Ariel Hipercar, uno strano mostro a batteria da 1180 CV
UNA STRANA CREATURA. A guardarla, potrebbe tranquillamente sembrare un modellino della serie Lego Technic in scala 1:1. Oppure uno strambo incrocio tra un robot e un calabrone. Paragone esagerato? Forse no. Il riferimento al regno animale non è né peregrino né eccessivamente fantasioso. Già, perché non si tratta solo di un’ovvia questione estetica. La Ariel Hipercar, ultima “diavoleria” su cui sta lavorando la casa britannica famosa (che si è fatta conoscere in tutto il mondo per la sua Atom, un’estrema super sportiva con telaio tubolare a vista e motore centrale), emette infatti uno strano ronzio che davvero ricorda il rumore provocato dalla vibrazione delle ali del più grosso dei vespidi europei. È il sibilo acuto dei motori elettrici: in totale sono quattro, uno per ruota. Sono alimentati da una batteria da 62 kWh collocata sotto il pavimento dell’abitacolo a due posti secchi ed erogano una potenza di 295 CV ciascuno, per un valore complessivo di 1180 CV (l’azienda sta anche lavorando a una meno potente versione a due ruote motrici).
PRESTAZIONI RECORD. Al momento, la Ariel Hipercar è “solo” un prototipo. Gli ingegneri della casa inglese, che l’hanno sviluppata partendo dal collaudato schema della Atom, giurano di aver studiato con particolare attenzione i progetti più avanzati in fatto di auto elettriche ad altissime prestazioni, senza tuttavia trovare uno spunto abbastanza “estremo” e fuori dagli schemi da ispirare il loro lavoro. Senza badare a compromessi, quindi, ne è nata una super sportiva che sfoggia i suoi attributi più crudi con irriverenza. Le dimensioni sono tutto sommato compatte, con una lunghezza intorno ai 4,5 metri e un peso che oscilla tra i 1450 e i 1550 kg: più o meno come una BMW Z4. Le prestazioni? Sono ancora da sottoporre all’esame della telemetria, ma si preannunciano da vera demolitrice di record: accelerazione da 0 a 100 km/h in poco più di 2 secondi e scatto con partenza da fermo fino a 160 km/h in meno di 5 secondi. Sulla carta, nemmeno la Bugatti Veyron, seconda a poche quando si tratta di correre, è capace di tanto.
IN CORSO DI OMOLOGAZIONE. Come accennato sopra, la Ariel Hipercar è ancora un’auto in divenire, ma sarà presto realtà. E, malgrado un aspetto che potrebbe anche lasciar intendere il contrario, non si potrà guidare solo in pista, ma anche sulle strade di tutti i giorni, come una “normale” automobile. L’iter di omologazione è già in corso, e non ci saranno scorciatoie: dai crash test alle prove in galleria del vento, fino ai test sulle emissioni (gli enti competenti, tra l’altro, dovranno esaminare anche la turbina a gas che funge da range estender per aumentare l’autonomia di percorrenza e fornisce 47 CV extra), per l’hypercar a corrente britannica non ci saranno scorciatoie nel percorso che la condurrà fino alle luci della catena di montaggio – si fa per dire, visto che sarà costruita artigianalmente e venduta a un prezzo di poco inferiore al milione di sterline.