Acura Integra concept: la nuova alba del VTEC
Controcorrente e ribelle, come la subcultura punk dei primi Anni ’80. La Integra è pronta a tornare per dare una nuova vita alla berlina giapponese, simbolo delle quattro ruote asiatiche e oggetto di culto di un’epoca. Un mito che rinasce dopo ben oltre un decennio di assenza, rivoluzionato per adattarsi alle esigenze di oggi, ma rispettosa della tradizione nel profondo del cuore (meccanico). Già, perché se le forme della carrozzeria sono testimoni del cambio generazionale – ora la Integra è una fastback a quattro porte -, a livello meccanico non si parla di batterie e elettroni, ma più semplicemente di VTEC.
HONDA, MA NON NEL NOME. Svelata in America, lì dove le Honda più prestigiose sono a marchio Acura, la nuova Integra nasce sulla medesima piattaforma della Honda Civic, ed è mossa da un 1,5 litri turbo con circa 200 cavalli (un valore ancora non ufficializzato) e l’immancabile sistema VTEC. Un propulsore piccolo, moderno e raffinato, ma che nella ricerca del divertimento di guida viene abbinato a una trasmissione manuale a sei velocità. Una scelta quella di Honda, certamente old fashioned, ma che appaga il gusto di chi ama la guida vecchia stile.
FASTBACK AFFILATA. Resa celebre negli Anni Duemila dalla versione Type R, l’Acura Integra riesce a mantenere, a distanza di quindici anni, il suo pedigree sportivo e accattivante grazie a un profilo laterale filante, spiovente al posteriore. Quello della fastback nipponica, è un design contraddistinto da linee armoniose ma decise, chiuso all’anteriore da un frontale davvero aggressivo. Grinta trasmessa sia di notte che di giorno, grazie ai fari a led JewelEye e alle luci diurne a ‘chicane’, a cui si aggiungono la mascherina nera lucida a pentagono e il lettering Integra, stampato come una lacrima sotto il faro lato conducente.
UN LATO B MUSCOLOSO. Il DNA sportivo dell’Acura Integra si nota anche nella vista posteriore. La vettura è contraddistinta da ampi passaruota, con singolo terminale di scarico per estremità, a enfatizzare l’aspetto extra large del retro. Completano il posteriore, gli ampi fanali monoblocco, con la stessa firma a ‘chicane’ dei fari, oltre al nome Integra in rilievo, impresso sotto il proiettore lato passeggero.
STILE NOIR. Prosegue anche nella tonalità l’omaggio al passato dell’Acura Integra. Infatti, il prototipo è stato presentato al pubblico nel colore Indy Yellow Pearl, giallo ricavato e preso in prestito dalla iconica Integra Type R del 2000-2001, e indossato anche dalla massima espressione della velocità a quattro ruote di Honda, la NSX. Tuttavia, sono i dettagli in nero lucido a sottolineare l’animo sportivo della Integra, come gli inserti sul tetto, gli specchietti, lo spoiler posteriore, la griglia anteriore e le decals laterali a formare il nome della vettura. Anche i cerchioni a cinque razze da 19 pollici contribuiscono all’imprinting aggressivo del veicolo: proposti in versione opaca, hanno un design ampio, che dà luce all’impianto frenante Brembo.
MADE IN JAPAN MA NON TROPPO. Progettata e disegnata in Giappone, l’Acura Integra sarà però costruita in America, con l’inizio della produzione previsto a metà nel 2022 presso lo stabilimento automobilistico di Marysville in Ohio. Sotto l’effige del marchio Acura, per la nuova Integra si prevede la commercializzazione nel solo mercato statunitense ad un prezzo molto interessante di circa 30.000 dollari. (Testo: Federico Giavardi)