Aston Martin Vantage, l’ultimo canto del V12
A tredici anni dalla sua prima apparizione, il motore V12 si prepara a entrare per l’ultima volta nel cofano della Aston Martin Vantage, la più ‘piccola’ supercar della casa britannica La ricetta, affinata negli anni, ormai rasenta la perfezione e promette risultati straordinari. Per questo, dopo l’annuncio del lancio di una Final Edition, lo scorso dicembre, i 333 esemplari previsti sono andati sold out in un amen. Da Gaydon garantiscono che la V12 Vantage sarà una macchina “feroce”. Potente, veloce e divertente da guidare come non era mai stata, sia sul dritto sia tra le curve.
UN MOTORE MONUMENTALE. Questione di motore, certo, ma anche di tutto quello che gli ruota attorno. Il dodici cilindri a V ha una cilindrata di 5,2 litri e sprigiona una potenza di 700 cv a 6500 giri. La spinta, con una coppia massima di 753 Nm disponibile in un range molto ampio, da soli 1800 a 6000 giri, si preannuncia furiosa, anche perché il cambio elettroattuato ZF a otto rapporti promette cambiate affilate come un rasoio. Tanta potenza non avrebbe avuto lo stesso sapore senza un impianto di scarico adeguato a un così nobile propulsore, e così gli ingegneri hanno ripreso in mano i disegni dei collettori e dei tubi, scegliendo un acciaio inox spesso appena un millimetro. Il risultato è duplice: un sound epico (che non vediamo l’ora di sentire dal vivo) e un risparmio di peso di oltre 7 kg.
A DIETA FERREA PER ESSERE PIÙ AGILE. La cura dimagrante, in realtà, ha toccato un gran numero di componenti, meccanici e non, fino a ottenere un rapporto potenza-peso di 390 cv/tonnellata. Per rendere l’idea, basta immaginare una Fiat Panda con quasi 400 cv. Otto chili sono stati rosicchiati grazie ai cerchi da 21 pollici di nuovo disegno, mentre con i dischi freno in materiale carboceramico la lancetta della bilancia si è abbassata di altre 23 unità. Grazie a un impiego senza precedenti di fibra di carbonio e fibre composite, la V12 Vantage pesa il 20 percento in meno del precedente modello con il motore a 12 cilindri, pur avendo un corpo vettura fisicamente più grande, con una carreggiata più larga di 40 mm e una carrozzeria più rigida dell’8 percento.
DALLA PISTA ALLA STRADA. Numeri che da soli non riescono a far vibrare le corde dell’emozione, ma tradotti dalla scheda tecnica all’asfalto significano tanto. Un altro dato percentuale da evidenziare riguarda la griglia anteriore: la classica ‘Hunter’, come è stata ribattezzata nel gergo degli appassionati, ha una superficie più grande del 25 percento rispetto alla precedente, aumentando il fronte d’aria che investe i radiatori. A far respirare meglio il V12 provvede anche una presa d’aria ‘a ferro di cavallo’ sul cofano che rimanda alla V12 Vantage GT3 da corsa. Altri segni particolari? Le sospensioni a smorzamento adattivo, per creare una connessione ancora più diretta con l’asfalto, e la grande ala posteriore, che contribuisce a generare una deportanza di 204 kg alla massima velocità. I clienti possono scegliere se farla montare o meno in fabbrica e la decisione non è così banale, perché il look cambia e anche di tanto. In ogni caso, passare inosservati sarà molto, molto difficile…