Beccati ‘sto tuning, Lamborghini Miura
I cultori della casa del toro ragioneranno seriamente se bendarsi o meno gli occhi e Ferruccio Lamborghini, se fosse ancora in vita, salterebbe volentieri su uno dei suoi trattori per radere al suolo le officine della Liberty Walk, azienda giapponese di tuning famosa per i suoi body kit estremi che, stavolta, ha messo le mani su una Lamborghini Miura.
BISOGNA ESSERE PAZZI. O CORAGGIOSI? Una parte di me è ammirata da tanta audacia, la restante parte – decisamente più ampia della prima – è abbastanza… scioccata. La Miura è considerata una delle sportive più belle di sempre e fa parte, insieme all’Alfa Romeo 33 Stradale, di quei rarissimi gioielli su ruote per i quali a un certo punto si è dovuta inventare la parola supercar. Inutile dire che a stravolgerne il look si rischia la pubblica gogna, per non dire il linciaggio, anche se va detto che, di solito, i lavori di Liberty Walk, per quanto esagerati, hanno un loro perché.
BELLEZZA BRUTALIZZATA. È andata così anche stavolta? Beh, LB-Silhouette WORKS GT Lamborghini Miura è veramente esagerata, sguaiata, con splitter, minigonne, ali e appendici che paiono rubate da una vettura del campionato GT3. Anzi, peggio. L’effetto è da mascella a terra: le dolci linee della Miura si intravedono ancora, ma sono annegate sotto un body kit che pare prendere a pugni l’aria attorno a sé. All’anteriore c’è uno splitter (supponiamo in carbonio) con tiranti che fa invidia a una cucina a isola, sotto le porte delle minigonne dallo stile elaboratissimo e con piccole prese d’aria integrate, mentre al posteriore svetta un’ala così grande che a inizio ‘900 avrebbe potuto risolvere tutti i problemi ingegneristici dei fratelli Wright.
COMING SOON. Ma non è finita qui: che dire del vorace estrattore e degli sfoghi per il calore del V12, delle sospensioni rasoterra e del cofano anteriore intagliato da qualcuno che quel giorno doveva essersi alzato col piede sbagliato? Il risultato, comunque, per quanto vistoso e cosparso di adesivi, non è completamente da buttare via. Ma sapere che sotto quel vestito da capodanno in pista ci sia una Lamborghini Miura vera, e non una replica, non può non fare un certo effetto. Quale esattamente, non si sa. A questo punto, la domanda è da dove arrivi l’auto donatrice? Magari dall’asta di The Junkyard dello scorso anno, dove ce n’era più di una in condizioni disastrose. Lo sapremo solo tra una settimana, quando l’ultimo azzardo di Liberty Walk verrà svelato al pubblico al salone di Tokyo.