Apple, te la do io l’auto!
Le agenzie di stampa l’hanno presentato come un semplice avvertimento, quasi un bonario consiglio da vecchio saggio, ma a leggere bene le parole di Akio Toyoda, presidente della Toyota e dei produttori di auto giapponesi, è una vera tirata d’orecchie se non una sfida a quelli di Apple che si sono messi in testa di farsi la loro macchina, elettrica e intelligente. L’influente Toyoda, parlando da presidente della Japan Automobile Manufacturers Association, non le ha mandate a dire ai signori di Cupertino e ha messo il dito nella piaga (come suo solito). “L’industria dell’auto accoglie tutti i nuovi player, ma il problema di costruire un’auto non è tanto farla – se si hanno le capacità tecniche – quanto gestire il rapporto con i clienti e i vari cambiamenti nei 40 anni successivi”, ha sottolineato in sostanza Toyoda.
TRA IL DIRE E IL FARE… L’industriale giapponese non è nuovo a sortire del genere, come quando aveva parlato della transizione all’elettrico come di una sopravvalutazione e un pericolo per l’intero settore automobilistico. Il che sembra un doppio avviso per i futuri e ancora teorici rivali della Silicon Valley, che non sono visti di buon occhio dai produttori auto. Una macchina con la Mela potrebbe essere un rivale imbattibile anche per i colossi del settore. Ma che non sia facile entrare nel mercato auto, il gigante californiano lo sta già sperimentando sulla sua pelle, già prima di farla la macchina. Il progetto di una Apple car potrebbe richiedere ancora almeno cinque anni e gli stessi top manager di Cupertino sembrano procedere su una linea di incertezza e con continui stop and go, sia volontari che imposti dalle circostanze. Le preoccupazioni che Toyoda ha espresso apertamente nel caso dell’elettrico e un po’ più velatamente nei confronti di Apple, potrebbero essere – si sussurra – uno dei motivi per cui le discussioni tra la big dell’hi-tech e alcune case auto sono apparentemente svanite negli ultimi mesi, una dopo l’altra, con Hyundai Motor Co. e altri che hanno fatto marcia indietro dopo aver detto di essere in trattative.
UNA VOCE CRITICA. Va detto che questa non è la prima volta che Toyoda è stato sferzante nei confronti dei nuovi concorrenti. In un briefing a novembre, il supermanager giapponese aveva affermato che Tesla Inc. non sta realizzando “prodotti reali”. Tesla, che l’anno scorso ha superato Toyota come la casa automobilistica con la capitalizzazione più alta al mondo, è destinata a restare leader (con Volkswagen) in termini di vendite, ha in sostanza ricordato Toyoda. Che dall’alto della sua carriera e della sua esperienza delle tirate di orecchie ai ‘giovani’ se lo può pure permettere.
Toyoda misura l’iCar col suo metro, sbagliando strumento e misurazione.
Tutti i players automotive celatamente temono che l’avvento dell’Apple iCar sarà epocale.
Apple in piena crisi pandemica ha registrato un fatturato trimestrale di inizio anno di 111,4 miliardi di dollari, in crescita del 21%, contro i 282 miliardi di dollari di Toyota in un anno seppur difficile.
Apple vuole realizzare una world car da vendere ovunque a chiunque questo è ciò che concretamente sappiamo, in quanto l’iCar Apple è top secret.
Si ipotizza un’unica vettura, non una gamma di vetture. Una vettura di segmento D premium, dimensioni Model 3 con un design aerodinamicamente efficiente senza il bagagliaio da berlina, un profilato fastback monovolume dove sarà possibile assumere una posizione sdraiata grazie all’avvento del livello 5, una vettura ispirata alla Volvo 360c, la concept con guida autonoma dov’è possibile sdraiarsi e riposare.
Un nuovo concetto di vettura che oggi non esiste e che di fatto non si sovrappone ad altre tipologie, un abitacolo lounge, motori in-wheel a flusso assiale su ogni ruota per eliminare differenziali e semiassi, avere il controllo istantaneo ed indipendente su ogni singola ruota e liberare spazio nel pianale in favore delle batterie e dell’abitacolo soprastante.
Se vorranno commercializzarla nel 2024, tra breve la vedremo in strada.
Il design dell’Apple iCar potrebbe già essere tra noi: il Magic Mouse 2 Apple.
Un design rivoluzionario perché esasperatamente aerodinamico e diverso da ogni quello di ogni altra vettura. Ideale, anzi perfetto per essere efficienti e percorrere moltissimi chilometri in assoluto silenzio. Una forma fluida per fendere l’aria, con linee d’aria definite da ampie superfici in vetro strutturale autoportante, come quello impiegato nello Yacht di Jobs e nei cristallini Apple Store ma con proprietà elettrocromiche ed integrazione fotovoltaica.
Apple ha fatto il pieno di tecnici ed ingegneri automotive, ed ora ha bisogno di un partner per costruire la iCar e di una rete assistenza, potrebbe addirittura rivolgersi a due partner per costruirla: BMW in Europa e Hyundai in Asia e Stati Uniti.
Il progetto sembra sia così organizzato:
– Doug Field, ex ingegnere Tesla responsabile del progetto
– Jonathan Sive, ex BMW, Tesla e Waymo
– Michael Schwekutsch responsabile dei sistemi di trasmissione
– Stuart Bowers responsabile per la guida autonoma.
L’intero progetto è stato trasferito sotto la responsabilità di John Giannandrea, capo delle attività nel campo dell’intelligenza artificiale. Dimenticavo, design degli interni affidato a Steve MacManus, ex vice presidente della Tesla, assunto nel 2019 per lavorare su progetti non automobilistici.
Dal 2017 ci sono reciproche migrazioni di tecnici ed ingegneri, doppi e tripli giochi per acquisire tecnologia ed ingegneria. La tendenza era quella di lasciare Apple per lavorare in Tesla qualche anno e poi ritornare in Apple.
Praticamente, una spy story.
Non dimentichiamoci poi della liquidità e del valore azionario di Apple che qualora fosse interessata ad acquisire un brand punterebbe decisamente a comprarsi BMW, ma non credo proprio, BMW è un brand con una storia troppo ingombrante per il think different di Apple.
Apple è Apple e basta, perché ha il più alto livello di fedeltà, è classificata come il marchio più prezioso del mondo, ha raggiunto un fatturato 2020 di 274,5 miliardi +5,5% nonostante la crisi pandeconomica globale, presenta un valore medio in Borsa nel 2020 di 1.070 miliardi di dollari con 17 miliardi di azioni in circolazione e una spesa in ricerca e sviluppo dello scorso 2020 è aumentata del 16% passando da 16,2 miliardi di dollari a 18,75 nel 2020. Cifre superiori al PIL di molte nazioni per un impresa intrapresa da due ragazzi in garage con l’obiettivo di portare le capacità di calcolo di grandi aziende, agli individui comuni.
Ovvio che tutti i riflettori della stampa sono puntati sull’iCar o Project Titan da tempo, fin da quando Mickey Drexler annunciò pubblicamente durante la manifestazione Innovation Uncensored del 2012 che Steve Jobs avrebbe voluto progettare la prima iCar con l’intento di rivoluzionare un mercato importante, conquistandone ben il 50% secondo Steve Jobs.
Al momento solo Wall Street Journal ha rivelato alcune indiscrezioni riprese da un documento interno.
Il resto della stampa, al momento, scrive ipotesi e supposizioni sulla venuta certa della iCar, l’auto che porterebbe milioni di Apple fans alla guida di quella che si preannuncia essere la più rivoluzionaria vettura mai vista, naturalmente elettrica.