BMW M2 rimane fuori dal coro con un sei cilindri da paura
UNA LUNGA TRADIZIONE. Stupire il mondo con compatte sportive capaci di disegnare sorrisi a trentadue denti sul volto di chi le guida e regalare prestazioni paragonabili a quelle di vetture più grandi e potenti. Per la BMW è una “specialità della casa” dal 1973, quando confezionò la 2002 Turbo mettendo a punto una ricetta che è diventata la solida base di una tradizione lunga quasi cinquant’anni. L’ultima proposta sul tema nel menù della casa bavarese, condita con una cavalleria mai così generosa e un look mai così “esagerato”, è la nuova, attesissima BMW M2, che sbarcherà nelle concessionarie nell’aprile del prossimo anno.
TIRA FUORI I MUSCOLI. La nuova BMW M2, che ha un ruolo importante nei grandi festeggiamenti per il primo mezzo secolo di storia della divisione Motorsport, ha un look grintoso ed esuberante. I muscoli sulla carrozzeria sono davvero tanti e tutti deputati ad assolvere precisi compiti dettati da altrettanto precise esigenze tecniche. Leggi aerodinamica, innanzitutto, con un mix di superfici forse poco “aggraziate” ma di certo modellate secondo le indicazioni della galleria del vento. Si spiegano così accorgimenti dal forte impatto estetico come le marcate svasature nella parte basse delle fiancate, oppure lo spoiler “a labbro” con cui il profilo della coda si chiude all’insù o – ancora – il grande diffusore posteriore da cui fuoriesce la doppia coppia dei grandi “cannoni” di scarico.
CAVALLI A VOLONTÀ. Dentro il cofano, dalle tre grandi aperture squadrate ricavante nel paraurti anteriore, l’aria s’infila contribuendo a smaltire il calore generato dal 3000 sei cilindri bi-turbo molto simile a quello che equipaggia le sorelle maggiori BMW M3 e M4. E che adesso può contare su una potenza massima di 460 CV: ben 90 in più del modello precedente (quanto meno nella versione iniziale), che è andato in pensione dopo 60.000 esemplari venduti e un successo di pubblico e critica che va al di là dei numeri. Le prestazioni annunciare dalla casa, com’era lecito attendersi, sono di tutto rispetto: 4,1 secondi per lo scatto da 0 a 100 km/h con il cambio M Steptronic a 8 rapporti (o un paio di decimi in più, per chi ci sa fare, col cambio manuale a 6 marce, a chi sceglierà la trasmissione manuale a 6 marce e 250 km/h di velocità massima (che possono diventare 285 scegliendo un apposito “pacchetto” che sposta la soglia d’intervento del limitatore elettronico).
DIVERTIMENTO GARANTITO. Per il resto, gli ingredienti della nuova BMW M2 sono quelli di sempre: trazione sulle sole ruote posteriori, con di serie il differenziale attivo M, oltre a tutti gli aiuti elettronici alla guida che consentono anche ai guidatori meno esperti di tenere a bada una potenza altrimenti difficile da domare. Ma che sono anche disattivabili completamente per mettere alla prova i piloti più “smaliziati”. La gioia di guidare, insomma, in un mondo che si sta appiattendo ogni giorno un po’ di più sotto il peso di normative sempre più penalizzanti per le auro sportive, sembrerebbe garantito anche stavolta.
ELETTRONICA SPECIFICA. E per aiutare il conducente a prendere il meglio dalla nuova M2, il sistema infotainment integra funzioni che aiutano ad affinare le capacità di guida come il Drift Analyzer, che valuta i sovrasterzi, e il Laptimer che fornisce la telemetria dei giri veloci. E per “settare” meglio la vettura in funzione dell’abilità di ciascuno, l’intervento del controllo di trazione può essere regolato addirittura su dieci livelli diversi. Ma qual è il prezzo per tutto questo? Non si sa ancora con esattezza, ma le previsioni dicono: circa 75 mila euro, quindi con con aumento di circa il 10% rispetto alla versione precedente.