Avanti tutta. Il trimarano Maserati mette il turbo
Prima o poi doveva succedere. Perché sì, va bene, sponsor principale ha senso, e anche l’occhio vuole la sua parte e quel nome su vela e scafo sono decisamente eleganti. Ma che tutta l’essenza Maserati nelle imbarcazioni di Soldini si limitasse a un vezzo estetico era davvero un peccato, visto che entrambi fanno della velocità il loro fiore all’occhiello (sarebbe un po’ come se in Formula 1 ci fosse una macchina col marchio Alfa Romeo, ma fatta da un altro…). Ma da oggi cambia tutto: finalmente il Maserati Lab di Modena, che di solito si occupa di GT e Quattroporte, collabora attivamente allo sviluppo del Multi 70, trasferendo know how e conoscenze per affilare quest’arma già micidiale.
IL TOCCO DEL TRIDENTE. E siccome i tecnici, trattandosi di una barca a vela, sotto il cofano non hanno trovato niente, si sono concentrati sull’aerodinamica, impiegando gli strumenti di analisi virtuali che normalmente usano per le auto (come il CFD, Computational Fluid Dynamics e il nuovo simulatore dinamico DiM, Driver-in-Motion). Il risultato? Performance migliorate, coefficiente di penetrazione dell’aria ridotto e, grazie agli speciali profili idrodinamici, prestazioni in fase di volo accentuate. Vuoi dei numeri? Il Cx è sceso del 5%, il che aumenta la forza propulsiva del 4%. Risultato: in condizioni ottimali il trimarano può così superare tranquillamente i 43 nodi. Adesso che è tutto pronto, non resta che aspettare il 2020, con un calendario che sembra la lista delle fatiche di Ercole. A gennaio si parte con la Cape to Rio Race, mentre l’ultimo appuntamento della stagione è a ottobre, con la Rolex Middle Sea Race. Ma la sfida più attesa è quella di maggio, per cercare di battere il record di attraversamento della Manica. Alla faccia della Brexit.