Autodromo di Monza, 100 anni di emozioni per immagini
SEMBRA IMPOSSIBILE, ma più di mille cavalli separano la Fiat 501 da corsa di Pietro Bordino dalle moderne monoposto di Formula 1 che, il prossimo 11 settembre, sfrecceranno a più di 350 km/h sul circuito di Monza nel nel Gran Premio d’Italia. In cent’anni, il mondo delle corse ha conosciuto un’evoluzione davvero straordinaria, quasi al punto da non credere davvero possibile che sotto il cofano della vetturetta vincitrice della gara inaugurale del Tempio della Velocità, il 3 settembre 1922, “scalpitassero” non più di 24 CV.
UN FASCINO UNICO. Quante auto (ma anche quante moto…) in cent’anni hanno solcato l’asfalto del terzo circuito permanente più antico del mondo dopo quelli di Brooklands e Indianapolis, contribuendo, insieme ai loro valorosi piloti, a scrivere pagine di sport che sono entrate nella storia e, oggi, sono diventate leggenda. Non c’è dubbio che si contano sulle dita di una mano le piste che possono vantare il fascino dell’autodromo di Monza, dove si respira la stessa aria magica che circonda Silverstone o il Nürburgring ma, in più, tutt’intorno a quei poco meno di sei chilometri di asfalto da percorrere quasi tutti col piede sull’acceleratore c’è un parco tra i più maestosi e regali del mondo.
UNA STORIA INCREDIBILE. Se solo le varianti di Monza, costruite a cavallo tra il 1972 e il 1978 per porre un freno alle prestazioni sempre più spaventose delle vetture di Formula 1, potessero parlare… che storie incredibili verrebbero fuori. Ancor più incredibili di quelle narrate sulle pagine delle cronache sportive. Storie tramandate da intere generazioni di appassionati e tenute in vita attraverso l’esercizio – oggi sempre più difficile, in un mondo che corre assai più veloce di una macchina da corsa – della memoria. Fortuna che, per rimettere insieme schegge e frammenti di un passato così denso di emozioni, esistono una letteratura vastissima e tante, tantissime fotografie. Immagini in bianco e nero sbiadite dal tempo, eppure vivissime nel tenere accesa la fiamma dei ricordi.
CENT’ANNI DI EMOZIONI. Quanti sono 3500 operai? E 200 carri? Quanto impiega a perdersi l’occhio umano, cercando di scoprire dove va a finire una linea ferroviaria lunga cinque chilometri? Viene da chiederselo, osservando le immagini che raccontano la magnificenza dei lavori per la costruzione dell’autodromo di Monza. A posare la prima pietra, nel febbraio del 1922, furono Vincenzo Lancia e Felice Nazzaro, due veterani di quel mondo dei motori praticamente appena nato e già sfavillante di emozioni. Di lì, l’avventura della pista che ospita il nostro Gran Premio di casa e per la quale ogni anno gli appassionati di tutto il mondo si mettono in viaggio, impiegò appena 110 giorni a partire. Lo spettacolo, coi suoi momenti di gloria, di gioia e di dolore, in cent’anni non si è mai fermato, né ha mai smesso di emozionare chi, di corse e motori, vive ogni giorno. Anche quando, la domenica sera, i motori si spengono e il tempo, come per magia, sembra fermarsi in attesa della prossima sfida.
