Campionato Italiano Rally. Dalle origini a oggi
In origine c’erano i liguri Gigi Taramazzo, Leo Cella e Franco Patria e il super campione veneto Arnaldo Cavallari, poi vennero tutti gli altri, primo tra i quali Sandro Munari, gioiosi e vincenti sulle Lancia e sulle Fiat degli anni ruggenti. Che tempi quei tempi viene da dire e tanto entusiasmo non è sbagliato: il rally signori (e signore, le appassionate non mancano) è la disciplina motorsport automobilistica più eccitante e completa del mondo. E quello di cui parliamo più in particolare qui è semplicemente glorioso: ovvero il rally italiano.
TUTTI E SESSANTA. Anzi, per l’esattezza a parlarne è Franco Carmignani con un monumentale volume, zeppo di immagini, molte delle quali inedite, pubblicato in occasione del sessantesimo compleanno del movimento rallistico italiano, che ha spento le candeline nell’anno più bizzarro e doloroso della sua storia: il 2020. RALLY – Il campionato italiano. Dalle origini ad oggi, li ripercorre tutti senza eccezioni, contemplando anche una sezione introduttiva che riguarda il primo decennio, quello dei esordi, nei quali si definirono i caratteri di italianità del movimento. Caratteri che lo renderanno popolare in Italia e anche all’estero.
I PROTAGONISTI. Carmignani fa iniziare il racconto con la prima gara in assoluto disputata in Italia, la Coppa Riviera di Ponente, anche se solo l’anno dopo il Rally italiano svilupperà una formula equidistante dall’eccessiva attenzione alla regolarità o, al contrario, dall’esclusiva esaltazione della velocità. Quella prima gara ne generò migliaia negli anni dalle quali sono emersi campioni che ancora hanno un posto nell’immaginario collettivo e ancor di più nei palmarès, nazionali e internazionali. Alcide Paganelli, Amilcare Ballestrieri, Corrado Cerini, Alberto Bobo Cambiaghi, Antonio Tony Fassina, Mauro Pregliasco, Adartico Vudafieri, Miki Biasion, Corrado Cerrato, Gianfranco Cunico fino all’era contemporanea dei Giandomenico Basso e della inseparabile coppia Paolo Andreucci-Anna Andreussi.
GLI ANNI D’ORO. Ovviamente la parte più corposa e interessante di ‘Rally – Campionato italiano’ è quella dedicata agli anni d’oro, i tre decenni che vanno dal 1970 al 1999 che per buona parte coincidono anche con lo strapotere delle Fiat e delle Lancia. Basti citare la 124 Sport Spider 1440 e 131 Abarth per le prime; la Fulvia HF 1600, la Stratos HF, la Delta (nelle varie versioni) per le seconde. Senza dimenticare la Ferrari 308 GTB che molti ricorderanno. Gli anni 2000 invece segnano il passaggio di mano, anche nel campionato italiano, a marchi stranieri come Ford, Toyota, Peugeot, Subaru, Mitsubishi, Nissan, Renault fino alla Skoda, ma anche il ritorno della Fiat con la Punto e Grande Punto Abarth. Il volume è anche una carrellata delle gare e relativi scenari più mitiche del Bel Paese, come la Sanremo, l’Elba, il Ciocco o la Sardegna, la Mille Miglia e la Targa Florio.
UNA ‘BIBBIA’. Per questa sua vena quasi enciclopedica, il libro riesce alla fine in un’impresa difficilissima: essere tante cose insieme. Ovvero un volume da sfogliare per appassionati, una guida per chi si avvicina solamente adesso a questo mondo, ma anche uno strumento di consultazione per chi invece del rally ha fatto la propria professione. Tanto che le ultime pagine sono dedicate alle classifiche di tutti i rally che, con regolamenti e ordinamenti differenti, sono stati disputati nell’ambito del campionato italiano. Insomma, un volume assolutamente consigliato per chi – qualunque sia il suo coinvolgimento nel mondo delle auto – ha sempre saputo che l’automobilismo sportivo non è soltanto la Formula Uno e che il motorsport italiano non ha prodotto solo le Ferrari, ma anche le 131 e le Punto da corsa.
Franco Carmignani
Giorgio Nada Editore
Prezzo: 47,50 euro