Addio al “papà” della Ferrari F40, l’ingegner Nicola Materazzi
UNO DEI MIGLIORI. Classe 1939 (era nato il 28 gennaio a Caselle in Pittari, in provincia di Salerno), Nicola Materazzi è scomparso oggi dopo una lunga malattia. Considerato dalla rivista americana Forbes tra “i migliori 10 ingegneri meccanici al mondo e in assoluto tra quelli che hanno rivoluzionato l’auto in questo secolo”, Materazzi ha dedicato tutta la sua vita all’automobile, dopo la laurea in ingegneria meccanica all’Università Federico II di Napoli, ottenuta dopo gli studi classici e la maturità al Liceo Classico di Sapri, città in cui con i suoi genitori si era precedentemente trasferito. Nel 1961, all’età di 22 anni, si era già costruito il proprio kart, primo progetto di una lunga serie. Tra l’estate del 1964 e il 1965 aveva frequentato uno stage di tre mesi presso la raffineria di petrolio Mobil a Napoli dove apprese nozioni sulla formulazione del combustibile.
DALLA LANCIA ALLE ATTIVITÀ SPORTIVE DELLA FIAT. Assunto in Lancia al Reparto Tecnico, dal giugno 1968 si trasferì a Torino, dove lavorò come specialista di calcoli su telaio, sospensioni e strutture sterzo. Una delle sue prime esperienze importanti fu quella legata allo sviluppo della Lancia Stratos gruppo 4 da rally. Dal 1971 dapprima come Responsabile Ufficio Calcoli e dal 1974 nel Reparto Corse, entrò a far parte del team di progettazione e divenne il responsabile dell’applicazione del turbo e dello sviluppo sull’aerodinamica della Stratos Silhouette Gruppo 5, dando inizio così alla sua lunga carriera tecnica, di progettazione e sviluppo di motori sovralimentati.
Nel 1978, a seguito della fusione dei reparti corse Lancia e FIAT nella struttura EASA (poi ASA), venne chiamato a lavorare in Abarth per progettare la vettura Formula FIAT Abarth, dedicata alla formazione di giovani piloti. Al termine dell’anno transitò in Osella dove curò il progetto della monoposto FA2 di Formula 2 e in seguito la FA1, prima Formula 1 di Osella che fu presentata il 7 dicembre 1979, una settimana dopo il suo trasferimento a Maranello.
L’ARRIVO IN FERRARI NEL SEGNO DEL TURBO. Nel novembre 1979 era stato infatti assunto nel Reparto Corse Ferrari, come Responsabile Ufficio Tecnico. Materazzi fu il responsabile dell’adozione dei motori turbo in Ferrari, anche sulle monoposto di Formula 1. Successivamente, inviato da Enzo Ferrari al Reparto Produzione, gli vengono assegnati anche diversi progetti e sviluppi di auto di serie come il motore per la 208 Turbo, a 288 GTO, la 288 GTO Evoluzione (tutte dotate di motore sovralimentato), la Testarossa, la 412, per poi essere invitato da Enzo Ferrari in persona a guidare lo sviluppo e la creazione della F40, che è probabilmente il progetto a cui Materazzi è maggiormente associato dai proprietari di Ferrari.
IL CAPOLAVORO TECNICO DELLA F40. Alla F40 sono legate l’ascesa e l’altrettanto rapida fuga di Materazzi dalla Ferrari. L’ingegnere campano avevo convinto Enzo Ferrari a realizzare la 288 GTO Evoluzione per omologarla in Gruppo B e farle sfidare la Porsche 959 ma, con l’abolizione dello stesso Gruppo B e viste le promettenti performance del nuovo modello, il “Drake” chiese a Materazzi di non “ammazzare la vettura”, ma di derivarne una versione stradale. L’Ingegnere accettò, seppur i tempi di progetto e realizzazione fossero molto ristretti, ma a patto che fosse lui a scegliersi i collaboratori, senza interferenze esterne sul progetto. Lo sviluppo della Ferrari F40 procedette quindi spedito, Materazzi era già impegnato allo spasimo, ma un’espressa richiesta di Vittorio Ghidella, di evitare interferenze mediatiche sulla nuova Alfa Romeo 164 al Salone di Francoforte, dove avrebbero dovuto debuttare entrambe, fece sì che Ferrari avesse chiesto a Materazzi di anticipare ulteriormente, con tutte le difficoltà del caso, la presentazione al 21 luglio 1987. E fu così che, lavorando tutti i giorni, festività comprese, la F40 venne presentata al Centro Civico di Maranello puntualmente il 21 luglio, con Materazzi, il designer Leonardo Fioravanti, lo stesso Enzo Ferrari ed Eugenio Razelli seduti al tavolo per rispondere alle domande della stampa.
L’ADDIO AL CAVALLINO RAMPANTE. Visto il successo della F40, Enzo Ferrari, decise di affidare a Materazzi il ruolo di Direttore Tecnico del Reparto Produzione vetture stradali, ma poiché la FIAT aveva il controllo generale della divisione produzione, scelse al posto di Materazzi un’altra figura professionale. Questa decisione portò Materazzi a lasciare la Ferrari, nonostante i numerosi inviti dello stesso Enzo Ferrari a restare, per poi assumere Direzione Tecnica e Sportiva della casa motociclistica Cagiva, su invito del suo Amministratore Delegato Claudio Castiglioni.
EB110 ED EDONIS, SUL FILO DEI 360 KM/H. La carriera professionale di Nicola Materazzi si concluse comunque in Emilia, con un periodo in Bugatti, dove ottimizzò il progetto della EB110 passando dal telaio in alluminio a quello in carbonio, e alla B Engineering, dove realizzò la hypercar Edonis (nella foto qui sopra), a partire dalla EB110 ma rinunciando alle 4 ruote motrici a favore di una più leggera e meno complessa trazione posteriore e arrivando a quota 715 CV con il V12 della stessa Bugatti. La Edonis fu poi cronometrata a 359,6 km/h sul circuito di Nardò, sfiorando l’obiettivo di Materazzi di creare un’auto da 100 metri al secondo (360 km/h).