Zagato, 100. Il centenario è memorabile
Avete voglia di una cavalcata nel tempo e nello spazio per un tuffo nella bellezza motoristica? Ecco quello che potrebbe fare per voi in tal caso: il volume ‘Zagato – 100’, edito da Rizzoli per celebrare il centenario della Zagato nata a Milano nel 1919 per mano del fondatore Ugo, un carrozzerie che voleva applicare al settore automobilistico la tecnologia aeronautica che aveva imparato durante la Grande Guerra. Tanto che il primo lavoro realizzato dalla nuova azienda fu una carrozzeria che richiamava la carlinga di un aereo per una Fiat 501. Un’ispirazione e un’intuizione che non furono mai abbandonate. Era iniziata quella ricerca incessante della ‘bellezza necessaria‘ che per un secolo ha ispirato il fondatore e chi lo ha succeduto alla guida dell’azienda. E sfogliare il libro, che ha una sontuosa introduzione di Antonio Ghini che di belle macchine ne ha frequentate, è un po’ come assistere a una sfilata di moda, dove in passerella le modelle sono alcune tra le auto più belle che le strade di tutto il mondo abbiano mai visto. Una bellezza, sostanzialmente senza tempo ma che pure si adattava al cambiamento dei tempi e dei gusti, impastata della essenzialità e funzionalità, tipiche di quel design italiano allora agli albori, ma che qualche decennio dopo sarebbe esploso e si sarebbe imposto in ogni settore industriale.
NON SOLO ALFA ROMEO (MA SOPRATTUTTO). E infatti le carrozzerie Zagato si fecero subito notare per il design all’avanguardia, la leggerezza e le prestazioni aerodinamiche, che introducevano innovazioni anche nell’utilizzo dei materiali. Ugo Zagato si sbarazzò del legno già nei primi Anni ‘20, sostituendolo con l’acciaio e l’alluminio. I primi modelli di successo che videro la luce nell’officina di viale Brianza, dove allora aveva sede l’azienda, arrivano in pochi anni con le Alfa Romeo 6C 1500 del ‘29, la 6C 1750 Gran Sport del ’32 e la Spyder 8 C. Da allora furono decine le versioni speciali di vetture di serie non solo di marchi italiani ma anche stranieri, in particolare Aston Martin. L’affermazione definitiva avvenne con le Gran Turismo degli anni ’50 quando nell’atelier entrano Celestino Zoppi ed Elio Zagato. È l’epoca delle Fiat 8V, Ferrari 250, Maserati A6G e dell’Aston Martin DB4, seguita dall’epoca delle furoriserie, quando agli ingegneri si andavano sostituendo sempre più gli stilisti nel disegno delle auto.
IL CAMBIO DI PASSO. Ma la svolta della Zagato e del libro dedicato alla sua storia avviene negli Anni ‘80. Per l’azienda, perché si riorganizza per seguire l’evoluzione dell’industria dell’auto nei due rami ancora oggi attivi, l’Atelier Contemporary e l’Atelier Classic. Per il libro perché dalla rassegna a volo di uccello si passa a una disamina più ravvicinata dei modelli iconici firmati Zagato. Ed è un piacere degli occhi saltellare da una foto all’altra, così come lo è della mente, leggerne le descrizioni asciutte ed essenziali di Andrea Michele Zagato, Enrico di Taranto e Diana Grandi. Parlano soprattutto le foto. Si inizia con le Alfa S.Z ed R.Z per finire con le IsoRivolta GTZ e (ancora ) Alfa 8C Aerodinamica che è forse tra le più emozionanti per lo stile quasi classicheggiante. In mezzo ci sono le BMW Roadster e Coupé, le Porsche Carrera e le Bentley Continental per citarne solo qualcuna. Allora avete ancora voglia di farvi quella cavalcata nella bellezza senza tempo? A chi scrive, sfogliare e risfogliare il libro gliel’ha fatta venire più forte di prima, tanto che se la farà per davvero. Sul tram 9 dell’ATM, l’azienda di trasporto milanese. Che non sarà un’auto, va piano, si ferma spesso ma vien via con due euro a corsa e soprattutto è firmato Zagato anche quello. Ma questa è un’altra storia che nel libro non c’è.
Autori Vari
Rizzoli
Prezzo: 50 euro