Ferrari 330 GTO, un unicorno da 52 milioni

Quasi 52 milioni di dollari. Tanto è valso il passaggio di mano dell’unica Ferrari 330 GTO esistente, costruita dalla casa di Maranello nel 1962. Venduto lo scorso 13 novembre dalla casa d’aste RM Sotheby’s, questo bolide al 99,9% conquisterà la palma di auto da collezione più costosa del 2023. Ora, 51,7 milioni di dollari (pari a circa 47 milioni di euro al cambio attuale) sono una cifra esagerata, ma una macchina del genere va vista soprattutto come un investimento. Stiamo parlando di un autentico unicorno su ruote, e per di più con un passato sportivo di tutto rispetto, che include la vittoria di classe (e il secondo posto assoluto) nella 1000 km del Nürburgring del 1962, anno in cui ha anche solcato l’asfalto del Circuit de la Sarthe nella 24 Ore di Le Mans. Ma qual è la storia di questa Ferrari unica al mondo?

PICCOLA PREMESSA STORICA… Alla fine del 1961 la Ferrari iniziò a sviluppare la vettura da competizione destinata a sostituire la fortunata 250 GT Berlinetta Passo Corto, un’auto ancora validissima, grazie al suo V12 da circa 280 CV, ma penalizzata da un frontale poco aerodinamico che le impediva di superare i 250 km/h. Il risultato, nel febbraio del 1962, fu la sbalorditiva (e oggi ambitissima dai grandi collezionisti) 250 GTO, il cui V12 ora raggiungeva quota 300 CV. Il nuovo cavallino, inoltre, offriva maggiori prestazioni in curva grazie a un peso e a un baricentro inferiori. Qualità che ne hanno fatto una delle auto da corsa più vincenti e amate di tutti i tempi. 

A LE MANS NON EBBE FORTUNA. Ora riportiamo le lancette dell’orologio al 1962. A Le Mans la Ferrari schiera quattro macchine “ufficiali”: una è proprio la 330 GTO con motore “4000” passata di mano poco più di una settimana fa a una cifra record. Mike Parkes in qualifica è veloce, e stabilisce il quarto miglior tempo. In gara, con la sua 330 GTO, si lancia all’inseguimento della Corvette e la supera. Peccato che i freni non assecondino l’esuberanza del pilota, che alla Mulsanne va dritto e rimane bloccato per mezz’ora nella sabbia. Al rientro in pista, ogni possibilità di vittoria svanisce, e un surriscaldamento del V12 indurrà il team di Maranello a richiamare la macchina ai box prima della bandiera a scacchi.

ORGOGLIO SICILIANO. Dopo aver latitato qualche anno dai campi di gara che contano e aver cambiato qualche motore e qualche cambio, la 330 GTO tornò protagonista nel luglio del 1964: Pietro Ferraro fu quinto di classe nella cronoscalata Trieste-Opicina. Poco dopo, il pilota vendette la sua Ferrari a un tal Ferdinando Latteri di Palermo, un gentleman driver siciliano che usò quella macchina per come era stata concepita, mettendola alla frusta nel fitto calendario di gare siciliane dell’epoca. I risultati tardarono un po’ ad arrivare, ma nel 1965 arrivò il secondo posto nel Campionato Siciliano di Velocità in Salita.

PER RICONOSCERLA DEVI APRIRE IL COFANO. Dal 1985 a qualche giorno fa l’unica Ferrari 330 GTO al mondo è appartenuta alla stessa persona, ma prima ha cambiato diversi garage, ottenendo anche, nel febbraio del 1995, un premio nel concorso Cavallino Classic, contest dedicato alle grandi Ferrari del passato. Nel 2012, invece, la sua rarità e l’unicità della sua storia le sono valse il Best of Show nel concorso d’eleganza di Amelia Island, dove ha avuto la meglio su 12 vetture “gemelle” a un occhio inesperto, ma senza quel mitico 4.0 sotto il cofano…