A Goodwood la Polestar 2 mette i muscoli

Più potenza, certo, ma un assetto che permetta di utilizzare, non solo in rettilineo, le vigorose accelerazioni garantire dai motori elettrici. La Polestar 2 non è ancora in vendita nel nostro Paese, ma a leggere l’opinione della stampa internazionale, sembra che la prima berlina elettrica del marchio svedese abbia tutte le carte in regola per giocarsela con la Tesla Model 3 e le concorrenti Made in Germany. E proprio come le sue rivali non poteva mancare una versione ad alte prestazioni: per il momento è solamente un prototipo, ma in questi giorni ha già mostrato di cosa è capace sulla famosa cronoscalata del Goodwood Festival of Speed. 

È PIÙ ‘PIANTATA’ A TERRA. Basato sulla stessa architettura della vettura di serie con due unità elettriche, una per asse, e un pacco batterie da 78 kWh al centro del pianale, la Polestar 2 ad alte prestazioni ha 476 cavalli, 74 in più di prima, ma sopratutto eredita dalla filante coupé ibrida Polestar 1 l’impianto frenante Akebono con pinze a sei pistoncini davanti e la generosa gommatura da 275 mm su cerchio da 21″. Per elevare il piacere di guida e le velocità di percorrenza in curva, la carreggiata è stata allargata di 2 cm e l’assetto è stato ribassato di ben 3 cm rispetto all’auto di serie. 

TANTA RIGIDITÀ IN PIÙ. Ma non finisce qui, perchè gli ingegneri svedesi hanno irrigidito le molle dell’80 percento all’anteriore e del 40 percento nella parte posteriore e sono stati montati nuovi ammortizzatori Öhlins a tre vie. Per aumentare ulteriormente la rigidità, sono state montate due barre duomi, una in fibra di carbonio della Volvo S60 Polestar Engineered, una realizzata su misura per il posteriore.  Completano il tutto alcune modifiche di dettaglio al design con nuovi paraurti, una mascherina aggiornata e le calotte degli specchietti retrovisori in nero lucido.