Automotoretrò 2022: cinque cose che ci sono piaciute (più una riflessione)
UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE. Al Lingotto Fiere c’è chi è venuto solo a curiosare, ammirando autentici pezzi d’arte e storia che di solito si vedono solo nei musei, chi sapeva che avrebbe trovato il pezzo di ricambio giusto e chi ha sperato di tornare a casa con la macchina o la moto dei propri sogni (a volte riuscendoci). Tutti comunque – esperti e meno esperti in materia, giovani e meno giovani – si sono divertiti un mondo, perché, con la doppia rassegna Automotoretrò e Automoto Racing, AMR è riuscita ancora una volta ad accendere e tenere viva la fiamma la passione, spaziando davvero a tutto campo nel vasto e variegato universo dei motori d’epoca e da corsa. Ecco le cinque cose che abbiamo apprezzato di più nella “quattro giorni” torinese dedicata ai veicoli d’epoca e al motorsport. Con una breve riflessione finale sul mercato collezionistico…
MOTOCICLETTE STRAORDINARIE. Se amate le moto e il nome Indian vi dice poco o nulla, sappiate che rischiate un bel cartellino giallo. Chi ha visitato Automotoretrò ha senz’altro colmato questa (eventuale) lacuna gustandosi la sconfinata collezione che la storica concessionaria cuneese Luciano Moto ha esposto al padiglione 2. Pezzi rarissimi e sorprendenti per soluzioni tecniche e stilistiche, alcuni perfettamente restaurati, altri – ancor più affascinanti – con addosso i segni di una vita centenaria. Centoventicinque anni di storia sono impossibili da riassumere in poche righe, perciò ci proviamo elencando tre modelli che spiegano bene la grande cifra innovativa (nonché la grande varietà costruttiva) della più antica casa motociclistica americana. La prima Indian monocilindrica, risalente alla prima decade del Novecento, è conservata dal primo all’ultimo bullone; stesso discorso vale per la prima quattro cilindri in linea del costruttore statunitense, mentre è stata restaurata di tutto punto la bicilindrica Scout Sport Dispatch Tow tipo Trike del 1941, una tre ruote all’epoca popolarissima come mezzo di soccorso stradale.
VIP A PORTATA DI MANO. Il bello di Automotoretrò è che in un certo senso assomiglia un po’ alla città che la ospita da 39 anni: riservata ma regale, nobile ma operaia, elegante ma popolare. Così, tra i padiglioni del Lingotto Fiere, ci si accorge ben presto che non è poi così difficile imbattersi in personaggi di spicco del settore e superare quel pizzico di timidezza che a volte può impedire di fare una conoscenza interessante. A un appassionato non capita tutti i giorni di sentirsi raccontare la storia della Fiat 126 da Roberto Giolito (qui l’intervista al numero uno di FCA Heritage), e neppure di farsi autografare il modellino di una Ferrari Mythos da Pietro Camardella, distraendolo mentre disegna la sua Ferrari 456 GT su una parete in scala 1:1. Momenti da custodire gelosamente nella mente e nel cuore, per è cresciuto a pane e motori.
UNA VALANGA DI RICAMBI. Impressionante la quantità di ricambi a disposizione di appassionati e collezionisti sulle bancarelle del padiglione 2. Carburatori, molle, ammortizzatori, freni, serbatoi, vaschette, tubi, tubicini, guarnizioni, specchietti, sedili, stoffe, tappetini, maniglie e lamierati di ogni genere. Pezzi nuovi e usati, o fedelmente ricostruiti, per quasi tutte le marche e i modelli più famosi, non solo di casa nostra. Un vero paese dei balocchi per gli amanti del genere.
TUTE ROSA E PIEDINI PESANTI. Chi l’ha detto che i rally sono una cosa da maschi? Gli equipaggi rosa nel motorsport non sono certo una novità, d’accordo, eppure ancora troppo spesso capita di dover “scomodare” mostri sacri della categoria come Michèle Mouton e la sua storica copilota Fabrizia Pons per ricordarci che questa fantastica disciplina è in grado di regalare emozioni forti anche nella sua declinazione femminile. Nel Trofeo Lady organizzato da Automoto Racing le ragazze hanno spinto le loro piccole Peugeot 208 R2B da circa 200 CV senza mai alzare il piede dall’acceleratore, dimostrando grande grinta, tenacia, voglia di migliorarsi e soprattutto una “delicatezza” spesso difficile da reperire nei colleghi del sesso opposto.
Questione di diversa sensibilità, certo, ma anche di fisico, soprattutto nelle situazioni di gara in cui le sollecitazioni muscolari sono più intense, come le inversioni con il freno a mano. Una manovra fondamentale per uscire il più velocemente possibile dai tornanti più stretti con la quale le concorrenti hanno preso via via maggior confidenza, esibendosi in curve a “U” molto spettacolari. Complimenti ragazze!
CHE MACCHINE! Alta, in generale, la qualità delle vetture classiche e moderne esposte nel padiglione 3, interamente dedicato alla compravendita. La parte del leone, naturalmente, l’hanno giocata i marchi italiani, con una nutrita rappresentanza di modelli Fiat e Lancia. Gli amanti delle cosiddette youngtimer, ovvero le vetture costruite tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei 2000, hanno avuto di che lustrarsi gli occhi: Alfa Romeo 147 e 156 GTA, Golf GTI e Audi S3, Ford Sierra RS e, naturalmente, l’immancabile Lancia Delta Integrale.
PARLANDO DI PREZZI… Unica nota dolente, i prezzi, non sempre proporzionati ai valori di mercato di riferimento o al reale stato di conservazione dei veicoli. Un rincaro dell’ordine del 10-15%, in media, è sempre tollerato da chi compra in occasione di una fiera, perché i commercianti devono pur cercare di ammortizzare le spese di viaggio e d’affitto dell’area espositiva. Maggiorazioni del 50% e oltre, però, sono difficili da comprendere e impossibili da digerire per qualsiasi potenziale acquirente. Il risultato è che i pezzi al prezzo “giusto” non hanno impiegato molto a passare di mano, mentre quelli più cari sono rimasti invenduti. Segnali di un mercato impazzito? In parte sì, come avevamo cercato di spiegare in questo approfondimento sul tema.