Acura Integra Type S HRC: la Type R del futuro

Acura Integra Type S HRC: la Type R del futuro

Ciascuno di noi ricorda la fenomenale, eccitante, affilata Honda Integra Type R DC2: un cambio da sogno, un telaio che quasi vi parla e un motore da 9.000 libidinosi giri, il tutto impacchettato in una coupé due porte dall’aspetto bellicoso; è come se Porsche avesse fatto una hot hatch coupé. Quei fasti non torneranno più, ma Acura – lo ‘spin-off’ premium americano di Honda – ha reintrodotto sul mercato quel prestigioso nome. Nel 2022 infatti è apparsa la Acura Integra, una berlina fastback (basata sulla Civic moderna) inizialmente offerta con un 1.5 litri turbo da 200 cavalli spalleggiato da un differenziale autobloccante e un cambio manuale a sei marce (o un CVT se volete uccidere il divertimento). Le cose divennero interessanti quando apparve la Integra Type S, con una meccanica derivata dalla Civic Type R… ma ora Honda/Acura ha davvero reso il piatto piccante. 

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O TUTTO O NIENTE. Alla Car Week di Monterey infatti la casa giapponese ha svelato la Acura Integra Type S HRC Prototype, una versione della Type S dedita anima e corpo alla pista. I ragazzi della Honda Racing Corporation (ecco il significato di quelle tre letterine) hanno limato peso, aggiunto cavalli, migliorato la dinamica e incattivito l’aspetto, ottenendo un qualcosa che ci piacerebbe tanto provare a dovere. Il vice della HRC USA, Jon Ikeda, è stato molto secco: “ogni aspetto della Integra Type S HRC Prototype urla performance; tutto è funzionale, se un componente non aggiunge prestazioni, allora non c’è”. 

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QUASI UN QUINTALE IN MENO. Esteticamente la HRC è parecchio più incazzata: splitter anteriore più pronunciato, prese d’aria più ampie, minigonne più aggressive e una grande ala in carbonio regolabile, tutto per migliorare stabilità e raffreddamento. La carrozzeria è stata verniciata usando un vistoso Indy Yellow Pearl, colore derivato dalla NSX e in tinta con le pinze dei freni, dei Brembo da 380 mm a sei pompanti, pensati per resistere al fading dopo lunghe sessioni in pista. Svariate componenti – come il cofano, le portiere posteriori e i bellissimi sedili a guscio Recaro – sono in carbonio, il clima è sparito e al posto dei sedili dietro abbiamo una panchetta (sempre in carbonio) per stipare le gomme che avrete macinato durante un trackday; in questo modo si risparmiano circa 90 chili, per un peso a secco attorno ai 1.360 kg. 

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UNA LAMA IN PISTA. Il 2.0 litri da 320 cavalli prevede un intercooler maggiorato, un doppio radiatore dell’olio e uno scarico meno timido per qualche cavallo in più, anche se la casa non dichiara il totale ottenuto (diciamo sui 330 come la Civic Type R FL5?). Per molestare auto ben più cavallate Honda ha dotato la HRC di Pirelli Trofeo R da 265/30 su cerchi da 19’’, ha montato un assetto ribassato di 15 millimetri con campanatura regolabile e i sopracitati freni Brembo, mentre il retro è irrigidito da una struttura tubolare a X sempre gialla. Tra cambio manuale, peso ridotto, look e dinamica affilata la nuova HRC sembra davvero promettente; è un accenno ad una futura versione Type R? Staremo a vedere. 

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