Alfa Romeo 1900 C52, la Disco Volante compie 70 anni
UN MITO NEL MITO. Immaginate di trovarvi di fronte al dilemma non indifferente di dover individuare un solo modello per spiegare a un bambino il significato del mito Alfa Romeo. Posto che, e senza forse, una scelta giusta non esiste, non c’è dubbio che il modo migliore per accendere la curiosità e la fantasia del vostro piccolo interlocutore sia parlargli della 1900 C52 Disco Volante. Recentemente oggetto, in occasione dei suoi primi settant’anni, di una bella conferenza d’approfondimento organizzata dal Museo Storico Alfa Romeo, la leggendaria barchetta, caratterizzata da forme schiacciate e lenticolari letteralmente uniche nella storia dell’automobile, rappresenta uno dei più immaginifici e celebri frutti della storica collaborazione tra la casa del Biscione e la carrozzeria Touring di Milano. Tra le primissime immagini dell’auto ce n’è una in bianco e nero che la ritrae parcheggiata nel cortile dell’atelier milanese, al civico 65 di via Ludovico da Breme (nella foto sotto). Qui, a un paio di chilometri scarsi dal Portello, i maestri artigiani della Touring ne allestirono cinque esemplari, rivettando – secondo il famoso brevetto Superleggera, depositato nel 1936 – i pannelli in alluminio della carrozzeria su una leggerissima gabbia di sottili tubi d’acciaio.
UN PO’ DI STORIA. La Disco Volante nasce in un momento tra i più i delicati nella travagliata e avvincente storia dell’Alfa Romeo, che dopo la vittoria dei primi due Campionati del mondo di Formula 1 con le mitiche GP Tipo 158 e 159, superata una fase di grande incertezza, decide di abbandonare le corse e concentrare tutti i suoi sforzi sulla produzione di massa di modelli stradali, passo necessario (e non più procrastinabile) per trasformarsi da piccola a grande fabbrica di automobili. Tuttavia, l’eco di tante vecchie e recenti imprese sportive non si dissolve coi nuovi programmi, ribadendo la simbiosi totale tra la casa milanese e le competizioni. Così, l’11 giugno 1952 la storica rivista inglese Motor dà per certa la partecipazione dell’Alfa Romeo alla 24 Ore di Le Mans con una Disco Volante equipaggiata con un motore tre litri (lo stesso sei cilindri in linea progettato anni prima da Giuseppe Busso per la 6C 3000). L’auto però, nonostante un’avveniristica silhouette che pare correre da ferma e una meccanica di prim’ordine (il quattro cilindri bialbero di 1997 cc ha il monoblocco e la testa in lega leggera ed eroga 158 CV, per una velocità massima di 220 km/h), non correrà mai ufficialmente, limitandosi a effettuare qualche test in pista.
Autodromo Nazionale di Monza. Consalvo Sanesi, storico pilota e collaudatore dell’Alfa Romeo, a colloquio con il progettista Gioachino Colombo, prima di entrare in pista con la 1900 C52 Disco Volante
PIÙ SNELLA PER CORRERE. Pur vantando soluzioni aerodinamiche in netto anticipo sui tempi, la carrozzeria della Disco Volante sporge troppo oltre le ruote, compromettendone non poco l’agilità. Per questa ragione, su espressa richiesta di un pilota, la carrozzeria Touring decide di sfrondare la scocca delle caratteristiche bombature laterali, dando vita a un modello soprannominato “Fianchi stretti”, l’unico della mini-serie di cinque esemplari con un passato agonistico.
LE MAGNIFICHE QUATTRO. L’Alfa Romeo Disco Volante “Fianchi stretti” (qui sopra ritratta in una fotografia dell’epoca) oggi appartiene alla Cité de l’automobile, che si trova a Mulhouse, in Francia, ed è il più grande museo dell’automobile al mondo. Della leggendaria sportiva della casa milanese sopravvivono altri tre esemplari: due, una barchetta e una coupé (foto sopra), sono conservati al Museo Storico Alfa Romeo; il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, invece, possiede dal 1956, regalatogli dall’azienda, un modello dotato del più potente motore di tre litri.
