Volkswagen ID.Buzz: un’icona rinata
IRRESISTIBILE. Ragazzi, bambini con i genitori, signore (e signori) di una certa età: la platea è quanto mai varia, e non manca mai. Basta fermarci per pochi minuti con il Volkswagen ID.Buzz bianco e giallo che stiamo provando perché qualcuno si avvicini, lo osservi per un po’, scruti nell’abitacolo attraverso i finestrini e infine, accennando un sorriso, ci ponga le tre classiche domande: cos’è, come va e quanto costa. Dopo la terza volta, le risposte ci arrivano in automatico: è il nuovo van elettrico della Volkswagen, è molto comodo, scatta bene e si può già ordinare, a patto di disporre di un conto in banca ben fornito: servono almeno 66.000 euro. Sentito il prezzo, qualcuno storce un po’ il naso. Di certo, comunque, non siamo più abituati a tanto interesse per un’auto, e tanto meno per un furgone elettrico.
SIMBOLO DI LIBERTÀ. Il Volkswagen ID.Buzz è l’erede di un mito: quel primo Transporter che negli anni 50 e 60, grazie alle doti di praticità, economia e robustezza (la meccanica era quella del Maggiolino, incluso l’indistruttibile quattro cilindri boxer raffreddato ad aria) è diventato il simbolo della libertà di muoversi, di lavorare e di divertirsi conquistata dopo gli anni bui della guerra (qui per saperne di più). In patria si è guadagnato il nomignolo di “Bulli”- frutto della contrazione delle parole “bus” e “lieferwagen”, ovvero furgone – e forse anche per le forme morbide e per i due grandi fari tondi che lo rendevano quasi antropomorfo, il Transporter si è trasformato nel mezzo preferito dai figli dei fiori. Quelli che, dopo aver tracciato coloratissime immagini alla “peace and love” sulle ampie fiancate, lo sfruttavano come base per godersi quelle adunate oceaniche che erano i maxi-concerti dell’epoca, o per raggiungere le spiagge sulla costa di Los Angeles, California.
CARICA TANTO. Da allora i tempi sono cambiati, e tanto. Ma nel nostro mondo c’è ancora spazio per un Bulli? A giudicare dall’entusiasmo di chi ci ha avvicinato durante il test del Volkswagen ID.Buzz, la risposta è sì. Oggi come allora, c’è sempre l’appeal di un veicolo amichevole fin dalle sue forme esterne, per nulla aggressive e magari colorate con vivacità. Un veicolo che promette di essere complice nel vivere le proprie passioni, magari spulciando nell’elenco degli accessori per aggiungere il portasci, il portasnowboard o il portasurf, oppure lo scaldavivande, in attesa della versione camper che si chiamerà – manco a dirlo – California. E che è, infine, il mezzo giusto per condividere il piacere del viaggio con la famiglia o gli amici, in un abitacolo accogliente e luminoso e sfruttando il maxi-bagagliaio da 1121 litri.
FA (QUASI) TUTTO LUI. Ma la ricetta del 1949 non può essere riproposta pari pari. E quindi il “Bulli” di oggi, il Volkswagen ID.Buzz, strizza l’occhio all’ambiente: oltre a essere elettrico (garantendo prestazioni vivaci anche in salita, dati i suoi 204 CV), è prodotto – giura la Volkswagen – con emissioni di CO2 pari a zero e sfruttando materiali riciclati per i rivestimenti dei sedili e del soffitto. La sicurezza e il comfort sono garantiti da una lunga lista di aiuti elettronici: si va dalla guida semiautonoma al sistema di scambio dati con le altre auto recenti della Volkswagen, denominato Car-2-X (allerta in anticipo gli altri guidatori della presenza di un pericolo, come un incidente o una coda imprevista) fino al dispositivo di parcheggio automatico che memorizza le manovre da fare nei posti dove si lascia l’auto più di frequente, attivandosi da solo quando si arriva in zona.
SUPERA I 400 KM CON UN PIENO DI ELETTRONI. Nel Volkswagen ID.Buzz si viaggia bene: rilassati, grazie alla silenziosità meccanica e aerodinamica (buona a tal punto da mettere in evidenza un po’ di rumore di rotolamento dei pneumatici) e godendosi il paesaggio dagli ampi sedili e attraverso i tanti finestrini. Certo, poi resta il discorso della ricarica. Con la batteria di 77 kWh, la casa dichiara 423 km di autonomia media, e noi – viaggiando tranquilli – ci siamo andati vicini. Si tratta di un valore buono per un mezzo così alto e pesante, e alla colonnina giusta (cioè ultrarapida) basta mezz’ora per riportare all’80% una batteria arrivata praticamente “a zero”. Insomma, da questo punto di vista l’ID.Buzz è al livello dei migliori, ma è anche vero che in un lungo viaggio qualche sosta andrà messa in conto. Perché non cercare allora una colonnina fronte spiaggia (o quasi)? California dreaming…