW sin dagli anni ’60, e  tra poco più di un paio d’anni le sue attività passeranno sotto il controllo del costruttore bavarese. Il tuner tedesco adotta una filosofia che non rincorre solo i cavalli o l’estetica, ma bada tanto anche al comfort, realizzando delle versioni generalmente più veloci ma anche più fruibili dei “giocattoli” firmati dalla divisione Motorsport della casa dell’elica. Nel caso della B3, in particolare, il quattro cilindri passa da 2,3 a 2,7 litri di cilindrata e guadagna una manciata di cavalli, raggiungendo quota 204 , con una coppia massima di 265 Nm, 25 in più rispetto a quella garantita dal motore originale.  Le modifiche riguardano anche gli interni, rivestiti in radica e pelle (splendido il volante con i colori Alpina), i cerchi multirazza di 16’’, lo splitter frontale e le immancabili decalcomanie dorate. Peccato forse – diranno gli amanti del tuning un po’ più “estremo” – che l’assenza di una carrozzeria più audace la sminuisca un po’.

Alpina B3 (1988)

BMW M3 E30 (1988)

L’ORIGINALE. La Bmw M3 E30 non avrebbe bisogno di presentazioni, vista e considerata la sua fama. Antenata di tutte le M3, è stata progettata per correre e vincere secondo le specifiche del Gruppo A, e nelle sue versioni da corsa ha ottenuto importanti successi sia nei rally sia in pista. Il suo 2.3 aspirato fornisce una potenza di 200 CV e la carrozzeria è un mix perfetto tra sobrietà e grinta, sebbene sia quest’ultima la connotazione più evidente, specialmente nella successiva variante Sport Evolution da 238 CV. Tra le curve non immaginatevi necessariamente un mostro da drifting o una macchina da rally in incognito, perché la M3, al netto di un temperamento senz’altro esuberante e di una propensione naturale al sovrasterzo, dà grandi soddisfazioni anche nella guida “pulita”, grazie a un motore che spinge forte senza essere violento e a una messa a punto neutra del telaio, per non parlare dello sterzo, il cui comando ha una precisione chirurgica.

BELLE ENTRAMBE, MA QUALE SCEGLIERE? Fino a tre ore prima della chiusura dell’asta di Bring a Trailer, la M3 stava a 93.000 dollari e la Alpina a 30.000 in meno. Insomma, sembrava  non esserci storia, ma alla fine il martelletto ha battuto la B3 a 135.327 dollari e la BMW a 136.500 dollari, valori paurosamente vicini. Entrambe hanno equipaggiamenti simili, che comprendono il tetto apribile, e uno storico che ne attesta una scrupolosa manutenzione pregressa. La M3 vanta un look senza tempo e interni in pelle Silver Bison stupendi, la B3 risponde con dettagli più ricercati e una maggior rarità. Quale scegliere, dunque? A livello di guida queste due auto si assomigliano molto, e i discorsi da speculatori non ci interessano, quindi un buon criterio di scelta potrebbe essere il look. Il frontale della Alpina è minaccioso, ma quei passaruota taglienti e allargati sulla M3 sono troppo sexy per dirle di no…