Audi lascia il DTM. Il campionato è a rischio
Audi saluta e se va. Decenni di successi e undici titoli nel principale campionato europeo a ruote coperte, la casa di Ingolstadt ha deciso di concentrare i propri sforzi nel motorsport sulla Formula E e pertanto dal 2021 non parteciperà più al DTM. Un colpo al cuore, un po’ come quando scopri che babbo natale non esiste o quando ti cede la turbina un mese dopo la scadenza della garanzia. Una scelta dettata dalla “volontà di diventare un fornitore di mobilità premium con un impatto carbon-neutral”, ancor più amara per il fatto che potrebbe essere l’ennesimo – forse l’ultimo – colpo di grazia a uno dei campionati più avvincenti della storia moderna del motorsport.
DEUTSCHE TOURING MASTERS. Il DTM è forse il più affascinante campionato europeo per le vetture turismo. Ideato in Germania nel 1984 per le berline, è cresciuto negli anni fino a diventare un evento internazionale con tappe in diversi paesi (compreso un round a Monza). Tra alti e bassi nel tempo ha cambiato nome e regole per poi rinascere, per l’ultima volta, nel 2000: tante le case che vi hanno preso parte, tra cui Audi, BMW, Mercedes Opel, e Alfa Romeo. Un torneo di peso, nonostante la FIA già abbia a calendario un proprio campionato Turismo (dove lo scorso anno ha trionfato Hyundai), che negli anni ha visto scendere in pista piloti con un passato in Formula 1 o altri campionati di prestigio, rappresentanti nel 2020 da Timo Glock e Robert Kubica.
TRANNE BMW SI SONO SFILATI TUTTI. Nella sua incarnazione attuale, in realtà, le auto che corrono non sono le stesse che trovate in concessionaria: le vetture DTM sono dei prototipi a trazione posteriore con molte parti in comuni tra loro, a cui viene applicata una carrozzeria da vettura turismo. Nell’ultimo decennio è stato un campionato a tre con Audi, BMW e Mercedes (con quest’ultima che ha abbandonato dal 2018), salvo un breve cammeo di Aston Martin nel 2019. Con la defezione di Audi resta soltanto la BMW con la M4 DTM da oltre 600 cavalli; un monopolio che a Monaco non interessa più di tanto: sembra che già in questi giorni si stiano interrogando se continuare o abbandonare a loro volta.
VITTIMA DEL MARKETING. Comprensibile la scelta di Audi, che alla mobilità alternativa ci crede molto. Con un obiettivo ambizioso di vendere oltre il 40 percento di auto elettriche o ibride entro il 2025, a Ingolstadt preferiscono investire nella Formula E piuttosto che spendere cifre importanti per un campionato che appassiona di più la vecchia guardia che arriva dal mondo dei carburatori e dei turbocompressori che non gli X-ennial che si esaltano con il FanBoost e l’Attack Mode delle monoposto elettriche. È l’evoluzione naturale del motorsport, non una guerra tra mondi: magari tra qualche anno il DTM tornerà in edizione riveduta e corretta – e senza benzina –. Nel frattempo, non ci resta che goderci quest’ultima stagione (comunque parziale a causa del Covid) o magari qualche vecchio filmato dei duelli tra la Alfa 155 V6 di Giovanardi e la Audi A4 di Wendlinger.